Corruzione, arresti eccellenti: il capo del Genio Civile di Trapani, un dirigente comunale
18,00 - Sono Antonio Caleca (1937) e Antonio Severino Caleca (1971) i due imprenditori arrestati oggi ai domiciliari dalla Guardia di Finanza di Trapani per un caso di corruzione che riguarda il Comune di Castellammare del Golfo.
Con loro arrestato anche il capo dell'ufficio tecnico, Simone Cusumano. Mentre, nella stessa operazione, è stato arrestato il capo del Genio Civile di Trapani, l'ingegnere Giuseppe Pirrello.
I Caleca sono proprietari della "Pietre del Golfo" srl e, secondo l'accusa, Cusumano ha affidato alla ditta (e a quella individuale di Antonio Caleca) dei lavori di somma urgenza il godimento di due porzioni di terreno in Contrada Balatelle, a Castellammare del Golfo, per impiantare due campi eolici, intestati uno a Cusumano, e uno a sua moglie, Anna Randazzo.
I lavori sono diversi, alcuni sono stati affidati da Cusumano con determina nel 2014, con i costi che, nel 2015, sono lievitati a 121.000 euro per il Comune di Castellammare del Golfo, e prevedevano la pulizia e la discerbatura di alcune aree di beni confiscati alla mafia. Altri lavori hanno riguardato, per 75.000 euro, la pulizia del cimitero comunale, o la pulizia delle spiagge (16.000 euro), e le determine arrivano fino al 2017.
Indagato anche l'ingegnere Antonino Stabile, libero professionista, al quale Cusumano ha conferito un incarico per i lavori di riqualificazione dell'ufficio comunale.
17,20 - “Ho saputo di essere indagato nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Trapani su fatti che sarebbero accaduti ad Alcamo due anni fa. L’indagine non riguarda in alcun modo il mio attuale ruolo di assessore”. Lo annuncia in una nota l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano.
“Sono assolutamente sereno - continua la nota - e ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici. Ho già informato il Presidente della Regione e ho già dato mandato ai miei legali al fine di chiarire al più presto la mia posizione”.
Turano è indagato in concorso per articolo 319 e 321, del codice penale, corruzione e abuso d'ufficio, insieme al Capo del Genio Civile di Trapani Giuseppe Pirrello. È quanto emerge dall'indagine "Palude" condotta dalla Guardia di Finanza di Trapani e dalla Tenenza di Alcamo. L'indagine riguarda un sistema clientelare messo su dall'alcamese Pirrello.
15,20 - «Esprimo piena ed incondizionata fiducia nell’operato della Magistratura ed auspico un veloce accertamento dei fatti che hanno portato al procedimento nei confronti del dirigente del Comune. Da parte di questa amministrazione c’è, e ci sarà sempre, massima collaborazione poiché il nostro governo è incentrato sulla trasparenza ed il senso di responsabilità».
Lo afferma il sindaco Nicola Rizzo appresa la notizia dell’operazione denominata “Palude”portata a termine oggi dalla Tenenza di Alcamo della Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura della Repubblica di Trapani, che ha portato all’esecuzione di 4 misure cautelari personali (arresti domiciliari) una delle quali riguarda il dirigente del III settore Lavori Pubblici dell’ufficio tecnico comunale. In totale sono 30 i soggetti indagati nell’ambito di due distinti procedimenti penali tra loro collegati.
«Questa amministrazione comunale si augura che il dirigente possa chiarire la sua posizione-conclude il sindaco Nicola Rizzo- e, ribadendo piena fiducia nella Magistratura, ci muoveremo prendendo i consequenziali provvedimenti del caso».
Il dirigente arrestato è Simone Cusumano, a capo dell’Ufficio Tecnico: avrebbe posto in essere atti contrari ai propri doveri d’ufficio, sistematicamente agevolando due noti imprenditori titolari di altrettante società di costruzioni di edifici, estrazione di pietre e coltivazione, attraverso l’assegnazione di appalti pubblici e l’affidamento diretto di lavori pubblici in somma urgenza, in violazione della normativa in materia di Codice degli Appalti e dei Lavori Pubblici.
Dalle indagini emerge che il dirigente Cusumano avrebbe ricevuto “come ricompensa” dagli imprenditori agevolati, la concessione del godimento gratuito – in favore di quest’ultimo e della moglie - di una porzione di terreno di proprietà di una delle due società riconducibili agli amici imprenditori, per consentirvi l’installazione di due campi eolici per la produzione di energia elettrica.
11,00 - Ecco un estratto del video con le microspie della Guardia di Finanza che riprendono il passaggio di mazzette del Genio Civile di Trapani.
