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24/07/2018 06:00:00

Migranti e accoglienza a Salemi, la guerra tra il Comune e la cooperativa

La questione dei migranti che sta rivoluzionando la politica in tanti paesi del vecchio continente, compresa l'Italia, ha fatto la sua comparsa anche a Salemi.

Con modi e toni cosi accesi (complice, forse, l'ondata calda africana non solo di sbarchi ma anche di quella meteorologica) da assumere i contorni di un vera guerra tra una cooperativa e l'Amministrazione comunale.

Alla base del conflitto, una vicenda complessa e per certi aspetti paradossale.

 Conoscendo i protagonisti della " contesa", non crediamo di sbagliare se diciamo che  non avrebbero dovuto trovarsi su fronti contrapposti.

Cercheremo di raccontarla nel modo più chiaro possibile e senza pregiudizio precostituito.

Non amiamo infatti certi resoconti di cronaca improvvisata si prestano a interpretazioni ambigue, per non dire anche false e con certi fuorvianti titoloni.

I Fatti.

Abbiamo da una parte una Cooperativa onlus che si occupa  da molti anni di migranti minori non accompagnati  e dall'altra l' Amministrazione comunale di Salemi, diretta Domenico Venuti, il quale, per convinzioni  personali , non solo politiche ma anche culturali, ha sempre dimostrato estrema sensibilità argomenti di accoglienza.

Nei giorni scorsi, la presidente della «Coop. Soc. C.O.R.F. onlus», Dina Ardagna ha accusato esplicitamente e senza mezzi termini il Comune di avere smesso di pagare, costringendo la cooperativa, da un anno e mezzo a mantenere dodici giovani minorenni africani.  Non solo. Ma anche a licenziare cinque dipendenti.

 

E lo ha fatto ricorrendo al metodo classico dell'occupazione simbolica di una stanza comunale assieme ai dipendenti, ma anche portandosi dietro i minori che detiene come ospiti nel su Centro.

 

A questo un punto, per meglio capire di cosa stiamo parlando, facciamo un piccolo passo indietro.

Gli antefatti

 

Tutto ha inizio nel 2013, epoca del Commissariamento del Comune di Salemi. Soni tempi del prefetto Falco, il teorizzatore dei centri di accoglienza visti anche come opportunità di lavoro.

 

E' questo il periodo in cui vede la luce il progetto Sprar ( che non e' il nome di un satellite artificiale ma l'acronimo che sta per  Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

 

Si trattava  di un co-progetto ammesso al finanziamento per il tramite del comune di Salemi e che prevede  la durata di un triennio, dal  2014 al 2016.

 

Scopo del finanziamento: la tutela, l'accoglienza e l' integrazione a favore dei rifugiati , beneficiari di protezione umanitaria e richiedenti asilo.

 

Fino alla scadenza, tutto procede per il verso giusto, tutto liscio come l'olio, I pagamenti, anche se in ritardo, arrivano regolarmente. I rendiconti approvati in tempi utili.

 

Nuovo Bando

 

Ma la  musica cambia dopo la fine del triennio. E precisamente, dopo  l'emanazione di un nuovo decreto del ministro Alfano.

 

Al scadenza del vecchio bando, dovrebbe seguire un decreto che istituisca un nuovo bando.

 

Cosa che avviene regolarmente nell'agosto del 2016. (Non so se ci avete fatto caso, ma certi bandi e certi provvedimenti avvengono sempre nella calura estiva e nelle vigilie ferragostane. Ma questa e' un'altra storia).

 

In seguito al quale il Comune di Salemi provvede appunto  ad emanare un bando ai primi di ottobre.

Bando che, però,  in autotutela, viene annullato e ritirato, dopo appena dodici giorni, dal funzionario comunale che cura la pratica. Nell'atto adottato dalla dirigente si legge che i motivi sono dovuti a vizi di legittimità riscontrati  dalla stessa nella determinazione adottata, ai sensi del D.Lgs n. 50 del 2016.

 

E nelle more?  Come si dice sempre in questi casi, senza allusioni al gusto del selvatico frutto, nelle more il servizio continua ad essere erogato dalla Corf.

 

I minorenni ospiti ( egiziani e del Gambia) usufruiscono del necessario per continuare una vita dignitosa. Un po' meno i dipendenti. Cinque se ne andranno, chi e' rimasto oggi e' creditore di diverse mensilità.

 

Intanto, nelle casse comunali giacciono  227 mila euro circa, pari al 70% dell' intera annualità relativa al 2017.

 

Soldi che non arrivano nelle casse della Cooperativa.

