Oggi si ritorna a scuola dopo le vacanze natalizie e l'anno si apre, per la maggior parte degli studenti marsalesi, all'insegna del doppio turno. Lo fanno i bambini delle elementari, si preparano a farlo i ragazzi dello Scientifico. Presto stessa sorte toccherà a quella gran fetta di popolazione studentesca che frequenta istituti "ospitati" (si fa per dire, il conto è salato), presso ex banche, ex alberghi, ex tutto.
Il "doppio turno" è una di quelle piccole cose che ti avvelenano la vita. Impediscono lo studio ai ragazzi (ma chi fa mai i compiti a casa la mattina?), e tutta la loro vita extra scolastica, dalla piscina al catechismo. Sballano il ritmo delle famiglie, incasinano le mamme, la scuola si riduce a pantomima di se stessa, le ore ridotte e l'insegnamento pure, la sensazione che il proprio banco sia già caldo della fatica di qualcun altro.
Si, il doppio turno è una di quelle cose che ti avvelenano la vita, ed è dunque importante parlarne. Perché al di là di quanto siamo bravi a differenziare i rifiuti (oddio, in queste vacanze di Natale, facendo slalom tra i cumuli di rifiuti in centro, mi sono quasi vergognato di essere marsalese...), o di tutta questa progettazione che mettiamo in campo e della quale, come in una commedia di Beckett, aspettiamo i frutti come un miraggio (autobus nuovi! sottopassaggi! rotatorie! tutto rigorosamente a marchio UE), la vita è fatta di luci stradali spente, buche nelle strade, lavori pubblici infiniti (il tribunale, giusto per dire), e di doppi turni.
Il doppio turno, insomma, è il fallimento della politica e dell'amministrazione. Rende amare anche le cose importanti. Lo Scientifico, per esempio: si faranno importanti lavori di ristrutturazione, per oltre un milione di euro. Bene. Ma è possibile che nessuno ha mai pensato a dovete mettere, nel frattempo, questi ragazzi? Cosa sono, talpe? Scavano una fossa e si mettono lì? Le altre scuole superiori marsalesi: sono in affitto da decenni. Si è sempre lasciato fare, nonostante si sapesse che era un sistema non più sostenibile. Fin quando i soldi sono finiti, e i ragazzi vanno in mezzo ad una strada. Fino all'ultima beffa, quella dei bambini delle scuole elementari, che sono costretti ai doppi turni perchè il Comune non ha rinnovato il certificato antincendio. Al Cavour mi dicono che era scaduto dal 2002. Si è andati avanti di proroga in proroga fino al pasticcio di questi ultimi giorni.
Il Sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, è stato eletto perché aveva promesso di abolire Marsala Schola. L'istituzione, paludosa, è ancora lì. Aveva detto ai ragazzi del Commerciale che li avrebbe spostati all'attuale tribunale. Poi si è rimangiato la parola. Sappiamo che a Settembre le scuole marsalesi non avranno una sede. Tutti piangono con il cappello in mano alla Regione, ma non c'è nessuno che faccia la cosa sensata: fare il censimento dei locali pubblici che a Marsala potrebbero ospitare delle scuole. Ci sono? Certo. L'ex ospedale San Biagio (inutilizzato), il campus bio medico accanto l'ospedale nuovo, l'ex Chiesa del Collegio (recuperata dall'ex Sindaco Renzo Carini), i tanti immobili confiscati alla mafia. Ma perché non pensare a trasformare in un campus scolastico quel che resta di Villa Damiani, anziché scimmiottare ogni anno la vendita? A proposito di Carini (che rimpiangiamo sempre di più): aveva di fatto chiuso un accordo con l'aeronautica per avere in concessione tutta l'area di Via Falcone. Si è persa l'occasione, Giulia Adamo imperante in Marsala, e nessuno ha avuto un'idea simile. Perché non riproporla?
E' ancora tollerabile questa inerzia nella gestione delle cosa pubblica? E' mai possiible che non si riesca a risolvere un problema con competenza? Finirà come sempre: un po' la Regione ci mette una pezza, un po' le cose si risolvono alla meno peggio, un po' tutto si rimanda. Fino a quando il bubbone scoppia di nuovo. Ma, ecco, se vogliamo davvero cambiare, ci sono dei tempi della città che vanno gestiti meglio. Non ha senso ottenere finanziamenti per la sicurezza delle scuole, se poi ci confondiamo per un certificato antincendio. C'è un aspetto di prossimità, di quotidianità nella gestione delle cose che a questa amministrazione manca, e molto. Non a caso il Sindaco ripete spesso: "Tra anni si vedrà il frutto del nostro lavoro". Ed è vero, magari. Ma è ancora più vero che verrà giudicato, lui e tutta la Giunta, per quello che ha fatto qui e ora, nel suo tempo. Doppi turni compresi.
Giacomo Di Girolamo