C'è qualcosa di crudele in questo sole, nel sole di Sicilia. Che splende innocente il giorno dopo che il maltempo si è portato via in poche ore dodici persone.
Giuseppe Giordano ha perso, sabato sera, tutta la famiglia. C'era una cena, a casa sua, una festicciola in famiglia, come si conviene nel ponte dei Morti, in provincia di Palermo. Lui è uscito per andare a comprare i dolci. Quando è tornato, il fiume Milicia, sconosciuto ai più, era entrato con violenza dentro casa, aveva schiantato tutti: nove morti.
Tutto ciò che altrove è pericoloso, in Sicilia diventa catastrofico. L'ondata di maltempo che ha attraversato l'Italia ha creato piccoli disastri qua e là, messo in ginocchio alcune zone del Paese, riempito le cronache dei giornali. Tutto sommato, siamo nell'ambito del funesto, ma prevedibile: il sottopasso che si allaga, l'onda anomala che travolge il porticciolo, un pezzo di montagna che si spezza e porta via ettari di bosco. In Sicilia, invece, è bastato un sabato sera per costruire l ennesima 'apocalisse: il fiume che si mangia un'intera famiglia, i dispersi, le persone che annegano in strada.
Si dice che, queste, siano vittime del maltempo. E' una bugia, ed è per questo che splende il sole, il giorno dopo, perché è una bugia accusare il maltempo, sarebbe come accusare la notte o le stagioni. E' il cemento che ammazza, siamo noi.
Quando sabato notte è arrivata la notizia di quello che era successo a Casteldaccia tutti abbiamo pensato: sarà dove era stata costruita questa casa... Sì, l'abbiamo pensato tutti. Un pensiero di pochi attimi, poi il dolore e lo strazio, la cronaca, hanno preso il sopravvento. Ma in tarda mattinata, domenica, qualcun altro è tornato a chiederselo: sarà come e dove era stata costruita questa casa. Perché tutti lo sapevamo che quella casa era abusiva. Ce lo diceva l'istinto, il fatto di avere a che fare con le cose di Sicilia. E così si è scoperto, con meraviglia di tutti, tranne nostra, che quella casa, si, era abusiva. E a sera dappertutto non si parlava d'altro: che su quella specie di villino c'era un ordine di demolizione, mai eseguito, che in Sicilia ci sono centinaia di migliaia di case abusive, costruite sulla costa, o sui letti dei fiumi, o sotto le montagne. E gli esperti, e i politici, e i giornalisti, tutti a fare la stessa domanda: ma come è possibile? Altrove, se fai un cantiere abusivo arrivano i vigili urbani dopo due giorni a bloccare tutto, perchè in Sicilia non accade?
Eh, già, perché? Anche in questo caso, la sappiamo tutti, la risposta. La sa il Sindaco di Casteldaccia, come tutti i suoi colleghi, la sa il presidente della Regione Musumeci e tutta l'Ars, la sa anche Mattarella, che è siciliano, e conosce le cose di qui, e le cose di qui sono la prassi, e la prassi dice che ci sono le cose che si possono fare, e quelle che sulla carta non si potrebbero, ma poi si vede. Ed è sul "poi si vede", sul "futtitinne", che si è basato e si basa la gestione del territorio in Sicilia. Non conta l'onestà, conta la furbizia. Non puoi costruire? Hai mille modi per aggirare il divieto. Il Comune ti scopre? Hai altri mille complicità per fare finta di nulla. Calati junco, ca passa la china.
Dico una cosa grave, ma per me necessaria. Il signor Giordano dice che lui non sapeva che quella casa era abusiva, e che andava demolita. Se la prende, disperato, con i proprietari, che gliela avevano affittata da anni, senza dirgli nulla.
Io non gli credo. E non ci sto.
Un mio amico questa estate voleva affittare una casa a Marsala, vicino il mare. Ne ha trovato una, si è messo d'accordo per il prezzo con il proprietario, poi gli ha chiesto, prima di fare il contratto, anche i documenti attestanti la regolarità dell'edificio e la sua abitabilità. Ovviamente non c'erano. E lui la casa non se l'è affittata. L'intermediario gli ha dato del "cantaro", perché non ha capito cosa c'entrasse l'abusivismo con la bella comodità della casa a due passi dal mare.
A Marsala, come in altri Comuni, centinaia di case abusive sono, sulla carta, proprietà del Comune, perché requisite per la loro inedificabilità assoluta. Di fatto, restano nella disponibilità dei proprietari, che ci vivono, le affittano, si lamentano se la raccolta dei rifiuti passa con ritardo o se l'acqua non arriva. Il signor Giordano avrebbe potuto chiedere e non lo ha fatto. Probabilmente quell'affitto era pure in nero. Il Sindaco di Casteldaccia avrebbe potuto abbattere quella casa e non ha voluto e potuto. Chi doveva costruire poteva fermarsi ed è andato avanti. Così come qualche geometra, un architetto, un ingegnere, dei muratori, hanno messo chi la firma, chi la mano, chi un colpo di calce sulla tragedia.
Le cose non avvengono per caso. E' un caso, invece, se certe tragedie avvengono così raramente, in Sicilia. Di fronte alle intemperie della vita, alle difficoltà, come diciamo sempre noi siciliani? "Calati juncu, ca passa la china". Il giunco è la canna che cresce nei torrenti. Quando arriva la piena, il giunco si piega, resiste alle correnti adattandosi, poi passa la piena e il maltempo e potrà tornare a svettare.
Qualche volta il giunco si spezza. Il giorno dopo lo riscalda un sole crudele.
Giacomo Di Girolamo