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06/10/2018 06:00:00

In Sicilia adesso è obbligatorio per i politici dichiarare l'appartenenza alla massoneria

 E’ passata all’Ars la proposta avanzata dal deputato catanese Claudio Fava in commissione Affari istituzionali dell’Assemblea siciliana circa il disegno di legge che aveva come intento di obbligare i politici a dichiarare se facciano parte della massoneria.

Da oggi in poi dunque, consiglieri comunali, sindaci, deputati e assessori regionali saranno obbligati a dichiarare la loro eventuale iscrizione a logge massoniche.
“La Sicilia è la prima regione d’Italia ad avere una legge di questo tipo; nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia” – ha dichiarato un entusiasta Claudio Fava immediatamente dopo l’approvazione della legge regionale.

Nettamente contraria è Eleonora Lo Curto: “Mai una legge è stata subdola e cattiva come questa voluta dell’onorevole Fava che persegue obiettivi discriminatori e persecutori solo ed esclusivamente nei confronti della massoneria. È una legge liberticida, perché se fosse animata dall’esigenza esclusiva della trasparenza, dovrebbe essere estesa a ogni e qualsivoglia formazione associativa cui i deputati possono essere iscritti. C’è un pregiudizio ideologico che accomuna le opposizioni che disconoscono la storia antica ed anche recente della massoneria che pubblica il proprio statuto per il quale ogni adepto giura fedeltà ed obbedienza alla Costituzione e alle leggi dello Stato”.

La Lo Curto non fa sconti: “Il parlamento si copre di ridicolo approvando una legge stupida ed insulsa che rischia di essere impugnata e che nulla aggiunge all’obbligo dei deputati di fare in modo trasparente il proprio dovere. Piuttosto che conoscere se un deputato sia o meno iscritto alla massoneria, ai cittadini credo interessi cosa abbia fatto e quanto abbia lavorato per fare leggi finanziarie che producano sviluppo e creino occupazione”.

Rammaricato per l'approvazione della legge è Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente: “In Sicilia è stata scritta una pagina nera per la democrazia e la libertà d'associazione nel nostro Paese. La legge votata ed approvata dall'Assemblea regionale siciliana è qualcosa di mostruoso sul piano giuridico e morale...Si tratta di un provvedimento molto grave e pericoloso perché viola norme costituzionali ed europee e mina palesemente la libertà di ogni individuo”.
Bisi annuncia battaglia legale contro un provvedimento che “ghettizza e marchia in modo inqualificabile e pretestuoso i massoni, ripristinando un necessario e ineludibile diritto alla libertà di ogni cittadino di far parte di qualsiasi associazione".
 



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