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21/11/2018 09:35:00

"Al carcere di Trapani mio figlio costretto a vedere il padre sorvegliato a vista"

 “Mio figlio costretto a vedere il padre in carcere in una stanza squallida, controllato a vista, nel carcere di Trapani”. E' la denuncia che fa la compagna di un detenuto al penitenziario di Trapani. Rivendica il diritto del figlio, un bambino di otto anni, di vedere il padre in un luogo meno triste, meno squallido, come le ludoteche e le aree verdi. Lo ha fatto con una lettera invita al direttore del penitenziario. L'avvocato Fabio Pace, che assiste la famiglia, sensibile al problema già in precedenza sollevato, consapevole delle difficoltà nella gestione dell'Istituto penitenziario, si auspica un miglioramento nei colloqui che vedono come protagonisti i figli minori dei detenuti.
Ecco la lettera della donna.

 

Sono la compagna di un ragazzo da voi detenuto e mi preme scrivere con grande rammarico circa lo svolgimento dei colloqui con i minori. Ciò che mi è difficile capire è come mai, nonostante le aree verdi e la ludoteca presenti nella vostra struttura, i bambini si ritrovano a fare i colloqui in grandi stanze, squallide, prive di anima e spesso sporche. Capisco che il posto non è un hotel a 5 stelle e che non è un luogo ludico, ma coloro che devono essere puniti sono gli adulti non i bambini. I bambini che sono sempre le vere vittime, dovrebbero essere tutelati, come previsto dalle varie norme sui diritti del minore, come sancito dalla carta dei diritti dei minori e come espresso in più punti nel progetto” bambini senza sbarre”, a cui anche la vostra struttura aderisce. Ci ritroviamo in una società dove si ostenta il rispetto per i bambini, dove si lotta per dare un futuro migliore a coloro che saranno il nostro futuro , e poi quando dobbiamo tutelarli ce ne dimentichiamo. Mio figlio, di quasi 8 anni, ha bisogno di vedere il padre, quella figura che in questi anni lo ha sempre sostenuto, amato e protetto. Quello che per lui è il suo eroe. E adesso dovrà vederlo in una di quelle stanze, sorvegliato a vista. E non discuto il fatto che chi sbaglia deve pagare, quello che discuto è il poco impegno che vedo nella tutela dei bambini. Non capisco perché al trauma del distacco della figura genitoriale, debba aggiungersi anche la preoccupazione, del vedere il proprio genitore rinchiuso in una stanza ,attento ad ogni movimento. È giusto punire chi sbaglia , e rieducare questi ultimi, ma è giusto dare a un bambino il peso delle preoccupazioni e delle sofferenze dei genitori? E se i genitori hanno sbagliato , è giusto che chi ha le competenze di alleggerire questa situazione non si impegni affinché questi siano tutelati e protetti? Mio figlio non ha ancora visto il padre , ma presto lo farà ed io vorrei che per lui , fosse un momento di gioia assoluta , e non di preoccupazione e smarrimento.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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