Il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte ha emesso una condanna e un’assoluzione nel processo che vedeva imputati per falso Gianvito Accardi, di 31 anni, e Bartolomeo Licata, di 42, trapanese, sottufficiale della Capitaneria di porto di Mazara.
Entrambi accusati di avere realizzato, in concorso, verbali di esami per abilitazione marittime false. Ad essere condannato a quattro mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) è stato Accardi, mentre il Licata è stato assolto.
A difendere quest’ultimo è stato l’avvocato Fabio Sammartano. Secondo l’accusa, Licata e Accardi, in concorso morale e materiale tra loro, il primo in qualità di pubblico ufficiale, il 23 agosto 2011 avrebbero contraffatto un certificato con cui si attestava che Accardi aveva sostenuto presso la Capitaneria mazarese “con esito favorevole” la prova pratica di idoneità al nuoto e alla voga (verbale 04/2011) “laddove veniva accertato – si legge nel capo d’accusa – che l’Accardi non aveva mai sostenuto tale prova”. Reato contestato: falso materiale commesso da pubblico ufficiale.
Altra accusa, sempre in concorso materiale e morale, era quella di avere apposto sul falso certificato il sigillo (timbro) della Capitaneria di porto di Mazara.
Nel corso del processo, però, l’avvocato trapanese Fabio Sammartano è riuscito a dimostrare che non era stato il sottufficiale Bartolomeo Licata a commettere quel falso.
“Le indagini operate dalla polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto di Mazara – afferma l’avvocato Sammartano - non sono state idonee a risalire all'effettivo militare che nel medesimo ufficio del Licata ha abusato della postazione informatica”. Intanto, il falso verbale di esame non è stato mai sequestrato e quindi non è stato dichiarato falso, nonostante la condanna del suo titolare.
Di conseguenza, non è stato mai revocato, con legittimazione del libretto di navigazione, del quale era presupposto, rilasciato dalla Capitaneria di Porto in favore del marittimo Accardi.
Qui una replica del signor Antonino Accardi.