Potrebbe arrivare tra due o tre settimane la decisione del gup Francesco Parrinello sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per la querela per diffamazione presentata dall’avvocato Peppe Gandolfo contro un ex attivista (o comunque simpatizzante) del M5S di Marsala, Gianluca Rallo.
Il giudice, infatti, dopo avere respinto la richiesta di rinvio dell’udienza formulata del legale del querelante, ha tenuto l’udienza camerale, riservandosi, alla fine, di comunicare successivamente la sua decisione sul caso. Peppe Gandolfo, leader di una delle due anime del M5S, sporse querela tre anni fa sentendosi diffamato dalle affermazioni Gianluca Rallo, che faceva parte del gruppo che non gradiva l’ingresso della componente che fa riferimento proprio a Gandolfo e a cui appartiene l’unico eletto in Consiglio comunale, Aldo Rodriquez. Per lo stesso motivo, ad abbandonare il M5S era stato, tra gli altri, anche l’avvocato Vincenzo Forti, che adesso difende Gianluca Rallo, che è fratello Stefano Rallo, che è stato candidato pentastellato alle comunali e alle regionali. Al rinvio dell’udienza, ieri, si è opposto l’avvocato Forti e al termine il giudice si è riservato di comunicare la sua decisione. Ciò dovrebbe avvenire tra qualche settimana. Le polemiche interne al M5S di Marsala scoppiarono alcuni mesi prima delle elezioni amministrative del 2015. La querela fu presentata dopo una infuocata riunione nel corso della quale Gandolfo fu definito “politicante” da Gianluca Rallo per le sue pregresse esperienze politiche (Pd, Italia dei Valori, etc.). Un’accusa grave nel contesto pentastellato, tanto che Gandolfo decise di abbandonare quella riunione. Non prima, però, di un duro scontro verbale filmato e registrato con un telefonino. Su facebook, poi, Rallo, con il nick name “Sos Marsala”, aggiunse: “Se poi si dice che il nonno di peppe gandolfo era un mafioso si rischia la denuncia”. Per il pm Giuliana Rana, però, non ci sono gli estremi del reato di diffamazione. E per questo ha chiesto l’archiviazione. Sull’affermazione più grave fatta da Rallo, il pm scrive: “La P.G. procedente comunicava altresì che il nonno materno della persona offesa era fratello della moglie del mafioso GANDOLFO Giuseppe, appartenente ad un’importante cosca marsalese, operante negli anni 1950-60”. Tre righe che rischiano di mettere in seria difficoltà il legale “campione” di costituzioni di parte civile nei processi di mafia in vari tribunali italiani. Con l’associazione antiracket e antiusura prima intitolata a Paolo Borsellino e poi, dopo l’alt del figlio del magistrato ucciso in via D’Amelio, ribattezzata “La Verità vive”.