Migranti, Cooperative Sociali e affari illeciti, sono questi tutti gli elementi del "Sistema Fratello" alla base delle indagini della Procura di Trapani e del Comando Provinciale dei Carabinieri che ieri, con l’operazione “Brother”, hanno portato in carcere con le accuse di intestazione fittizia, appropriazione indebita, emissione di fatture false e banca rotta fraudolenta, l’ex deputato alcamese Onofrio (Norino) Fratello, il “Re delle Cooperative” della provincia di Trapani, già condannato nel 2006 ad una condanna a 18 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.
Fratello ammise "il costante contatto con i vertici della cosca mafiosa di Marsala, nella persona del reggente Natale Bonafede, e di altri esponenti di spicco di Cosa nostra.
“Operazione brother” - Assieme a Fratello sono coinvolti nell’operazione con l’accusa di bancarotta fraudolenta in concorso, Gaetano Calvaruso cl. 1957 e Davide Amodeo cl. 1989, entrambi residenti ad Alcamo, mentre è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza il fratello dell’ex deputato Salvatore Fratello cl. 1972, che dovrà rispondere dell’accusa di intestazione fittizia di beni. Le altre persone coinvolte sono Maria Fileccia, del '68, Baldassare Marchese, classe ‘58, Patrizia Messina, classe '64, Maria Adragna, classe '64. Anna Maria Montemagno, classe '71, Marisa Oliveri classe '69.
Don Librizzi - Le indagini su Fratello iniziano contestualmente a quelle fatte nei confronti di Don Sergio Librizzi, ex direttore della Caritas di Trapani, arrestato nel 2014 e condannato a 9 anni di carcere per i reati di violenza sessuale aggravata e concussione. Qui potete leggere la sua storia.
Testimone chiave - Senza dubbio un contributo fondamentale alle indagini sul business messo su da Norino Fratello, lo ha dato uno dei testimoni chiave della vicenda che è Lorenzo La Rocca, ex presidente della cooperativa Letizia. Nel 2015 raccontò di essere un prestanome di Fratello. "Devi dire a tutti che la cooperativa è tua e che io sono solo un consulente – gli diceva Fratello -". “Però le carte di credito le aveva lui e anche suo fratello. Ed era sempre lui a disporre dei conti. Un giorno mi sono accorto che c'è stato un prelevamento di 90mila euro in sole 48 ore. Con i soldi della cooperativa pagava anche assicurazioni di auto e affitti di appartamenti. Si risparmiava su tutto, sul cibo e sull’acqua riempita nelle fontane – aveva detto La Rocca – mentre con i soldi si pagavano le assicurazioni delle macchine e per fare il carburante”.
Le accuse - Le indagini dei Carabinieri guidati dal Comandante Provinciale Stefano Russo hanno consentito di far luce sul sistema dell’accoglienza dei migranti in provincia di Trapani e la gestione dei centri per richiedenti asilo, e da queste è emerso come Fratello gestisse direttamente, quale vero e proprio dominus, numerose cooperative sorte per prestare assistenza agli immigrati, la cui gestione è sempre avvenuta mediante il ricorso a “prestanome” di sua fiducia, con il chiaro intento di occultare la sua reale presenza, non tanto per il suo ruolo di funzionario pubblico (è impiegato dell’Inail) quanto piuttosto al fine di non comunicare e non dichiarare i cospicui introiti derivanti da tali attività. Intestando fittiziamente quote e cariche sociali a terzi soggetti. Fratello ha potuto continuare il proprio business che, nel tempo, gli ha assicurato cospicui introiti.
"Sistema Fratello" - I militari hanno documentato una serie di manovre illecite attuate dal Fratello finalizzate ad alienare beni e servizi di una società sportiva di sua proprietà, dichiarata fallita nel 2015 ad altra società da lui costituita ed intestata ad uno dei complici con l’esclusiva finalità di eludere la normativa fallimentare, integrando così la condotta di bancarotta fraudolenta per distrazione. Fratello quale condannato per mafia avrebbe omesso di dichiarare le proprie variazioni patrimoniali derivanti dalla partecipazione a diverse società, soprattutto cooperative, molto attive nel corso degli anni prima con l'assistenza ai disabili, poi anche con l'accoglienza ai richiedenti asilo. Un business che frutta milioni di euro a chi gestisce i centri, talvolta appartamenti e ex strutture ricettive.
