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25/10/2018 06:00:00

Trapani, Giacomo Tranchida sul caso anziani e disabili: "Il Comune non si tira indietro"

 La scorsa settimana sulla pagine di Tp24 ci siamo occupati della vicenda delle duecentottanta persone tra anziani e disabili che a Trapani non ricevono il servizio di assistenza domiciliare perché sospeso per mancanza di fondi e perché non sarebbe obbligatorio (potete leggere qui il nostro articolo) .

Ad essere chiamata in causa è stata l’amministrazione comunale e in prima persona il sindaco Giacomo Tranchida, che abbiamo ascoltato al Volatore di Rmc101 e del quale oggi riportiamo il suo punto di vista su tutta questa vicenda. Il sindaco di Trapani rassicura i cittadini sul fatto che il Comune sta facendo tutte le verifiche del caso e che, per chi ha realmente bisogno non si tirerà indietro nell’offrire il proprio sostegno, la solidarietà e l’assistenza. 

L’assistenza domiciliare agli anziani portatori di handicap non è un servizio obbligatorio per legge.  Rientra tra i servizi annoverati nella famosa ex legge 22, quando la Regione Sicilia aveva i soldi, per capirci, e si pensava al welfare e all’eden per chi sta peggio, ma nel tempo non è andata più così. Dalla Regione hanno detto ci sono dei servizi obbligatori, ad esempio gli assistenti addetti alla comunicazione per i bambini che hanno bisogno di assistenza e ci deve pensare il Comune. Poi è stato detto: “in Sicilia siamo più poveri, le scuole sono messe male” e dato che ci sono pochi bidelli, anche il Comune deve occuparsi dell’assistenza, ma alla fine la coperta sempre quella è?

I soldi il comune da dove li piglia dal momento che non ci sono più i fondi straordinari come fino a questa estate con i fondi Pac della Regione che non sono stati più erogati. Dicono che a fine anno ci daranno qualcosa, ma sono solo chiacchiere, al momento questi soldi non ci sono e il comune deve utilizzare al meglio i soldi che ha e ha dovuto fare una scelta, dolorosa, quella di dire: cerchiamo di dare un aiuto a chi realmente ne ha bisogno e nel momento in cui si trova in una condizione di abbandono, che per legge sono tenuti ad occuparsene i familiari entro il quarto grado, ho chiesto di andare a fare un’analisi delle graduatorie. Se si scopre dentro quelle graduatorie che i parenti  tenuti agli alimenti e all’assistenza di un loro familiare entro il quarto grado e non lo fanno, non posso chiedere al cittadino trapanese e quindi al Comune di farlo per un parente inadempiente, così si denuncia il parente e un’autorità giudiziaria li chiamerà a pagare per la mancata solidarietà e per il vincolo familiare verso il parente bisognoso.

Questa è la situazione. Noi stiamo cercando con le poche risorse che abbiamo, di ottemperare agli obblighi di legge per dare servizi, soprattutto, nei confronti dei bambini nel mondo della scuola e non solo, per i quali la legge ci obbliga ad effettuare i servizi. Per quelli facoltativi tra i quali l’assistenza domiciliare agli anziani e disabili, stiamo cercando di individuare realmente quei casi più disperati e bisognosi.

Ma non mi si dica, come ho letto su TP24, che c’è un signore a cui mancano entrambe le gambe e ha bisogno dell’assistenza domiciliare. In questo caso bisogna chiedersi dove è finito il parente che si piglia l’indennità di accompagnamento. Perché, se ad una persona mancano entrambe le gambe, gli spetta di diritto l’indennità di accompagnamento.

Se c’è il signore semiparalizzato che non ha un accompagnamento e non ha parenti fino al quarto grado tenuti agli alimenti e all’assistenza, o che non hanno una capacità reddituale che gli consenta di aiutarlo, se ne occuperà il Comune. Che sia chiaro, altrimenti finisce che il povero cristo che è sprovveduto, che ignora la norma rischia di morire a casa e il furbetto, invece, riceve gli aiuti. Non so se il messaggio è chiaro. Stiamo cercando di individuare le risorse e fare una graduatoria che tenga conto delle condizioni oggettive di difficoltà delle persone. Capisco che ci sono delle persone che lavorano nelle cooperative e guardano a questo giro di vite come un contenimento della loro possibilità lavorativa ma o il Comune cerca di garantire i servizi a chi ne ha più bisogno oppure facciamo come “mamma Regione” che dà soldi a destra e a manca e poi si trova sull’orlo del fallimento. La mia non vuole essere una replica né una polemica ma solo un modo per chiarire come stanno realmente le cose, sapendo che, per chi è realmente in difficoltà, il Comune non si tirerà indietro.