Ne abbiamo parlato più volte. Alle prime piogge di ogni anno, l'impatto visivo e' devastante per chi attraversa la via Mazara, a Salemi.
Puntuale come un orologio svizzero, una gran massa fango scende dalla via Giotto fino a rendere impraticabile la via sottostante. La terra, trasformata in immonda melma durante il corso dell'anno a causa delle costanti perdite dell'acquedotto mescolate a quelle nere di una fogna a cielo aperto, non appena si riversano sul suolo le abbondanti acque che manda il buon Dio, immancabilmente invade la sede stradale rendendola intransitabile.
A nulla sono valsi gli interventi tampone, perché mai si e' intervenuti a rimuovere le vere cause.
Lo sanno bene i cittadini che l'attraversano chi per raggiungere le proprie abitazioni ma anche chi deve recarsi nelle aziende commerciali che operano nella zona.
Cosi ormai da alcuni anni. Il maleodorante e potenzialmente pericoloso sul piano igienico-sanitario fenomeno si ripete come un castigo divino.
Ma se gli smottamenti si rendono visibili e invadenti nel periodo invernale, non significa che nei mesi aridi il costone compreso tra la via Giotto e la via Mazara rimanga all'asciutto. In una primavera di qualche anno addietro, lo abbiamo constatato di persona. In una parte pianeggiante del costone i nostri passi affondarono in un vero e proprio acquitrino
La situazione nel frattempo si e' aggravata. E in più c'e' da aggiungere che l'area di cui stiamo parlando, assieme ad altre due, e' stata riconosciuta come zona ad alto rischio idrogeologico.
In altre parole, siamo in presenza di un dissesto idrogeologico che necessita di un intervento corposo e di un certo rilievo. Non a caso, dall'amministrazione di Domenico Venuti sono stati previsti tre progetti di risanamento e consolidamento. Uno dei quali riguarda appunto la zona compresa tra la via Cremona e la via Giotto. L'importo e' di 1 milione e 500 mila euro.
Il finanziamento e' stato conquistato due anni fa, inserito nel famoso "Patto per il Sud". La suddivisione per Salemi, piuttosto consistente, ammontava complessivamente a circa 15 MILIONI di euro. Un risultato eccezionale senza precedenti, disse allora il sindaco Venuti.
Le frane, si sa, una volta iniziate, non fermano il loro percorso e non temono i finanziamenti annunciati. Per essere bloccate, i progetti debbono passare alla fase esecutiva. Cosa che ancora non e' accaduta. La situazione, diventata ormai insostenibile, ha costretto l'assessore Calogero Angelo ad un ennesimo intervento provvisorio. Il 30 maggio scorso sono stati appaltati i "lavori urgenti di manutenzione fognaria di via Giotto, via Mazara 10mila euro", come recita la delibera. I lavori della durata di 15 giorni dovranno sistemare la tubazione fognaria che attraversa il costone tra la via Giotto e la sottostante via Mazara , il pozzetto di salto, per impedire alle acque fognarie scendano sulla strada cielo aperto cosi come e' stato fino ad oggi e da diversi mesi.
Costi che il comune avrebbe potuto risparmiare se le opere finanziate di cui dicevamo sopra, in corso di programmazione fossero già iniziate. Ma siamo in Sicilia, e i tempi di realizzazione delle opere rimangono sempre proverbialmente biblici. Non siamo in Cina, dove costruiscono strade in pochissimi mesi. Nonostante l'Amministrazione lo abbia diverse volte sollecitato, non si conosce alla data attuale quando e come la Protezione Civile darà l'avvio alle opere di consolidamento. Nel frattempo cosa fare? Ancora una volta, un intervento di tipo temporaneo, a dispetto di un minimo di buon senso e di economicità.
Questi lavori prevedono il ripristino della tubazione, che non verrà interrata, ma posata solo in superficie, dopo ovviamente la rimozione della vegetazione spontanea che infesta perennemente il costone. Dopo la sua pulitura, il pozzetto che si trova nei pressi della casa Ferrante verrà collegato a quello che si trova a valle. La tubazione utilizzata verrà ancorata al suolo e non sarà rigida, ma, come si dice in gergo, 'corrugata'. Il motivo e' ovvio. Per assecondare eventuali altri smottamenti che nel periodo invernale si sono sempre verificati. I lavori dovrebbero durare non più di 15 giorni, come da capitolato. Ma appena messo mani, ecco, l'imprevisto. Lo strumento che l'EAS avrebbe dovuto fornire preventivamente per rilevare le perdite idriche e' stato consegnato solo ad inizio dei avori. A causa di un guasto riparato in ritardo, dicono.
Si scopre così in atto c'e un'altra copiosa perdita di acqua potabile in un altro punto della condotta idrica. Si trova ancora più a monte e precisamente nella parte antistante gli Uffici della Posta centrale di via Lo Presti.
Storie di ordinaria amministrazione sicula. Gustosissime se fossero frutto di una amena lettura sotto l'ombrellone. Ma che, essendo desolatamente vere, appaiono disperanti per chi legge e frustranti anche per un qualsiasi amministratore comunale dotato di buona volontà.
Franco Ciro Lo Re