Desidero rispondere a Salvatore Girgenti che sul Locale dell’8 c.m. nell’articolo “La protesta di alcuni sindaci” ha fatto delle dichiarazioni, a mio avviso, populiste e gratuite. Premetto che ogni uomo è cittadino del mondo e non del luogo in cui nasce: non è colpa sua se anziché in un territorio nasce in un altro (la nazione, i confini, sono spazi delimitati dall’uomo e dai politici di turno).
Intanto il “luogo comune” che il Vaticano è il più ricco Stato del mondo è da dimostrare (vada a vedere i bilanci annuali della Città del Vaticano), poi, chi lo dice che la Chiesa non è stata e non è accogliente? Se guardiamo, non solo in Italia ma nel mondo, le azioni e le opere del volontariato cattolico sono note a tutti: se non ci fosse la disponibilità dei credenti cristiani, la società sarebbe veramente allo sfascio.
Nella stessa Città del Vaticano esiste una mensa per i poveri ove quotidianamente tutti quelli che lo vogliono possono andare a sfamarsi. Tutti gli appelli di Papa Francesco a favore dei poveri, degli ”scartati”, il suo insegnamento e le opere nel territorio del Vaticano perché gli “ultimi” siano accolti è davanti agli occhi di tutti: la notte a Roma i volontari dell’associazionismo cattolico e i rappresentanti del Vaticano (si dice lo stesso Papa in talare nera) sono in giro per soccorrere chi muore di freddo e di fame.
In merito alla legge che deve essere osservata ”Il decreto sicurezza – si legge nell’articolo - piaccia o non piaccia è una legge dello Stato, approvata dalla maggioranza di un Parlamento eletto democraticamente dal popolo italiano”. È vero questo, ma la legge deve essere rispettosa dei cittadini, dei suoi diritti e delle loro coscienze: se una legge va contro questi principi fondamentali, moralmente non può essere accolta e applicata ma va contrastata, a maggior ragione se va contro il dettato costituzionale: all’Art. 2 si dice che (lo cito per nostra memoria) “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, mentre l’Art. 3 cita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Lo dico a modo d’esempio: esiste una legge abortista, ma il credente in coscienza non è tenuto eticamente a osservarla, poiché esiste una legge naturale, umana e divina che m’impone di non farlo. Don Lorenzo Milani nella famosa lettera degli anni ’60 del secolo scorso che prese successivamente il titolo “L’obbedienza non è più una virtù” si scagliò contro il servizio militare e si pose a favore dell’obiezione di coscienza perché moralmente contrario ai principi dell’etica umana. La carità i cristiani la predicano a proprie spese e non con il portafoglio degli altri.
I sindaci e tutti quei gruppi di volontariato, di associazioni, le organizzazioni che a qualsiasi titolo si oppongono sono nel pieno diritto di farlo, pena la loro incoerenza umana e religiosa. I cittadini non sono (e non devono essere) né pecoroni, né pedine di una scacchiera che è la società, ma hanno dignità, libertà e diritti sacrosanti inviolabili.
Salvatore Agueci