Non bastano i voli quasi azzerati, il contratto di co-marketing non ancora firmato, il flusso di passeggeri molto ridotto e un'estate disastrosa.
All’aeroporto di Trapani Birgi, per complicare le cose, ci si è messo anche il fattaccio dell’incarico da direttore generale affidato e poi revocato a Massimo Di Perna. In piena crisi, in pieno riassestamento, l’Airgest, la società che gestisce il Vincenzo Florio, deve rifare tutto e trovare un nuovo direttore generale dopo il pasticcio dei titoli non sufficienti di Di Perna.
Lo abbiamo raccontato nelle scorse settimane. Massimo Di Perna era stato nominato, dopo una lunga selezione, direttore generale di Airgest. Si tratta di un ruolo molto delicato e fondamentale per lo sviluppo di un aeroporto. Nell’avviso per la selezione della figura di direttore generale erano specificati diversi requisiti che il candidato doveva avere. Tra questi l’aver conseguito una “laurea magistrale (ex D.M. 270/2004) o dell'ordinamento antecedente al D.M. 509/1999 in ingegneria, economia e commercio, economia e management aeronautico e giurisprudenza o titoli equipollenti secondo normativa di legge”.
Di Perna però non era in possesso di una laurea nelle facoltà indicate nell'avviso. Il direttore generale dell'Airgest è infatti laureato in Lingue e letterature straniere. E' vero che ha un master in Marketing Management and International Tourism, ma il primo requisito non c'era. Tra l’altro il curriculum di Di Perna non era presente, come impone la legge, sul sito di Airgest. Poi la società ha pubblicato il curriculum del direttore generale, non quello presentato per la selezione ma quello aggiornato, comprensivo dell’esperienza da direttore generale di Airgest.
Il caso è stato portato anche a conoscenza del presidente della Regione Nello Musumeci attraverso una lettera semi anonima, i cui autori si sono definiti operatori del settore.
Poi Di Perna è stato fatto fuori. A meno di due mesi dalla nomina, è stato revocato l’incarico di direttore generale proprio su provvedimento del presidente Paolo Angius. Un atto in autotutela, per evitare ricorsi e contenziosi.
“La fase di selezione non l’ha gestita l’Airgest, ma è stata una società da noi incaricata a raccogliere le candidature”, ha detto prima della revoca il presidente Angius. Si tratta della Human Value Srl che è stata incaricata in primavera e ha fatto una selezione tra circa 150 curriculum arrivati. “Poi ce ne ha sottoposto sei. Queste sei persone sono state incontrate non solo dal Cda ma anche dal collegio sindacale, una cosa mai fatta prima. Dopo questo primo incontro - dichiara Angius - ne abbiamo ridotto a tre, perchè gli altri non erano adatti. E’ stata opinione di tutti che Di Perna fosse quello più competente e preparato. Ha master nel settore, era il più qualificato, con più esperienza e con nessun conflitto d’interesse. Ha raggiunto risultati straordinari con Vueling e ha svolto un ruolo dirigenziale presso l’aeroporto di Trieste”, aveva dichiarato Angius, ma ha dovuto sollevare dall’incarico il direttore generale. E ora che succede nell’amministrazione dell’Aeroporto?
L'Airgest ha già pubblicato il nuovo bando di selezione per arrivare in tempi brevi alla nomina del nuovo direttore, figura necessaria specie in questo momento di difficoltà che sta vivendo l'aerostazione con lo stop dei voli e soprattutto nella fase di rilancio che si attende con il nuovo bando che assegnerà il vettore aereo a cui affidare le rotte con destinazione nazionale ed europee per i prossimi tre anni. Ma quello che è successo con il direttore generale è certamente un altro segnale del periodaccio che sta vivendo lo scalo di Birgi. Del bando per il co-marketing, intanto, nessuna novità.