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15/09/2018 06:00:00

Oggi il Papa a Palermo, nel ricordo di Don Pino Puglisi - LA DIRETTA

18:00 - Clima di grande festa a piazza Politeama dove oltre 5mila giovani hanno atteso per ore l’arrivo di Papa Francesco.Musica, canti e balli nell’attesa di Bergoglio che raggiunge i ragazzi dopo l’incontro con il clero in Cattedrale.

Al suo arrivo un lungo applauso e tutti ad esclamare: “Francesco, grazie!”.

Ad introdurre le parole del papa l’arcivescovo Lorefice che ha invitato i giovani a non scoraggiarsi mai, nonostante in questa Terra di Sicilia sia tutto più difficile che altrove. Tre le domande che i ragazzi hanno rivolto a Bergoglio per voce di Immanuel da Monreale, Gaia da Caltanissetta e Francesca da Palermo. Le loro domande hanno riguardato il futuro, il tema dell’accoglienza, l’eredità del sorriso gioioso di Padre Puglisi nonostante la tentazione al vittimismo dei tempi moderni.

“Come vuole Dio che viviamo il nostro essere giovani in questo momento?”, è quanto si chiedono i presenti.

“Stancante ma bella, bella, bella – ha commentato il Papa in merito alla giornata a Palermo”.
Poi rivolgendosi ai giovani: “Conoscevo le domande ed avevo scritto qualche risposta ma preferisco parlare con voi con naturalezza”.


Come si ascolta il Signore? Ecco la battuta del Papa: “Voi avete il numero del telefonino?”.
E poi: “Il Signore non si ascolta stando seduti in poltrona con una vita comoda. Rimanere seduti nella vita crea interferenza con la parola di Dio che è dinamica. Dio si scopre camminando e non aspettando che nella vita accade magicamente qualcosa. Nella Bibbia il Signore chiama continuamente gente giovani, pensate ai due discepoli di Emmaus o a Davide che pascolava il gregge mentre i suoi fratelli se ne stavano a casa tranquilli.
Dio detesta la pigrizia e ama l’azione, mettetevelo in testa. I pigri non potranno ereditare la voce del Signore.
Si tratta di muovere il cuore, metterlo in cammino. Non vi sentiate mai arrivati, mai! Gesù crede in voi più di quanto voi crediate in voi stessi”.

E ancora: “Sognate in grande, perché nei grandi sogni il Signore ci dice qualcosa. Bisogna camminare, ascoltare, sognare. C’è un altro verbo da mettere in pratica: è servire. Non bisogna mai vivere per se stessi, si diventa come l’aceto”.


Ai presenti racconta: “E’ la prima volta che vengo in Sicilia anche se sono stato a Lampedusa. Avete avuto tante dominazioni, voi siete un popolo di incontro e di culture di tante persone. Voi dovete saper dialogare, la vostra vocazione sarà essere uomini e donne di incontro, mentre il mondo di oggi è di guerra e di scontri. Ma potrete farlo solo se crederete che tutto può cambiare. No al gattopardismo”.

A concludere l’incontro la benedizione del Pontefice: “Signore Dio, guarda a questi giovani. Tu conosci ognuno di loro. Tu sai cosa pensano e che hanno voglia di andare avanti. Rendili cercatori di bene e di felicità, rendili audaci nel servire e unili nel cercare le loro radici. Accompagna tutti questi giovani nel loro cammino”.

Molte le lacrime di commozione da parte dei ragazzi presenti dopo aver udito le parole del Pontefice.

17,00 - Vigilare attentamente, affinché la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa“. E’ questo il monito che Papa Francesco lancia ai vescovi e ai sacerdoti siciliani, riuniti nella Cattedrale di Palermo.

E a braccio, aggiunge: “L’abbiamo visto nei giornali: la Madonna che si ferma e si inchina davanti alla casa del capo mafia. No! Questo non si fa!“.

Bergoglio sosta in preghiera davanti alla tomba di don Puglisi, situata in una cappella laterale della Cattedrale. Il discorso del Papa ruota attorno a tre verbi: celebrare, accompagnare, celebrare.

