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23/08/2018 06:00:00

Salemi. Vito Surdo e le sue nostalgiche "Viscugghiatini salemitane"

A scanso d'equivoci, diciamo subito che Vito Surdo non e' uno scrittore di mestiere.
Di professione fa l' ortopedico. Con un lungo curriculum che pochi possono vantare. Apprezzato non solo dai colleghi ma anche e sopratutto dalle migliaia di pazienti che a lui si sono rivolti fiduciosi nel corso di mezzo secolo circa.


Attività testimoniata, anche sul piano teorico, da una nutrita bibliografia scientifica. Una ventina di lavori pubblicati su riviste sia nazionali sia internazionali, quali, ad esempio Orthopaedics, e ventisei relazioni per altrettanti congressi nazionali della categoria degli ortopedici.
Ma ad un certo punto, sente il bisogno di cambiare registro il dottore Vito Surdo.
E lo fa con “Una gamba in qualche modo si aggiusta!" ( ce ne siamo occupati su queste colonne nell'aprile del 2016), un libro che già nel titolo a metà ironico avvisa il lettore che su ceri argomenti si può anche ironizzare.
Vi si narrava la nascita del reparto di ortopedia presso l'ospedale di Mirano ( Venezia). Ma appariva subito evidente che l'evento professionale era solo un pretesto. Ciò che interessava allo scrittore-medico era la rievocazione di luoghi e persone che avevano costellato la sua vita professionale e umana .
La stessa tecnica e' usata ora da questo suo ultimo libro.
Anche questo infatti si snoda in una carrellata di episodi e aneddoti narrati con ancora maggiore nostalgia.
E diversamente non poteva, trattandosi di un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca delle proprie radici siciliane.
Fin dal titolo, "Viscugghiatini salemitani", il lettore intuisce subito che lo scrittore-dottore stavolta ha preso il volo verso passato solo come Vito Surdo, uomo semplice alla ricerca tempo perduto.


"Viscugghiari", un verbo dal sapore antichissimo e non più praticato.  Ma chi erano i "Viscugghiaturi" e, soprattutto cosa facevano?.
A 'viscugghiari' (spigolare} erano le famiglie povere che, a mietitura, vendemmia e raccolta di olive ultimate, si recavano sui campi riarsi a raccogliere le spighe di frumento sfuggite all'occhio attento del mietitore, i quale, dopo la falciatura, con l'ancina aveva composto li regni (covoni) costituiti da 12-16 jermiti (mazzi di spighe); oppure, tra i filari delle vigne a riciuppare qualche grappolo d'uva dimenticato tra i tralci già ingialliti; ed infine staccare i cucciteddi d'alivi penzolanti ancora dai rami di secolari alberi d'ulivi. Il permesso al proprietario del fondo per poter effettuare la viscugghiata, veniva sempre richiesto e mai veniva negato. Viscugghiari non era un reato.

Rapito dal 'nostos', ( il corrispondente greco di “viaggio”, non a caso origina la parola “nostalgia”, quindi dolore, mancanza) il dottore Vito Surdo, questa volta da uomo semplice, con queste pagine e' ritornato alle origini, alla ricerca del tempo perduto e dei miti dell'infanzia e della giovinezza.
E lo fa magistralmente, servendosi delle corde dell'ironia e qualche volta dello sberleffo. Artifizi questi, crediamo, utilizzati per celare la commozione che suscitano sempre i ricordi del passato e anche il rimpianto di un mondo ormai irripetibile.


Una lettura avvincente quella di questo libro, sempre teso alla ricerca del tempo che non ritorna e illustrato da una lunga sequela di personaggi ed episodi, che si susseguono come in un sogno in bianco e nero. Una sorta di "amarcord" in salsa salemitana, e non solo metaforicamente!
Che si tradurrà, ne siamo certi, in un autentico godimento per i lettori che li rivivranno. E usiamo aggiungere anche con un alto valore didascalico i giovani, che mai ne hanno avuto contezza. (Valga per tutti, l'esempio del racconto della Via Dietro Castello).
Non abbiamo voluto anticipare di proposito nessuno degli aneddoti, dei ritratti umani, dei luoghi descritti. Non abbiamo voluto togliere il gusto della sorpresa ai lettori, che crediamo saranno numerosi.


In questa ultima fatica letteraria di Vito Surdo vi abbiamo trovato un bisogno inconscio di andare oltre al ricordo concreto e realistico.
Ci e' sembrato di scorgervi, come dicevamo all'inizio, una intensa venatura di "nostalgia", proprio nel senso etimologico del termine, causata dal distacco, dall'esilio, dall'allontanamento dal borgo natio, dalle cose più care, dai visi piu' familiari.
Per saperne di più e dalla viva voce dell'autore, sabato 25 agosto 2018 alle ore 18.30, al Castello Normanno-svevo di Salemi, il dott. Vito Surdo presenterà il suo libro “Viscugghiatini salemitane”.
Introdurranno il Sindaco Domenico Venuti, la dott.ssa Maria Cusumano e il dr. Piero Di Vita. La presentazione del libro da parte dell’Assessore ai Beni Culturali Prof. Sebastiano Tusa.
Interverrà il Prof. Franco Piazza che parlerà del soggiorno di Garibaldi a Salemi.
L’incontro è promosso dai circolo AGA di Salemi e dal Rotary International Fellowship of Magna Graecia, con il Patrocinio del Comune di Salemi.

Franco Ciro Lo Re