Ieri la notizia di una macchina blu con quattro uomini a bordo (ovviamente due di colore...) che hanno tentato di rapire una ragazzina ha fatto il giro di Trapani.
La notizia era una bufala, come abbiamo raccontato su Tp24.it, e ci si interroga ancora una volta su come informazioni non controllate girino sui social e si ingigantiscano, con il rinforzo, purtroppo, delle catene di Sant'Antonio su WhatsApp.
Tutto ieri era nato dal messaggio vocale di una mamma allarmata.
La stessa oggi torna alla carica con un altro audio messaggio. Ecco cosa dice: "Ciao ragazze, sono appena tornata da lavoro. Non so quanto ci sia di vero sulla notizia di ieri mattina, ma ieri pomeriggio in Via Leoncavallo, vicino Saponando è successa la stessa cosa. Ho parlato con il papà di una bambina di 11 anni che è scesa sotto casa e quattro persone, due chiare e due di colore (testuale) hanno tentato di prenderla con la forza". La signora si dice "terrorizzata" e "senza parole" e chiede di fare girare il messaggio "giusto per informazione...".
I mezzi di comunicazione, oggi, sono potenti e alla portata di tutti. Ma non tutti siamo attrezzati ad usarli bene. Lo vediamo dai tantissimi che usano Facebook per insultare o per incitare all'odio, ma lo vediamo anche da tutti i messaggi vocali di "mamme allarmate". Anzichè mandare messaggi la cosa sensata da fare è denuciare tutto, in maniera circostanziata, agli organi competenti. Mettere in giro messaggi falsi è "procurato allarme", reato punito dalla legge.