C'è una nave con più di quaranta persone salvate in mezzo al mare, che si trova dentro una tempesta e chiede di poter attraccare in un porto siciliano, per fare sbarcare le persone. E' la Sea Watch.
La nave della ong Sea Watch che ha a bordo 47 migranti salvati nel Mediterraneo annuncia che «sul nostro mare si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di sette metri, pioggia e vento gelido. #SeaWatch sta navigando in questa tempesta cercando un riparo con a bordo 47 naufraghi soccorsi sabato scorso». Di conseguenza sta facendo rotta verso la Sicilia orientale e si trova già a largo delle coste tra Siracusa e Catania.
Ci stiamo dirigendo verso la Sicilia orientale poiché sta arrivando una tempesta da ovest - ha affermato il portavoce dell'organizzazione umanitaria tedesca Sea Watch, Ruben Neugebauer, che gestisce l'unica nave di soccorso dispiegata al largo della costa libica -La parte orientale della Sicilia è l'unico posto in cui saremo un po' più al riparo dal maltempo», ha spiegato, aggiungendo che all'imbarcazione viene negato un ormeggio sia dall'Italia che da Malta. «I Paesi europei dovrebbero vergognarsi, soprattutto dopo lo scorso fine settimana», ha detto Neugebauer, riferendosi ai recenti eventi nel Mediterraneo centrale.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, così come quello di Napoli Luigi De Magistris, danno disponibilità ad accogliere la Sea Watch. «La città di Palermo è pronta ad accogliere i naufraghi a bordo della Sea Watch 3», ha detto Orlando. Il primo cittadino lo ha anche scritto in una lettera inviata al comandante della nave.
“Da sei giorni sulla nave Sea Watch, vi sono 47 persone, tra cui otto minorenni. Sono 47 esseri umani portati in salvo dal Mar Mediterraneo dove nei giorni scorsi hanno perso la vita centinaia di bambini, donne e uomini, e che ora sono ostaggio dell’ennesima disputa politica tra Stati: nessun Paese ha infatti risposto alla richiesta di un porto sicuro fatta dalla Sea Watch, in spregio di quanto previsto dalle norme internazionali e delle più elementari considerazioni di carattere umanitario.
Chiediamo all’Italia e all’Europa che la legge sia rispettata e che queste persone vengano immediatamente fatte sbarcare in un porto sicuro, senza essere lasciate ulteriormente senza una destinazione. Secondo il diritto internazionale del mare, infatti, gli Stati hanno l’obbligo inderogabile di garantire l’approdo di persone in difficoltà in un luogo sicuro nel più breve tempo possibile. La salvezza e la tutela delle vite umane devono avere la precedenza assoluta: queste persone, soprattutto le più vulnerabili come donne e bambini, non devono subire ulteriori sofferenze e deve essere loro garantita l’assistenza umanitaria di cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno.
L’Italia e l’Europa intera devono assumersi le proprie responsabilità nell'affrontare e prevenire ulteriori tragedie in mare: è necessario realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che decine di migliaia di persone continuino ad essere costrette a ricorrere ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo. E’ la mancanza di vie legali, infatti, che fa prosperare il traffico di esseri umani.”
Questo l’appello congiunto di 19 Organizzazioni – A Buon Diritto, Actionaid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, CIR, CNCA, Emergency, Focus Casa dei Diritti Sociali, Intersos, Legambiente, Medecins Du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Mediterranean Hope Programma Rifugiati e Migranti, Oxfam, Salesiani Per il Sociale, Save the Children Italia, Terre Des Hommes – sulla vicenda che vede protagonista ancora una volta la nave Sea Watch che, dopo un salvataggio di migranti, continua a non ricevere alcuna indicazione su un porto sicuro dove sbarcare le 47 persone a bordo.