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23/05/2018 06:00:00

Castelvetrano, quando è difficile pure passeggiare con il cane...

In Sicilia è difficile avere un cane. Soprattutto per chi non ci sta a tenerlo sempre sul balcone o in terrazzo. Ecco che allora la passeggiata, da momento di relax, può trasformarsi in un incubo. Troppi cani randagi in giro, troppi cani “di quartiere” che spesso formano un branco che difende i propri confini anche dai ragazzini in bicicletta o dalle mamme col passeggino. Figuriamoci da un “intruso” che passeggia al guinzaglio col proprio padrone.

Sono storie che si ripetono da anni e che hanno le loro radici negli abbandoni di cuccioli, nelle ignorate microchippature e nella sostanziale assenza di controlli e sanzioni.

 

La vita di chi vuol fare una passeggiata col proprio cane, a Castelvetrano, non è facile.

Ce la racconta uno studente universitario, Michele Milazzo, in questa lettera inviata alla nostra redazione:


Possedere un cane è una scelta assai significativa. Ti cambia la vita, te la stravolge.
Con il mio cucciolo, ho sin da subito instaurato un rapporto di complicità e condivisione, fatto di tempo trascorso insieme e di attività sempre nuove. Ma da quando è diventato adulto, è tutto più difficile, perché vivo costantemente con l’ansia che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro.

Vivo in un quartiere residenziale della città,  zona abbastanza tranquilla che stimola molto la voglia di passeggiare, correre, giocare insieme al mio cane, se non fosse che queste cose “normali” non sono possibili.
All’ordine del giorno devo fare i conti con gli innumerevoli attacchi  dei randagi che in  branco,  difendendo i  loro confini, fatti di piattini di plastica sparsi sui marciapiedi dove sono contenuti i loro pasti offerti  dai residenti, si scagliano contro di me e il mio cane.
Ho provato a cambiare zona, spostarmi, cercare nuovi posti dove poter essere tranquilli, ma nulla,
la situazione si ripete e si verifica in qualsiasi zona della città io vada: villa comunale, sistema delle piazze, area attrezzata, Selinunte e Triscina comprese.


Domenica scorsa, con la mia fidanzata e il mio cane, siamo andati a vedere il corteo di Santa Rita. Ma giunti al sistema delle piazze, ci siamo visti accerchiati da un gruppetto “locale” di cani che ci hanno costretto a girare i tacchi e ad andare via per evitare spiacevoli complicazioni, rovinandoci di fatto la giornata, in quanto eravamo appena arrivati e non abbiamo potuto  assistere alla manifestazione.
Anche se un Amstaff, il mio cane è gestibile e si comporta bene ovunque io lo porti. Anche perché mi impegno quotidianamente in un percorso di socializzazione e obbedienza con un istruttore cinofilo.

Tutto questo lavoro però viene vanificato, avendo a che fare con i randagi che nel mio cane innescano un meccanismo di costante allerta.


Ad incrementare negativamente ancora la situazione vi sono le ulteriori problematiche connesse all’assenza di civiltà dei cittadini e la mancanza di lavori di ordinaria amministrazione delle istituzioni comunali .
Sin dagli inizi di aprile sono sbucate dai marciapiedi delle foreste di erbacce che veicolano zecche , insetti e allergie.  Ho dovuto per questo motivo “drogare” il mio cane con diverse soluzioni antiparassitarie combinate insieme, in quanto una singola soluzione non riusciva ad essere efficace per proteggerlo.
Ma a me chi mi protegge? Conto dalle tre alle cinque zecche al giorno, sui miei pantaloni o sulle braccia, prese sui marciapiedi della città, dove in alcune zone le erbacce sono più alte di me.
Per non parlare dei frammenti di vetro sparsi ovunque , dei forasacchi che sbucano dai terreni dei privati che non puliscono e degli ami da pesca abbandonati con tanto di esca dai pescatori  amatoriali che stazionano sulle spiagge in questi periodi.

E’ chiaro che i randagi non hanno alcuna colpa, ma io sono molto stanco di questa situazione. Non sto chiedendo un’area di sgambamento per cani, ma semplicemente di potermi sentire libero e tranquillo ad uscire con il mio cane al guinzaglio senza incappare in pericoli continui.

Ma forse chiedo troppo. E riconosco a malincuore che Castelvetrano, oltre a non poter essere mai la città dove potrò vivere, lavorare e fare famiglia dopo la laurea, non potrà mai essere nemmeno una città adatta ad un cane.