“Il provvedimento non può essere contestato tout court. L’obiettivo di limitare gli abusi è pienamente condivisibile, così come la velocizzazione dell’iter. Ma la circolare contiene anche dei limiti legati al fatto che forse il ministro non vive e non conosce pienamente il fenomeno migratorio”. A dirlo all’Adnkronos è il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, commentando la circolare del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che annuncia controlli più rigorosi in tema di permesso di soggiorno umanitario.
Per il primo cittadino di Trapani, che nei giorni caldi dell’affaire Aquarius si era detto disponibile ad accogliere la nave e “fronteggiare qualsiasi emergenza futura”, è “limitativo individuare precise casistiche, quali le donne incinte o i minori non accompagnati” come beneficiari del riconoscimento perché “in quei Paesi c’è una sistematica violazione dei diritti”.
Più corretto per Tranchida, allora, “concedere ai prefetti e commissioni una certa autonomia che consenta loro di valutare di volta in volta se il caso esaminato rientri in una condizione che non fa parte delle casistiche individuate ma che merita, comunque, la concessione del riconoscimento”. Una flessibilità resa necessaria, è la tesi del sindaco di Trapani, dalla grande varietà di casi umani che raccontano di condizioni “disumane e per noi impensabili che non possono essere previste a priori e inserite in una casistica precisa”.