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23/12/2018 06:00:00

Europa unica speranza. Parola di Roberta De Monticelli.

Una piccola riflessione sull'Europa s'impone, dopo il tragico attentato di Strasburgo in cui ha trovato la morte il nostro connazionale Antonio Megalizzi, valoroso giornalista che dell'Europa si era “innamorato”. Nella freschezza della sua giovane mente, Antonio aveva compreso una verità che oggi molti tendono a trascurare o a negare: ossia che l'Europa, o meglio, che gli Stati Uniti d'Europa, sono la nostra unica speranza, l'unico progetto e l'unico ideale che può salvare i popoli europei dalle derive antidemocratiche, dal declino economico, sociale e culturale, dall'insignificanza nel concerto geopolitico globale, e perfino dal rischio di nuove terribili guerre.

Ma non mi soffermerò qui su questi ovvi argomenti. Non c'è bisogno di essere grandi esperti di economia e di geopolitica per prevedere la triste fine che noi europei faremo se non troveremo in tempi rapidi il rinnovato entusiasmo per condurre fino in fondo il processo di unificazione politica continentale. Voglio invece parlarvi di un bellissimo libro che ho appena finito di leggere. Il suo titolo è un po' enigmatico: Il dono dei vincoli. Eppure è come una porta magica aperta su una visione assai chiara. La sua autrice è una grande filosofa italiana, giovanissima nella freschezza della sua mente limpida, combattiva e saldamente ancorata ai principi di verità della tradizione socratica: Roberta De Monticelli.

Ebbene, proprio in fondo a questo libro, che è essenzialmente dedicato a una vivificante rilettura del pensiero di Husserl, De Monticelli ci regala – è il caso di dirlo – un folgorante capitolo intitolato “L'idea d'Europa e la filosofia”. Ed è qui che il nostro sguardo può innalzarsi verso gli spazi più elevati del sogno europeista, verso quei nobili ideali che tanti fanno oggi fatica a conoscere o a riconoscere, turbati come sono dalle realtà di segno negativo che risaltano nelle cronache di tutti i giorni.

Riesaminando alcuni scritti husserliani degli anni 1923-24, De Monticelli mette a fuoco il senso profondo del termine “democrazia”. E afferma: “Le radici della democrazia non sono nella forza del demos che sulle piazze esprime l'appartenenza di ognuno alla sua comunità, ma nel faccia a faccia delle discussioni, dove ognuno risponde in prima persona di quello che fa e dice”. La vera democrazia, dunque, non vuol dire affatto “potere del popolo” nel senso che oggi i populisti danno a questa espressione, perché questa è la stessa idea distorta che in passato ha generato i mostri delle dittature. La vera democrazia, quella che sta invece al fondamento del sogno europeo di Husserl, ma anche di Altiero Spinelli, è l'ideale di una civiltà laica, fondata sui principi di ragione e sui diritti umani.

De Monticelli conclude: “Ecco i due pilastri dell'idea di Europa che ritroviamo nelle pagine husserliane. Uno è il principio di libertà della persona, che si approfondisce e si esercita nell'assunzione di una radicale responsabilità della propria vita (…) L'altro è il principio sovranazionale e cosmopolitico, con il suo universalismo etico che ne è parte integrante, in quanto privilegia le persone, la loro pari dignità, il loro pari diritto al riconoscimento e al rispetto, sull'interesse del demos, dell'etnia, della nazione”.

Un ideale di democrazia, dunque, in totale antitesi con l'anima nera dei populismi che, rianimando vecchi e lugubri fantasmi ideologici, stanno cercando di vanificare il nobile sogno di un'Europa veramente libera, giusta, aperta e proiettata verso il futuro.

 

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