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12/10/2018 06:00:00

Sicilia, le scelte della politica: strategie di Forza Italia e Pd per uscire dalla palude

 Si è conclusa la settimana scorsa la due giorni di dibattito, meglio nota come “Faraona”, che ha visto al centro un confronto interno al Partito Democratico.

Non sono mancate le posizioni diverse espresse non solo al Santa Cecilia di Palermo ma anche, per come i mezzi impongono, via social.

La kermesse, alla sua terza edizione, ideata dal senatore dem Davide Faraone, renziano della prima ora, ha visto la partecipazione di tanti tesserati del partito, nonché di alcuni dei deputati regionali dem.
La partecipazione, poi, di Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia e presidente dell'ARS, ha creato qualche mugugno.
In verità è stato uno dei pochi interventi seri e concreti, senza filosofia ma con pragmatismo.
Un intervento breve e mirato, colorito come suo fare.
Ha centrato il punto: mentre il PD e Forza Italia discutono di congressi e di chi possa essere il futuro segretario, Lega e movimento Cinque Stelle stanno arrivando a percentuali bulgare, governeranno per molto tempo ancora.
Come dare torto a Miccichè, che continua il suo intervento sostenendo che non ha una ricetta magica ma apprezza il modo con cui dialoga con Faraone.
Un dialogo che mira ad una apertura, che segna un nuovo inizio, un modo rinnovato di intendere la politica, più centrista e meno arroccata a posizioni di diniego.
Oggi, la formula è quella di guardare oltre il campo dei settarismi per rilanciare la politica intesa come ascolto.
In questo Faraone è stato molto coraggioso, se ne è fregato dei suoi compagni di partito, che non hanno gradito questo passo avanti, e ha lanciato la sfida, capendo che i pregiudizi e il chiudersi ancora su posizioni di baronaggio non porterebbero altro che ad ulteriori sconfitte.
Gli interventi di sabato dei due deputati regionali, Baldo Gucciardi prima e Peppino Lupo poi, hanno reso benissimo il quadro di tutto.
Solo posizioni politiche personali da tutelare e non discorsi ampi che gettino lo sguardo in là e che guardino al mutamento del tessuto sociale.
E a dimostrazione di questo nessuno li ascolta più. Se la cantano e suonano da soli.
Lupo, poi, si è superato. Il suo intervento è stato pari a quello di capo condominio. Non bisogna, secondo il capogruppo all'ARS, andare oltre il PD, non bisogna guardare ai centristi e nemmeno a Forza Italia, bisogna, invece, guardarsi negli occhi, tra di loro.
Cioè tra quei pochi che sono rimasti, che non hanno coltivato più il vivo confronto sui territori, che hanno lasciato che i circoli chiudessero dietro lo stillicidio di guerre intestine che hanno consumato anche il più santo dei consiglieri comunali.
Questi atteggiamenti hanno fatto sì che la gente si allontanasse, anche in ragione del fatto che taluni si fanno vedere solo sotto campagna elettorale, con liste che nella maggior parte dei casi sono create ad hoc per scattare un solo seggio e non avere, nella stessa provincia, altri punti di riferimento.
Per la verità non si vede in giro nemmeno la carica eletta.
Non è andato leggero nemmeno Antonello Cracolici, con un post sui social, ha fatto intendere che anziché cambiare il partito Faraone farebbe bene ad uscire dal PD.
Come dire, raccontiamo che a casa nostra va tutto bene, poi se non viene nessuno a trovarci diciamo che la colpa è la loro, che non capiscono.
Il fatto è che l'elettore non ci casca più, l'appuntamento delle elezioni europee del 2019 consegnerà al PD un'altra sconfitta.
Non ci sono situazioni migliori dentro gli altri partiti, Forza Italia è a brandelli.
I coordinatori provinciali sono assenti, guardano al loro orticello, si preparano al prossimo appuntamento elettorale senza avere contezza delle espressioni del tessuto sociale.
Miccichè è stato chiaro: nessuna alleanza con Matteo Salvini.
E' un centro destra in sofferenza, la percentuale degli azzurri è sotto il 10%.
Chiudere a Salvini significa pure chiudere con Fratelli d'Italia e, in Sicilia, con Diventerà Bellissima, ma i forzisti da soli non possono raggiungere grandi obiettivi.
L'UDC non esiste più, a livello nazionale è meno di un prefisso telefonico.
La Faraona può trasformarsi in un laboratorio di idee, e chissà, magari, aprire a nuove alleanze che porteranno un nome diverso.

 



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