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12/01/2019 06:00:00

Associazioni antiracket messe al bando. Colajanni: "Diamo fastidio, mai favorito mafiosi"

Enrico Colajanni, ex presidente dell'associazione antiracket Libero Futuro, in sciopero della fame per la decisione, senza precedenti, delle prefetture di Palermo e Trapani di interdire queste associazioni bollandole, in sintesi, come “infiltrate” della mafia. Colajanni lei ha protestato e duramente contro queste decisioni e parla di ingiustizia. Sono tempi duri per l'antimafia.

 

Sto facendo questo sciopero da più di un mese. La salute regge per fortuna e continuo. E' una lunga battaglia. Noi e le altre tre associazioni con le quali abbiamo collaborato abbiamo assistito oltre 300 vittime in questi anni in provincia di Trapani e Palermo. Abbiamo assistito le vittime di racket e reati collegati alla mafia nei processi, e ancora oggi siamo presenti in una decina di processi ad assistere le vittime che hanno denunciato comportamenti mafiosi. Nessuna delle persone che assistiamo ha condanne per mafia o procedimenti penali in corso, per cui riteniamo gravi le considerazioni fatte da chi ha deciso di mettere al bando queste associazioni. Penso che i motivi siano altri, perchè abbiamo fatto delle forti critiche quando le istituzioni hanno sbagliato.

 

 

La Prefettura di Palermo, in particolare, vi ha escluso dall'elenco delle associazioni antiracket perchè non avete più i requisiti di affidabilità. Perchè?

 

Forse diamo fastidio. Ci accusano di essere stati affianco a degli imprenditori che sono stati lodati nelle sentenze, che hanno fatto diverse denunce, poi hanno avuto la possibilità di accedere al fondo di solidarietà come vittime, dopo pochi mesi dall'ex presidente della sezione misure prevenzione del Tribunale di Palermo, Saguto, gli sono stati sequestrati dei beni. E sappiamo che si tratta di un grande scandalo la gestione di quegli uffici da parte della Saguto.

 

Siete riusciti a parlare con qualcuno in Prefettura, anche chiarire la situazione? Questo suo sciopero della fame sta smuovendo qualcosa?

Lo sciopero serve a far circolare la nostra opinione su queste vicende. Noi siamo persone perbene e non collusi. E' stata lanciata una petizione con 3 mila firme. Invito tutti ad informarsi sui nostri dati sulle nostre attività.