A Trapani si litiga ancora sui distributori di acqua potabile in città. Alla dichiarazione della consigliera Bianco, riguardo la mancata urgenza di un distributore gratuito di acqua potabile rispetto alle ben altre emergenze della città, arriva la ferma risposta di Francesca Trapani e Chiara Cavallino (M5S), fautrici della mozione per le cosiddette “case dell’acqua” (insieme alla collega di Forza Italia, Claudia La Barbera), all’ordine del giorno domani in consiglio comunale.
Come si legge nella loro ultima dichiarazione, per le consigliere grilline, i benefici del dispenser andrebbero dal risparmio di 20 centesimi per l’acquisto di una bottiglia alla riduzione dei costi e dell’inquinamento legati a produzione, trasporto e recupero della plastica. Inoltre, il doverlo usare con gettoni o tessera sanitaria (al contrario delle fontane a utilizzo libero) preparerebbe il mercato conferendo all’acqua un prezzo e un nuovo valore.
I vantaggi non finirebbero qui: come spiegato nella mozione, «le “case dell’acqua” possono diventare punti di aggregazione sociale, di incontro e di dialogo, allestendole in modo idoneo sia dal punto di vista costruttivo, ad esempio dotandole di panchine e tettoie, sia logistico, consentendo un facile accesso e un adeguato parcheggio».
Nella dichiarazione, Trapani e Cavallino chiedono anche alla Bianco quali provvedimenti abbia preso lei, nei tre mesi di governo comunale, a favore dei cittadini e prioritari all’installazione del distributore. Le acque fra maggioranza e opposizione in merito alla faccenda non sembrano placarsi.