“L’assessorato regionale Territorio e Ambiente è responsabile dei danni provocati alle colture agricole dalle acque straripate dai fiumi quando nell’alveo di questi corsi d’acqua non vengono effettuati lavori di manutenzione per l’eliminazione di canne e sterpaglie”.
E’ quanto ha sostanzialmente sentenziato la Corte d’appello di Palermo, in qualità di Tribunale regionale delle acque pubbliche, condannando l’assessorato regionale al pagamento dei danni subiti (9.249,75 euro) dalla proprietaria di un fondo agricolo di Partanna, Francesca Accardo, di 65 anni.
La donna, assistita dall’avvocato Enza Pamela Nastasi, ha chiesto e ottenuto il risarcimento dei danni causati da acque, fango, pietrame e sterpaglie ad una parte del suo vigneto appena impiantato in un terreno di contrada Biggini a causa dello straripamento, nel febbraio e nell’ottobre del 2015, del fiume Modione.
L’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, giudicato in contumacia, è stato, inoltre, condannato anche al pagamento delle “spese di giudizio” (945 euro) sostenute dalla proprietaria del vigneto danneggiato. La violenza delle acque creò nel terreno anche un canale che divise il fondo agricolo in due parti. Il 24 marzo 2015, un tecnico del Genio civile di Trapani, dopo un sopralluogo, aveva sottolineato la necessità di intervenire con urgenza con opere di manutenzione straordinaria. Seppur sollecitato dal Genio civile, però, l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente non effettuò alcuna manutenzione nel letto del fiume Modione. “Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto – ha dichiarato l’avvocato Enza Pamela Nastasi dopo la sentenza - perché ripara del torto subito uno dei proprietari dei fondi belicini adiacenti a fiumi e torrenti, che annualmente, soprattutto a seguito delle prime piogge, straripano, invadendo le campagne e devastando le colture. La Corte d'Appello di Palermo, in qualità di Tribunale delle Acque pubbliche, ha riconosciuto nella fattispecie oggetto di giudizio la responsabilità del competente Assessorato Regionale, il quale ha omesso di eseguire le opere di manutenzione sull'alveo del fiume, malgrado la presenza di arbusti e detriti sul letto del corso d'acqua, determinante la riduzione di capacità di contenimento dello stesso. Si auspica che l'ente pubblico possa intervenire preventivamente in futuro, al fine di evitare il riproporsi di analoghe vicende”.