I prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia sono sempre più cari e la Regione Sicilia ha deciso di intraprendere delle azioni mirate a diminuire i prezzi già nel 2019, preparandosi a fare battaglia su diversi fronti. A lamentarsi del caro voli nei giorni scorsi era stato lo stesso Musumeci che per rientrare a Catania da Roma quando c'è stato il terremoto ha speso 540 euro.
Tra le diverse azioni che la Regione metterà in campo, una sarà il pressing sulle compagnie aeree per ammorbidirle e far adottare tariffe «più umane». Per l'assessore Falcone si deve ampliare la concorrenza dei vettori e per cercare di abbattere le spese aeroportuali, ma soprattutto per abbassare i costi dei biglietti per Palermo e Catania.
Altro spiraglio è la Continuità territoriale. C'è un tavolo con il ministero dei Trasporti per utilizzare i fondi per la continuità territoriale negli scali di Comiso e Trapani. Sono circa 47 milioni (31 dello Stato, il resto della Regione) da assegnare, con una gara bandita da Enac, alle compagnie aeree che applicheranno tariffe più basse ai passeggeri residenti in Sicilia. Le tratte indicate da Trapani sono per Ancona, Brindisi, Napoli e Treviso; Comiso ha indicato due tratte al giorno (andata e ritorno) per Roma e una per Milano.
Trapani e Comiso sono due scali minori - sotto i 3 milioni di passeggeri l’anno - e l’idea è di finanziare tratte fuori mercato senza incorrere nella graticola comunitaria del divieto di aiuti di Stato. E non è detto che ci si riesca, perché in ogni caso il percorso di Regione e Mit avrà come destinazione Bruxelles. Che dovrà dare il placet finale. Anche per questo, al di là di un iter che magari si completerà dopo il voto per le Europee, il governatore siciliano ha già avviato un’interlocuzione con il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani.