Quantcast
×
 
 
05/09/2018 06:00:00

Ospedale di Castelvetrano. Il comitato Orgoglio Castelvetranese, i sindaci e gli altri

 “Siamo stati attaccati duramente e duramente stiamo reagendo, da castelvetranesi non politici. Noi ce lo possiamo Permettere. Il buonismo, ‘facciamo questo affinché ci diano quello’, non funziona. Ci hanno tolto, e ci vogliono togliere, tutto”.
E’ forse la sintesi più esemplificativa del documento di protesta in difesa dell’ospedale, che fa il segretario del comitato Orgoglio Castelvetranese, Rosalia Ventimiglia, in occasione dell’incontro di lunedì sera con i sindaci della Valle del Belice, nella sede del Circolo della Gioventù. Sindaci che avrebbero dovuto firmare il documento (o comunque visionarlo e discuterlo) e che invece non sono venuti. Nemmeno uno.
Pazienza, il documento sarà loro recapitato in occasione di un tavolo tecnico che dovrebbe avvenire a breve. Così come invitato e assente è anche il commissario straordinario della città, Salvatore Caccamo. Ma il comitato non si ferma.

“Il finto buonismo, nel proporre gli ospedali riuniti, non funziona – ha aggiunto il segretario - Il documento è duro, tanto quanto lo è stato l’attacco all’ospedale di Castelvetrano”.
Ed in effetti dal lungo testo letto in sala, tra le altre cose, emerge la convinzione monolitica che l’ospedale di Mazara non si meritava di diventare un DEA (Dipartimento di Emergenza Accettazione) di primo livello, mentre quello di Castelvetrano sì.
La questione viene riassunta da un foglio distribuito ai presenti, contenente due mappe di google affiancate: una riguardante l’area su cui sorge l’ospedale di Castelvetrano e l’altra quella relativa alla struttura di Mazara del Vallo. Più di 43 mila metri quadri di Castelvetrano contro i circa 11 mila di Mazara, il cui parcheggio che starebbero realizzando nelle vicinanze sarebbe abusivo; non essendo previsto dal piano regolatore della città, recita il documento - la realizzazione avverrebbe “in dispregio delle leggi”.

Il documento sarà indirizzato per la seconda volta al presidente della Repubblica, al consiglio dei ministri, all’Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), al presidente della Regione siciliana e al prefetto di Trapani.

Un attacco distruttivo, quello del riordino della rete ospedaliera, che ha comportato un aumento dei “nemici” della città.
“Un attentato alla salute castelvetranese che non nasce da un ragazzino come l’assessore regionale Ruggero Razza – ha affermato durante la riunione, l’avvocato Franco Messina, vicepresidente e leader del comitato – ma che è stato deliberatamente studiato da altri, dai tempi in cui l’assessore alla Sanità era Massimo Russo, per poi proseguire con gli altri. Tutti gli altri!”.

E allora “qui bisogna fare le barricate, altrimenti non ci ascolta nessuno – ha proposto l’avvocato - Dobbiamo fare delle iniziative che possano attirare l’attenzione di ‘Striscia la notizia’, ‘Le iene’, ed altri che di solito vengono qui per dirci che siamo tutti mafiosi e che non paghiamo le tasse, in modo che vedano che c’è della gente che vuole combattere per il nostro ospedale”.
Insomma, una sorta di judo, dove si vince sfruttando la forza dell’avversario. Anzi, appunto, del nemico, ritornando quindi alla spinta originaria da cui è nato l’orgoglio castelvetranese di non essere tutti mafiosi e di non essere tutti evasori, come era stato da molti persecutoriamente percepito durante quella ormai famosa intervista di Rai Uno al commissario straordinario Salvatore Caccamo.

Certo, anche se i sindaci non c’erano, erano comunque presenti alcuni medici e buona parte dei venti membri che costituiscono il comitato. E dato che, l’incontro era comunque aperto al pubblico, c’era anche il dottor Gianni Pompeo, sindaco di Castelvetrano dal 2001al 2012 (e medico), Ninni Vaccara, consigliere comunale fino allo scioglimento del consiglio comunale del marzo 2016 ed inizialmente anche Pasquale Calamia, poi allontanatosi.

La battaglia dell’ex consigliere Vaccara, oggi nel movimento “Insieme si può” con Rosy Milazzo, è in realtà cominciata ancor prima che nascesse il comitato Orgoglio Castelvetranese. Lo stesso Vaccara scrive dalla sua pagina Facebook: “Dopo 5 mesi di lettere, interventi vari, smentite e minacce di querele per procurato allarme... E dopo diversi scontri istituzionali e con la fermezza di sempre nel portare avanti qualsiasi problematica del nostro territorio, sostenuto da tanti amici del nostro gruppo ed in tandem con l'amica Rosy Milazzo, possiamo dire ancora una volta Insieme si può... fare di più. E con la collaborazione di tutti. Se la politica non ci aiuta, noi andiamo avanti lo stesso”. E dopo aver inviato, nei giorni scorsi, una lettera al presidente della Repubblica, al ministro della Salute e al presidente della Regione siciliana, ha scritto anche al senatore Pierpaolo Sileri, presidente della dodicesima Commissione “Igiene e Sanità”, invitando altri a fare altrettanto ed indicando il relativo indirizzo di posta elettronica.

Gianni Pompeo sembra invece molto distante dalla cultura del nemico, affermando che “anche il cittadino mazarese ha diritto alla stessa assistenza sanitaria di un cittadino castelvetranese. La battaglia non va fatta attraverso l’accanimento contro Mazara, ma bisogna pretendere che entrambe le città debbano avere gli stessi criteri di assistenza che hanno i trapanesi, i marsalesi e tutto l’interland. Il DEA di primo livello potrebbe essere fatto tra Mazara e Castelvetrano”.

Alla luce di quest’incontro e delle relative impressioni, abbiamo fatto qualche domanda a Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei sindaci della Valle del Belice.

Come mai lunedì sera non è stato presente all’incontro di Castelvetrano sull’ospedale? Era un’occasione per sottoscrivere il documento proposto dal comitato Orgoglio Castelvetranese.

Avevo un impegno e non ho potuto partecipare, ma nessuno può pensare che avrei firmato un documento così, sic et simpliciter, senza nemmeno confrontarmi con la mia giunta.

E gli altri? Erano stati invitati tutti i sindaci della Valle del Belice.

Possibilmente la stessa considerazione che ho fatto io, l’avranno fatta anche gli altri.

Il documento sembra attraversato da una posizione di attacco nei confronti di Razza e Musumeci, ma anche nei confronti di Mazara del Vallo e del suo sindaco. L’ha letto? Che ne pensa?

Mi è arrivato via mail ieri sera (lunedì, ndr) sul tardi, e non l’ho ancora letto. Però le posso dire che
bisogna fare delle differenze; noi rappresentiamo in qualche modo le istituzioni tutte. Rappresentiamo il popolo che ci ha eletto democraticamente e la questione l’affrontiamo dal punto di vista tecnico-istituzionale. E quindi, il risultato ed il dato politico sul quale poi occorre potersi confrontare, con toni più o meno duri, sono cose che si vedranno quando quest’operazione sarà conclusa al 100%. Siccome è ancora un lavoro in itinere, io sono, per quanto mi riguarda, pienamente convinto che la discussione debba essere riportata all’interno delle istituzioni, dalle istituzioni ed al tavolo delle istituzioni. Il comitato fa tanto lavoro, lo fa bene, ma sono momenti diversi rispetto ad un documento che attacca tizio piuttosto che caio. A noi interessa il risultato. E questo, per esperienza, lo si ottiene ai tavoli istituzionali, sapendo rappresentare le questioni.

Ed il documento del comitato?

Il documento potrà essere condivisibile o meno; io ancora non l’ho letto e non so se sia scritto in modo da poter essere condiviso anche da un’istituzione. Ad ogni modo, in questa vicenda ci sono interessi di diversa natura: c’è l’interesse di qualcuno a mantenersi il primariato, quello di qualcun altro che pensa a cavalcare l’onda per poi candidarsi a sindaco di Castelvetrano, c’è l’interesse di qualcuno che vorrebbe mettersi la medaglia da vecchio politico di un certo tipo, ma c’è anche chi invece cerca di portare avanti l’istanza rappresentando le questioni nei luoghi dove queste vanno rappresentate, avendo quella forza di rappresentanza data anche dai dati oggettivi per poter portare avanti le proprie ragioni. Certo, coinvolgere in maniera diretta l’interesse popolare non può che aiutare.

Gianni Pompeo, che ha partecipato all’incontro di lunedì sera, non era d’accordo con questo attacco frontale a Mazara del Vallo, che ha ritenuto troppo aggressivo e poco produttivo, convinto che entrambe le città dovessero muoversi insieme, per trovare soluzioni condivise. E’ d’accordo?

Condivido. Fare la guerra tra poveri, vuol dire fare il gioco di chi vuole mortificare il territorio. Se invece ci si sedesse ad un tavolo, portando ognuno le proprie ragioni, possibilmente il risultato sarebbe diverso.

 

Egidio Morici