15,30 - Dopo la messa al Foro Italico, a cui hanno partecipato secondo fonti della Santa Sede più di 100 mila persone, e dopo il pranzo con il missionario laico frà Biagio Conte e i poveri della missione Speranza e Carità (dove ha mangiato pollo, olive, formaggio, cous cous e i dolci preparati dalla suore), per Papa Francesco è arrivato il momento di visitare in forma privata la Parrocchia di San Gaetano e la casa che fu di don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia nel quartiere di Brancaccio, 25 anni fa. Decine di lenzuoli bianchi sono stati stesi nei balconi del palazzo antistante piazzetta Anita Garibaldi (da oggi intitolata al beato Pino Puglisi), che si trova nel quartiere. La piazzetta, che attente la visita di Papa Francesco, è transennata e molta gente si è radunata dietro i dissuasori. Il quartiere, in omaggio al Papa, è stato addobbato a festa con le bandiere del Vaticano. Bergoglio visiterà la casa in cui il parroco di Brancaccio abitava, oggi adibita a museo. Ad attendere il Papa, nella piazzetta, ci sono già gli operatori del centro Padre Nostro, fondato da don Puglisi nel 1991, che Francesco incontrerà insieme ai familiari del sacerdote. In un balcone del palazzo antistante la piazzetta sventola anche uno striscione bianco con scritto in rosso: «Grazie Francesco per l’omaggio fatto al coraggioso testimone della verità del Vangelo, il nostro Pino Puglisi».

Al Foro Italico, Francesco, sulle orme di papa Wojtila, ha lanciato un duro monito ai mafiosi, dicendo loro: «Convertitevi!» Dopo la visita a Brancaccio, l'incontro in cattedrale con il clero e alle 17 l'atteso abbraccio con i giovani in piazza Politeama.

14,00 - Alla messa presieduta da papa Francesco al Foro Italico, a Palermo, nella memoria liturgica del beato Pino Puglisi, erano presenti oltre 100.000 fedeli. Lo comunica la Sala stampa della Santa Sede.

12,00 -L 'elicottero con a bordo papa Francesco, proveniente da Piazza Armerina, è atterrato nell'area del Porto di Palermo intorno alle 10,45.

Almeno 80 mila i fedeli arrivati nel capoluogo siciliano, tra isolani e residenti in altre regioni d'Italia.


Papa Francesco, accompagnato dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, è arrivato a bordo della 'papamobile' scoperta nell'area del Foro Italico, dove celebrerà la messa nella ricorrenza liturgica del beato Pino Puglisi. L'area è affollata da decine di migliaia di persone che acclamano il Pontefice al suo passaggio: tra la folla spicca un grande striscione "Rinnoviamo la Chiesa".

"Chi vive per sé, chi moltiplica i suoi fatturati, chi ha successo, chi soddisfa pienamente i propri bisogni appare vincente agli occhi del mondo. La pubblicità ci martella con questa idea, idea di cercare il 'proprio', dell'egoismo, eppure Gesù non è d'accordo e la ribalta. Secondo lui chi vive per sé non perde solo qualcosa, ma la vita intera; mentre chi si dona trova il senso della vita e vince".

Così papa Francesco durante l'omelia al Foro Italico, a Palermo. "Dunque c'è da scegliere: amore o egoismo - ha proseguito -. L'egoista pensa a curare la propria vita e si attacca alle cose, ai soldi, al potere, al piacere. Allora il diavolo ha le porte aperte. Il diavcolo entra dalle tasche. Se tu sei attaccato ai soldi c'è i diavolo. Fa credere che va tutto bene ma in realtà il cuore si anestetizza. L'egoismo è un anestetico molto potente". "Questa via finisce sempre male: alla fine si resta soli, col vuoto dentro, circondati solo da chi vuole ereditare - ha aggiunto -. È come il chicco di grano del Vangelo: se resta chiuso in sé rimane sotto terra solo. Se invece si apre e muore, porta frutto in superficie".

"Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: 'c'era una specie di luce in quel sorriso'". Così papa Francesco a Palermo su don Puglisi.
"Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore - ha detto nella messa al Foro Italico -. È la luce dell'amore, del dono, del servizio.
"Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso - ha aggiunto -, non perché prendono le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell'amore e vivono per servire. È dando la vita che si trova la gioia, perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere". Il Papa ha quindi chiesto: "volete vivere anche voi così? Volete dare la vita, senza aspettare che gli altri facciano il primo passo? Volete fare il bene senza aspettare il contraccambio, senza attendere che il mondo diventi migliore? Volete rischiare per il Signore?".

"Ai mafiosi dico: cambiate fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte. Se la litania mafiosa è: 'Tu non sai chi sono io', quella cristiana è: 'Io ho bisogno di te'. Se la minaccia mafiosa è: 'Tu me la pagherai', la preghiera cristiana è: 'Signore, aiutami ad amare'", ha detto il Pontefice nell'omelia. Voi sapete che il sudario non ha tasche - ha insistito Francesco, non si può portare niente".

"Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere".