 

Occupazione simbolica del Comune.

 

Armata di tanta rabbia, con il personale e minori al seguito e probabilmente  con cronista al telefono, la presidente Dina Ardagna si presenta al Comune avanzando una richiesta inequivocabile: Il  pagamento dell’annualità 2017.  Diversamente , sostiene e a ragione, non potrà più garantire il servizio in favore dei minori ospitati nel Centro.

 

L'incontro avviene con l'assessore al Bilancio Leonardo Costa e con il responsabile del settore. Le viene riferito che in atto il comune sta interloquendo  con il servizio centrale ed il ministero per trovare la soluzione per procedere alla liquidazione dell'annualità' pregressa.

 

Ma  la presidente della cooperativa, evidentemente esasperata, insiste nella protesta.  Non avrebbe lasciato il Comune se non avessero proceduto a pagarle, in giornata, il dovuto.

 

"Non essendo possibile assolvere a quanto richiesto, abbiamo  informato la Prefettura di quanto stava accadendo", ci  ha precisato Costa, "ma la signora ha deciso di restare in comune fino tarda notte, fino alle 24, 00 circa,  dopo l’intervento dei carabinieri e la denuncia da parte del sindaco Domenico Venuti, che e' vi e' stato costretto per obbligo istituzionale".

 

Il  sindaco Venuti, dal canto suo, e' stato non solo chiaro ma anche sprezzante.

 

"Abbiamo grande rispetto per il fenomeno migratorio e per le attività di accoglienza", ci ha dichiarato, "ma non per chi utilizza i migranti, e in particolar modo i minori, per azioni eclatanti che non portano da nessuna parte. La signora gestisce un centro senza alcun affidamento a seguito di bando, così come invece prevedono le norme, ed è per questo che attendiamo di capire come effettuare i pagamenti. L'Amministrazione intende portare la pratica a compimento nella massima trasparenza, visti anche i recenti fatti che rendono questo terreno molto scivoloso. Stiamo lavorando per risolvere i problemi dei lavoratori e dei giovani ospiti, che ci stanno a cuore, ma nessuno può occupare una sede pubblica speculando sulla pelle di questi nostri fratelli più sfortunati venuti nel nostro paese in cerca di un futuro. La signora è stata denunciata per quello che ha fatto".

Da questo momento in poi,  tutta la problematica legata al pagamento e alle procedure da espletare in assenza del bando per il servizio 2017/2019 è oggetto di interlocuzione con gli organi ministeriali e si sta procedendo secondo le indicazioni che ci vengono fornite.

 

Incontro in Prefettura.

 

Dopo l'incontro in Prefettura svoltosi venerdì della settimana scorsa, Il comune provvederà a liquidare le fatture relative al 2017 e 2018 fino alla data del trasferimento dell'ultimo minore presso altra struttura dopo la presentazione dei relativi rendiconti.

 

Già. I relativi rendiconti. Cosa che qualcuno asseriva di avere presentato e che sono la condizione indispensabile, per ottenere i pagamenti.

 

Ma oggi, non solo di rendiconti si parla , ma anche di trasferimenti degli ospiti minori in altro centro.

 

La Prefettura e' stata informata che il Comune ha concordato con il dirigente generale dei servizi Sprar del ministero degli interni la procedura che verrà adottata nei prossimi giorni.   

 

Il tutto a seguito di una nota del 18 luglio inviata dal sindaco di Salemi al servizio centrale dl sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati con la quale si rendeva  conto dell'intera vicenda.

 

In essa veniva precisato che  "nel corso dell'incontro con gli amministratori avvenuto presso la sede comunale, il rappresentante legale (leggasi: Dina Ardagna) ha rappresentato che, a causa del mancato pagamento  delle somme dovute non e' nelle condizioni di provvedere al mantenimento dei minori affidati. Tanto premesso, attesa l'impossibilita' manifestata dal Responsabile dell'Ente gestore nel mantenimento e assistenza dei minori, in qualità di tutore di quest'ultimi, con la presente, si chiede l'immediato trasferimento dei minori in altro centro di accoglienza e la chiusura anticipata del progetto SPRAR. ".

Quale epilogo avrà questa storia, presto lo sapremo.

 

Un pensiero, in questo momento lo rivolgiamo a quei ragazzi africani che, dopo avere iniziato un certo percorso fatto di scuola, metodologia, progetto di vita, finalizzato ad una autentica integrazione lo dovranno molto probabilmente  interrompere per iniziarne, forse, un altro e con effetti che mai conosceremo.

 

Franco Ciro Lo Re