Se mi danno della puttana, anzi, della buttana, lo preferisco alla siciliana, non me la prendo. Un giornalista deve essere buttana, e figlio di, per fare bene questo mestiere.
Ecco perchè in questi giorni non partecipo ad alcuna manifestazione dei giornalisti italiani, tra le tante organizzate qua e là, sull'onda degli insulti del duo Di Maio - Di Battista. E non me la prendo più di tanto.
Lo faccio anche perchè penso che per rispondere a queste polemiche meschine la risposta sia una e una soltanto: lavorare ancora di più, lavorare ancora meglio, riscattare un mestiere che noi per primi, noi giornalisti, abbiamo contribuito ad ingrigire.
I Cinque Stelle, per il resto, sono vecchi come il potere che c'era prima, e come quelli che verranno dopo di loro (non siete eterni, raga!). E quando non li allisci, si arrabbiano. Un politico a Cinque Stelle è come i precedenti, e ragiona con modi alla "Maial College": un giornalista che lo accarezza, è il migliore. Un giornalista che non lo considera, è una buttana.
Quando ad esempio denunci la saldatura tra cretineria e antimafia baraccona che praticano dalle nostre parti, ti querelano. Di nuovo, rispetto a quelli di prima, ci sono soltanto i toni più sguaiati. Gente come Piera Aiello e Maurizio Santangelo fa rimpiangere la compostezza di D'Alì, la capacità di incassare di Turano. Non si sono mai permessi, quelli della "casta" di trascinare i giornalisti in tribunale per questioi di lana caprina, mai mi hanno dato del "killer" in un'aula di un palazzo di giustizia. Insomma, si stava meglio quando si stava peggio.
I Cinque Stelle si devono rassegnare: denunciano sempre che i poteri forti li attaccano. Ma oggi il potere forte, in Italia, sono loro. E compito di noi giornalisti è continuare a sollevare dubbi, fare domande. Come facevamo con Forza Italia, con il Pd, con tutti. Si fanno domande non per un pregiudizio nei confronti loro, ma perché è il nostro mestiere. I Cinque Stelle invece non sopportano essere contraddetti (e, da quello che mi dicono, anche al loro interno per chi dissente c'è la purga...). Da qui le querele, le espressioni volgari, il trash. Che nasce anche dal fatto che questa che ci governa è la classe politica più ignorante e maleducata di sempre, tanto da minacciare l'utilizzo di una legge (quella sul taglio dei contributi all'editoria) per manganellare i giornali.
Noi continuiamo a fare i giornalisti, e a cercare di farlo bene. La mia bussola è sempre la stessa: più il potere perde la pazienza, più vuole dire che stiamo lavorando bene. Nel marciapiede, che è il nostro posto, da dove il mondo si guarda meglio.
Giacomo Di Girolamo