Alle 13.30 Bergoglio raggiungerà la missione Speranza e Carità del missionario laico Biagio Conte, che a Palermo assiste migliaia di poveri e garantisce loro pasti caldi. Nella mensa di via Decollati il Papa consumerà con gli ospiti del centro un frugale pranzo preparato nella cucina della missione e alle 15 si sposterà nel quartiere che fu di don Puglisi - nel luogo dove il parroco di Brancaccio fu assassinato - e che il sacerdote tentò di ripulire dalla mafia e dai soprusi.

Seguirà una visita alla parrocchia di San Gaetano e alle 15,30 in Cattedrale per incontrare parroci, sacerdoti e seminaristi di tutta la Sicilia, superiori e superiore delle comunità religiose dell'Isola, accompagnato dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. A chiudere la visita pastorale, alle 17, l'incontro in piazza Politeama tra il Pontefice e i giovani (saranno 4.500, secondo la stima della Curia, i ragazzi presenti in piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama).

10,03 - Il Papa è in Sicilia: a Palermo, Bergoglio ricorderà il beato don Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre del '93. Ma prima di recarsi nel capoluogo siciliano, il Pontefice ha fatto prima tappa a Piazza Armerina, nell'Ennese, accolto da 40 mila fedeli. "Sono contento di trovarmi in mezzo a voi. E' bello il sole della Sicilia!". Così papa Francesco ha iniziato il suo discorso durante l'incontro con i fedeli a Piazza Armerina.

Parlando alla popolazione Francesco ha ricordato "le diverse problematiche che limitano la serenità di questo territorio". "Non sono poche le piaghe che vi affliggono - ha detto -. Esse hanno un nome: sottosviluppo sociale e culturale; sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani; migrazione di interi nuclei familiari; usura; alcolismo e altre dipendenze; gioco d'azzardo; sfilacciamento dei legami familiari".

"Cari fratelli e sorelle, sarebbe bello stare insieme ancora un po'! Sento il calore della vostra fede e le speranze che portate nel cuore, ma sono atteso a Palermo, dove faremo memoria grata del sacerdote martire Pino Puglisi", ha detto papa Francesco nell'incontro con i fedeli a Piazza Armerina. "Ho saputo che, venticinque anni fa, appena un mese prima della sua uccisione, egli trascorse alcuni giorni qui, a Piazza Armerina - ha quindi raccontato -. Era venuto per incontrare i seminaristi, suoi alunni al Seminario maggiore di Palermo. Un passaggio profetico, io credo! Una consegna, non solo ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli di questa diocesi: per amore di Gesù, servire i fratelli fino alla fine!".

"A volte c'è chi dice: 'io non vado a messa, la predica dura 40 minuti, mi annoio'. Così non va bene: tutta la messa deve durare 40 minuti! La predica più di otto minuti non va", ha detto papa Francesco.

09,35 - "Sono contento di trovarmi in mezzo a voi. E' bello il sole della Sicilia!".

Così ha esordito davanti ai fedeli di Piazza Armerina, papa Francesco, giunto in Sicilia poco prima delle otto del mattino, atterrato nell'aeroporto di Catania.

Il Papa si è subito imbarcato su un elicottero alla volta della prima tappa della sua giornata in Sicilia che poi lo porterà anche a Palermo.

Al suo arrivo nel Campo sportivo "San Ippolito", intorno alle 8,30, il Papa è accolto dal vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, dal prefetto di Enna, Maria Antonietta Cerniglia, e dal sindaco della città, Nino Cammarata.

In auto, Francesco ha raggiunto la piazza Europa per l'incontro con i fedeli, circa quarantamila, che lo attendevano fin dalle prime luci del giorno.

Tra loro anche persone malate e detenuti.

Dopo il lungo applauso che ha sottolineato le parole del pontefice sul sole siciliano, papa Francesco è subito passato a elencare "le piaghe" che affliggono il territorio "centro-siculo": "sottosviluppo sociale e culturale; sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani; migrazione di interi nuclei familiari; usura; alcolismo e altre dipendenze; gioco d'azzardo; sfilacciamento dei legami familiari".

"Considerare le piaghe della società e della Chiesa non è un'azione denigratoria e pessimistica" ha aggiunto, spiegando: "Se vogliamo dare concretezza alla nostra fede, dobbiamo imparare a riconoscere in queste sofferenze umane le stesse piaghe del Signore".

"Vi esorto, pertanto - ha concluso -, a impegnarvi per la nuova evangelizzazione di questo territorio centro-siculo, concluso il bicentenario della vostra Diocesi, vi attende una missione avvincente, per riproporre il volto di una Chiesa sinodale e della Parola; Chiesa della carità missionaria; Chiesa comunità eucaristica".