Imprenditori e professionisti pagavano le mazzette al figlio, ingegnere come il padre, di Giuseppe Pirrello, capo dell’ufficio del Genio Civile di Trapani. I reati contestati sono quelli della corruzione e del falso in atto pubblico.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Trapani, vedono indagate complessivamente 26 persone tra pubblici funzionari, professionisti e imprenditoriSecondo le indagini l’ing. Pirrello avrebbe assicurato corsie privilegiate all’interno dell’ufficio del Genio civile di Trapani per quelle pratiche che venivano curate nello studio professionale del figlio.
09,32 - E' l'ingegnere Simone Cusumano il dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Castellammare del Golfo arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Alcamo nel corso di una vasta operazione anticorruzione. Cusumano nello specifico si legge sul sito del Comune è responsabile del III settore - Dipartimento Lavori Pubblici.Cusumano nato a Castellammare nel 1955, si è laureato in ingegneria civile sezione edile con il voto di 105/110 presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Palermo.
09,00 - E' Giuseppe Pirrello l'ingegnere capo del Genio Civile di Trapani arrestato oggi. Nato ad Alcamo nel 1959, laureato nel 1984 in ingegneria civile, sezione idraulica, con voto 106/110 presso la Facoltà di Ingegneria di Palermo.
Abilitazione all'esercizio professionale conseguita nel 1984 presso l'Università degli Studi di Palermo , con il voto 116/120.
Nell’Amministrazione Regionale dal 1989 con la qualifica di Dirigente Tecnico presso il Genio Civile di Trapani.
E' ingegnere capo del Genio Civile di Trapani dal 2015.
Gli agenti della guardia di finanza di Alcamo hanno posto agli arresti domiciliari il capo del Genio civile di Trapani, un dirigente del Comune di Castellammare del Golfo e due imprenditori. I provvedimenti emessi dal gip di Trapani, su richiesta della procura, ipotizzano a vario titolo i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falso materiale e ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.
Indagate anche altri 26 tra funzionari pubblici, imprenditori e professionisti, nell'ambito di due distinti procedimenti penali tra loro collegati. L'inchiesta ha permesso di portare alla luce un sistema finalizzato ad "assicurare indebite agevolazioni a numerosi soggetti privati e imprenditori in relazione agli adempimenti in materia di edilizia privata e pubblica di competenza del Genio civile e all'affidamento di lavori pubblici".
08,00 - Arresti eccellenti per corruzione tra Alcamo, Trapani e Castellammare del Golfo. La Guardia di Finanza di Alcamo, sotto la guida della Procura della Repubblica di Trapani ha arrestato quattro persone, ai domiciliari, per corruzione e falso e violazione della legge sugli appalti. Tra gli arrestati, i cui nomi non sono stati ancora resi noti, ci sono l'ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, un dirigente comunale di Castellammare del Golfo e due imprenditori. Ben trenta gli indagati.
Ecco il comunicato della Guardia di Finanza:
A conclusione di complesse indagini svolte dalla Tenenza di Alcamo sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Trapani, è stata data esecuzione nella mattinata odierna a 4 misure cautelari personali (arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti indagati a vario titolo coinvolti in reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso materiale ed ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.
Le investigazioni, che concernono in totale 30 soggetti indagati nell’ambito di due distinti procedimenti penali tra loro collegati, hanno permesso, in particolare, di portare alla luce un sistema criminale finalizzato ad assicurare indebite agevolazioni a numerosi soggetti privati ed imprenditori in relazione agli adempimenti in materia di edilizia privata e pubblica di competenza del Genio Civile e all’affidamento di lavori pubblici.
Una prima attività di indagine ha individuato come fulcro del sistema criminale accertato la figura dell’Ingegnere Capo del Genio Civile di Trapani, il quale, attraverso lo studio tecnico formalmente intestato al figlio, curava in prima persona numerose pratiche destinate ad essere trattate per competenza dall’Ufficio da lui diretto, assicurando un trattamento di favore ai suoi “clienti” privilegiati, con la complicità di alcuni dipendenti del medesimo Ufficio nonché di liberi professionisti.
Infatti, è stato accertato che il Capo del Genio Civile di Trapani aveva nel tempo creato una propria personale posizione di potere, basata su di un’opaca rete di relazioni interpersonali con professionisti, funzionari pubblici locali e regionali, uffici tecnici comunali e imprenditori, che ha inciso sulla funzionalità e trasparenza dell’Ufficio Pubblico da lui diretto.
Il sistema clientelare creato ha comportato che molte delle pratiche dirette all’ufficio del Genio Civile della Provincia di Trapani passassero dallo studio tecnico del figlio dell’Ingegnere Capo, grazie all’opera di un compiacente gruppo di ingegneri, architetti e geometri interessati a favorire i loro clienti e loro stessi negli adempimenti relativi a manufatti e strutture di cemento armato, a discapito degli altri professionisti dello stesso settore.
Il modus operandi posto in essere ha permesso di condizionare illecitamente anche i tempi di trattazione delle pratiche presso detto Genio Civile, consentendo agli imprenditori e privati cittadini che “transitavano” presso il richiamato studio tecnico la sollecita definizione delle relative pratiche, attraverso la predisposizione e il deposito di atti ideologicamente falsi, come relazioni di collaudo di manufatti effettuate solo sulla carta e non in
concreto.
