Da qualche settimana a Marsala è stato approvato il bilancio di previsione, non senza lasciare una coda di polemiche e veleno.
L'Amministrazione Comunale ha voluto chiarire alcuni aspetti spogliandosi della responsabilità per il ritardo con cui è stato approvato l'atto.
La politica ne esce a pezzi, il Partito Democratico di Marsala si muove seguendo anime diverse.
Il gruppo ufficialmente è formato da cinque consiglieri, di fatto sono in tre a vestire i panni di veri consiglieri dem di maggioranza, si tratta di Federica Meo, capogruppo, Mario Rodriquez e Calogero Ferreri.
Gli altri due, Antonio Vinci e Angelo Di Girolamo, sono autonomi. Non si allineano al partito, di cui dicono di fare parte, e votano come gli aggrada.
Il caso politico è quello di Vinci che nelle ultime votazioni ha deciso di bocciare l'emendamento al bilancio della sua capogruppo per poi, invece, votare quelli del presidente del consiglio Enzo Sturiano. L'asse con il presidente di Sala delle Lapidi è consolidato da mesi, oramai.
Fatto più eclatante è il voto contrario, di Vinci, al bilancio, l'atto politico per eccellenza.
Eppure il consigliere continua a dire di essere del Pd, che nessuno lo può cacciare, che lui è uno dei fondatori del partito e così via. D'altronde il Pd in questo momento è tutt'altro che organizzato, e gli organi direttivi – provinciali e regionali - stanno lasciando che a Marsala imploda tutto. Non interviene nessuno. C'è silenzio, si assiste a situazioni che nulla hanno a che fare con la buona pratica della politica e che fanno pensare a una copertura di cui lo stesso Vinci ha sempre goduto. Lo stillicidio dei dem continua, sotto lo sguardo di chi dovrebbe fare qualcosa e invece lascia correre.
Tutto prevedibile, del resto hanno voluto un commissariamento su Marsala con la figura di Domenico Venuti per poi, a dimissioni avvenute, lasciare il partito senza una guida.
C'è il silenzio totale sulla incresciosa situazione, e così sarà ancora. Succede quando il primo partito di maggioranza decide che sui territori non ci deve più stare, che i consiglieri si devono muovere singolarmente. Succede, quando si decide che su Marsala nessuno deve essere messo nelle condizioni di poter emergere. Succede, quando gli appartenenti al partito, di Marsala, si lamentano dietro le quinte dei deputati regionali e poi però non hanno il coraggio di essere conseguenziali, non sono capaci di organizzarsi autonomamente. E' una farsa continua.
Dicevamo, la politica ne esce dall'approvazione di questo bilancio con le ossa rotte.
Il sindaco, Alberto Di Girolamo, non ha più una maggioranza, in compenso Sturiano ha creato la sua, trasversale, in consiglio comunale.
Una maggioranza che è anche opposizione all'Amministrazione, che getta lo sguardo alle elezioni del 2020, e difatti Sturiano ha presenziato alla manifestazione dell'Anci, come se volesse portarsi avanti col lavoro.
Intanto c'è una città che guarda, che si lamenta delle piccole cose. Si chiede solo normalità, dall'illuminazione alla cura del verde pubblico, alle strade piene di buche. Quella normalità che aveva promesso Di Girolamo e che non è riuscito fin qui a garantire.
Quelli a seguire saranno mesi difficili, con un dialogo traballante, con una campagna elettorale che incombe e con tante alleanze pronte a nascere, per finire dopo pochi giorni.