Sono stati 17 mila i pass rilasciati dalla Curia di Piazza Armerina, con posti distribuiti in tre piazze: 8.500 persone solo in piazza Europa dove è stato montato il palco.

Nino Cammarata, sindaco di Piazza Armerina, famosa per i mosaici della Villa romana del Casale, poco dopo l'arrivo del pontefice, ha annunciato ai giornalisti che "La città donerà a papa Francesco un immobile comunale da destinare a centro di accoglienza per i poveri e che sarà affidato alla Caritas".

Il programma prevede che alle 10.15 il Papa lasci Piazza Armerina in elicottero alla volta di Palermo

09,12 -  Migliaia di fedeli sono in fila in attesa di passare i controlli serrati al varco di via Lincoln che porta a uno degli accesi del Foro Italico dove Papa Francesco alle 11,15 celebrerà la messa. Tantissimi "Papaboys", famiglie, enorme il flusso di persone e si allungano i tempi per arrivare sul prato dove è stato allestito il palco con l'altare.

07,00  - Il 25° anniversario della morte di Don Pino Puglisi ucciso a Brancaccio il 15 settembre del 1993, passerà alla storia per l’arrivo del Papa in Sicilia. Dopo la visita agli immigrati di Lampedusa, Papa Francesco sbarca per la prima volta sull’isola e dopo una prima tappa a Piazza Armerina, sarà a Palermo il cuore degli eventi che vedranno il Santo Padre visitare i luoghi di Don Pino.

Nato a Palermo il 15 settembre del 1937, don Puglisi divenne parroco di san Gaetano, a Brancaccio, nel 1990 e subito si occupò delle condizioni di degrado del quartiere: niente scuola, niente presidio sanitario, niente fogne. Il nuovo parroco fondò il centro "Padre Nostro" per istruire i ragazzi e toglierli dalla strada e dalla fauci della criminalità. “Don Puglisi è stato ammazzato perché ci toglieva i ragazzi”, hanno detto alcuni mafiosi nel corso del processo ai mandanti e agli assassini del prete.

Del prete a cui hanno spento il sorriso solo con una pistola, che ha donato la sua vita ai giovani con il suo impegno costante in chiesa e soprattutto in strada, a scuola e all’oratorio, il Papa ha detto: “Alla fine ha vinto lui”. Il suo esempio oggi continua ad ispirare molti giovani, come quelli che ha cresciuto. È diventato beato, e la sua morte lo ha reso immortale. A Brancaccio dove da giorni c’è un quartiere in festa, con i vessilli vaticani a tutte le finestre. Il Papa visiterà i luoghi di don Pino, la sua casa trasformata in museo e la piazza in cui il beato è stato assassinato che non è intitolata più soltanto ad “Anita Garibaldi” ma anche al “Beato Pino Puglisi”.

L’abbraccio di Palermo e dei siciliani al Papa avverrà però al Foro Italico dove arriverà alle 11. La messa, sarà celebrata con 40 vescovi, davanti a 80 mila persone. La sicurezza sarà garantita da oltre 1.500 tra uomini e donne delle forze dell’ordine. Saranno 70 unità dei vigili del fuoco coinvolte e per garantite il primo soccorso saranno distribuite decine di ambulanze e presidi medici in diversi punti strategici. Le autorità fanno sapere, soprattutto per chi arriverà da fuori Palermo, che gran parte della città sarà chiusa già alle 4 del mattino. L’invito a residenti e non è di spostarsi con i mezzi pubblici, sono state programmate diverse corse straordinarie. Zona inaccessibile quella del porto, anche l’asse di via Messina Marine (l’ospedale Buccheri La Ferla ha infatti bloccato sabato l’operatività di alcuni servizi), la stazione, la zona della cattedrale e del palazzo di giustizia e poi anche quella del Politeama-

Alle 13.30 il Papa sarà alla “Missione di speranza e carità” di Biagio Conte dove pranzerà con i poveri e una rappresentanza di detenuti e migranti. Alle 15 la visita in forma privata nel quartiere Brancaccio dove il sacerdote martire è stato ucciso: prima Francesco sarà nella parrocchia di San Gaetano che ebbe come parroco don Pino e poi si fermerà nella casa-museo di Puglisi di fronte a cui il prete di strada è stato assassinato. Alle 15.30, nella Cattedrale, l’incontro con il clero, i religiosi e i seminaristi. Infine alle 17 il dialogo con i 5000 giovani in piazza Politeama. Il Papa ripartirà dall’aeroporto Punta Raisi di Palermo alle 18.30.

 



Native | 2024-11-14 21:00:00
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