Le cooperative di Norino Fratello - Questo l’elenco delle cooperative che Fratello gestiva attraverso prestanomi: Dimensione Uomo 2000 con sede legale ad Alcamo, costituita il 30 maggio 1991; Cooperativa Sociale Letizia onlus, con sede ad Alcamo, costituita nel 1979; Consorzio servizi e solidarietà, con sede legale ad Erice, costituita nel 1997; Cooperativa sociale Benessere con sede ad Alcamo, costituita nel 1990;
Wellness Sport Center srl con sede ad Alcamo, costituita nel 2002, dichiarata fallita nel 2015; Sport-E, con sede ad Alcamo, nata nel 2013, intestata fittiziamente a Salvatore Fratello.
Rapporti con Lo Sciuto - Dalle indagini dei carabinieri è emerso che, Fratello, nonostante da tempo non fosse più un politico ha continuato ad intrattenere rapporti con diversi politici della provincia. Uno di questi è Giovanni Lo Sciuto, deputato regionale all'Ars, e all'epoca componente della commissione d'inchiesta antimafia. In una intercettazione lo Sciuto propone a Fratello due immobili da adibire a centri di accoglienza straordinaria, uno a Partanna e uno a Mazara. Tra i due ci sono rapporti di grande amicizia e confidenza e la presenza di significativi rapporti di cointeressenza”.
Norino Fratello, Pino Cordaro e Coop Sole - L’operazione "Brother" ha riportato alla luce l’influenza di Norino Fratello, sulle cooperative di Marsala. Il contatto di Fratello in consiglio comunale, è il consigliere Pino Cordaro. I militari registrano diverse conversazioni ed emerge l’interesse di Pino Cordaro a fissare incontri con Norino Fratello. In particolare ne fissano uno insieme al figlio Roberto Cordaro (genero di Michele Licata) presso il Baglio Basile di Petrosino, allora di proprietà dell'imprenditore, a cui sono stati sequestrati beni per oltre 120 milioni di euro. In un incontro avvenuto nel gennaio 2015 si parla della gara d'appalto per l'accoglienza di migranti presso strutture di accoglienza.
In seguito la cooperativa Dimensione Uomo ( di Fratello) – e la Coop Sole (di cui era amministratore Roberto Cordaro) si aggiudicano una cinquantina di migranti da sistemare a Campobello di Mazara. Seguono poi altri incontri e telefonate. Dopo dei controlli dei carabinieri presso la struttura di Campobello, Roberto Cordaro invia un sms a Norino Fratello. “Ho un controllo dei carabinieri stanno facendo bordello per l'Ati”. La contestazione era infatti che le due coop non si fossero ancora costituite in Ati. Sentito dagli inquirenti il consigliere Pino Cordaro spiega che fu lui stesso a mettere in contatto il figlio con Norino Fratello. “Mi chiese se conoscessi qualcuno per poter partecipare a tale bando”.
Del rapporto tra Fratello, Cordaro e la Cooperativa Sole ne abbiamo già parlato con una nostra inchiesta del dicembre del 2015 che potete leggere qui. Ma c’è un altro episodio che è emerso dalle indagini dell’operazione Brother e che vede coinvolta la Coop Sole. Nel corso delle perquisizioni negli uffici di Fratello, sono stati trovati una fattura e due abbonamenti per vedere le partite della Juventus intestati alla cooperativa Sole. I soldi destinati all’accoglienza dei migranti, dunque, sono finiti per essere utilizzati per acquistare abbonamenti allo Juventus Stadium.
Rapporti tra Fratello ed altri politici della provincia - Dalle conversazioni telefoniche intercettate nel corso delle indagini sono emersi “episodi che seppur non sfociati in condotte ricomprese nei capi di incolpazione hanno dimostrato che Fratello è ancora in grado di esercitare forme di pressione al fine di conseguire i propri obiettivi e che lo stesso ha solidi legami con diversi esponenti del mondo politico della provincia di Trapani”. Tra questi contatti c’è quello con l'attuale assessore regionale alle attività produttive Mimmo Turano, ma non solo, le intercettazioni hanno consentito di accertare i contatti tra Norino Fratello e gli ex consiglieri di Trapani Vito Mannina e Francesco Salone che avevano un obiettivo “quello di esercitare pressioni sul sindaco di Trapani dell’epoca Vito Damiano, per un rapido pagamento dei contributi dovuti alle strutture adibite a comunità alloggio per minori stranieri. Fatto che è poi sfociato in un'interrogazione comunale nel gennaio 2015 a firma dei consiglieri Mannina, Salone e Vassallo.