Mirate intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno accertato che i privati e gli imprenditori agevolati, spesso con la complice mediazione dei professionisti, ripagavano l’illecito servizio con la promessa e la dazione di denaro contante ovvero altra utilità.
In un caso, infatti, è stato accertato che, in cambio di affidamenti diretti in somma urgenza di lavori presso strutture di due Pubbliche Amministrazioni, l’imprenditore favorito ha praticato al citato Capo del Genio Civile un consistente sconto rispetto all’originario credito vantato nei confronti di una società operante nel settore delle energie rinnovabili, amministrata di fatto da predetto Pubblico Ufficiale.
Altre utilità per il Capo del Genio Civile di Trapani sono consistite nell’avvenuta esecuzione, ad opera di un imprenditore, di alcuni lavori edili presso una delle sue abitazioni, all’incirca contestualmente a lavori edili che hanno interessato un manufatto condominiale presso cui il predetto Pubblico Ufficiale aveva un’ulteriore abitazione. Gli oneri economici dei lavori relativi ai due distinti immobili sopra citati, alla fine, sono stati fatti gravare esclusivamente sull’intero condominio attraverso l’emissione di fatture appositamente gonfiate, con la conseguenza che gli interventi fatti a casa del Pubblico Ufficiale sono stati coperti dalle somme fraudolentemente imputate al condominio in misura maggiore rispetto al costo degli effettivi lavori eseguiti a favore di quest’ultimo. Il compiacente imprenditore, come contropartita, ha ottenuto due affidamenti diretti presso un manufatto di una Pubblica Amministrazione.
Le indagini espletate dalle Fiamme Gialle trapanesi, inoltre, hanno permesso di accertare ulteriori e diverse condotte illecite poste in essere da tre imprenditori titolari di altrettante aziende di autotrasporti operanti nel Comune di Alcamo, i quali, attraverso l’utilizzo di falsi buoni di prelievo di acqua, hanno provveduto ad effettuare numerosi emungimenti di acqua potabile presso il serbatoio comunale, senza corrispondere la prevista tariffa a detto ente locale. Le attività investigative hanno, poi, evidenziato anche il sistema illegale di emungimento dell’acqua da pozzi privati con la costante destinazione di acqua non potabile al consumo umano (ad esempio, presso un centro dialisi, scuole e bar), situazione di illegalità nella quale tempestivamente è intervenuto il Comune di Alcamo con una specifica regolamentazione delle procedure di attingimento dell’acqua potabile dal serbatoio comunale denominato “Bottino”.
Dalle descritte attività di indagini tecniche è stato possibile disvelare anche un diverso contesto criminale, confluito in un secondo procedimento penale che ha visto coinvolto il Dirigente del III Settore Lavori Pubblici del Comune di Castellammare del Golfo, il quale, ponendo in essere atti contrari ai propri doveri d’ufficio, ha sistematicamente agevolato due noti imprenditori titolari di altrettante società di costruzioni di edifici, estrazione di pietre e coltivazione, attraverso l’assegnazione di appalti pubblici e l’affidamento diretto di lavori pubblici in somma urgenza, in violazione della normativa in materia di Codice degli Appalti e dei Lavori Pubblici.
Infatti, le attività di natura tecnica, unitamente alla copiosa documentazione acquisita, hanno permesso di accertare che gli imprenditori illecitamente agevolati hanno indebitamente ricompensato il Dirigente pubblico attraverso la concessione del godimento gratuito – in favore di quest’ultimo e della moglie - di una porzione di terreno di proprietà di una delle due società riconducibili ai richiamati imprenditori, per consentirvi l’installazione di due campi eolici per la produzione di energia elettrica.
Tra le condotte criminose contestate è stato accertato, altresì, che il Dirigente del III Settore Lavori Pubblici ha provveduto ad affidare ai due imprenditori coinvolti l’esecuzione di lavori in somma urgenza, consentendo loro di beneficiare di maggiori introiti attraverso illegittime delibere comunali di varianti in corso d’opera.
In diversi altri casi, i medesimi imprenditori hanno ottenuto l’aggiudicazione di appalti pubblici - nonostante l’irregolarità della posizione contributiva che l’avrebbe esclusa - con offerte caratterizzate da forti ribassi, potendo contare per l’appunto sulle varianti in corso d’opera.
Le indagini in rassegna confermano l’efficace impegno della Guardia di Finanza trapanese, sotto la costante e puntuale direzione della locale Procura della Repubblica, nella lotta alla deleteria piaga della corruzione nella pubblica amministrazione e degli sprechi nella gestione delle risorse pubbliche, allo scopo essenziale di salvaguardare i legittimi interessi e la dignità degli imprenditori, dei cittadini e dei pubblici funzionari onesti.
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