L’arresto di Diego Vassallo per detenzione illegale di armi, nell’ambito delle perquisizioni di martedì scorso per stringere il cerchio su Matteo Messina Denaro, ha fatto molto scalpore a Mazara del Vallo. Il Vassallo ed il Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro recentemente trasferito al 41 bis, detenevano illegalmente due pistole: una Baby Browning calibro 635, munita di caricatore con 5 colpi e un revolver calibro 22 con 20 cartucce.
L’imprenditore lavora in un noto supermercato, accanto la scalinata di piazza Mokarta, intestato al nipote Vito Vassallo.
Quest’ultimo, oltre ad essere assessore alle attività produttive ed al commercio nella giunta del sindaco Nicola Cristaldi, nel 2018 aveva dichiarato un reddito di 36.000 euro, ovvero entrate provenienti soltanto dalla sua indennità da assessore.
Il nome di Vito Vassallo era comparso anche nella sentenza del Tribunale di Marsala del 2011, contro Matteo Messina Denaro e Giuseppe Grigoli, riguardo alle intestazioni dei punti vendita Despar. Nello specifico, il supermercato di Mazara del vallo in via Sansone, avviato nel 1992 dalla Grigoli Distribuzione Srl.
Supermercato che, nel ’93 passava alla D.O.C. Srl, per poi nel ’98 finire, a titolo di affitto, alla “V.M. Alimentari di Vassallo Vito & C. Sas”. Il capitale sociale fu poi suddiviso tra i componenti del nucleo familiare: i fratelli Paola e Vito Vassallo e la madre Antonia Mannone.
Anche il padre, Giovanni Vassallo, che aveva ceduto la sociale in parti uguali ai suoi due figli – sottolineano i giudici in quella sentenza – era stato condannato nel 1982 per detenzione abusiva di una carabina calibro 22, oltre ad essere cugino del noto killer mafioso Giovanni Bastone, condannato tra l'altro, per tentato omicidio, detenzione di armi, concorso esterno in associazione mafiosa, omicidio continuato in concorso.