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13/05/2018 07:43:00

L'Ascensione di Gesu': storia o fantasia?

Ascensione: prima si celebrava di giovedì, ma ora si rimanda la sua festa alla domenica successiva. Quest'anno nella domenica del 13 maggio. Mi sembra giusto offrire una lettura alternativa al testo evangelico che ci narra questo evento finale nella vita di Gesu'. Il testo che segue è tratto dal libro 'Oltre le religioni', aa.vv. edito da Gabrielli, ottava tesi del teologo J.S.Spong.

Quando nei vangeli venne scritta la storia di Gesú, tra gli anni 70 e 100, esisteva un consenso generale sul fatto che la terra fosse il centro di un universo disposto su tre livelli. Il luogo in cui Dio abitava era al di sopra del cielo; l’inferno, il luogo del male, era sotto la terra e costituiva il terzo livello. Nessuno abbracciava la vastità dello spazio. Nessuno conosceva la velocità della luce. Nessuno sapeva di altri universi o di altre galassie. Nessuno sapeva di altri universi o di altre galassie. Nessuno sapeva che lo spazio è ancora in espansione e che le galassie si stanno ancora formando. Cosicchè buona parte dell’interpretazione tradizionale del cristianesimo ha assunto presupposti basati sulla conoscenza pre-moderna.

Non è stato pertanto difficile comprendere come, nel momento in cui Luca introdusse nella tradizione cristiana (probabilmente nella decima decade del I secolo) il racconto del ritorno di Gesú a Dio, lo abbia fatto secondo l’immagine spaziale di un mondo su tre livelli. Gesú poteva tornare al Dio che viveva al di sopra del cielo solo ascendendo verso questo cielo. Tutto aveva senso all’interno di questo universo pre-moderno. Tuttavia la nostra conoscenza del mondo e dello spazio è cambiata radicalmente nei secoli trascorsi da allora.

Oggi sappiamo che il nostro sole è soltanto una delle circa duecento miliardi di stelle della nostra galassia, che chiamiamo Via Lattea. Il nostro sole non è neppure al centro della galassia, ma è localizzato in un punto cui si arriva dopo aver percorso piú o meno due terzi della distanza tra il centro e l’esterno. In termini relativi il nostro sole non è molto grande. In confronto ad altre stelle della galassia risulta piuttosto piccolo. C’è una stella nella nostra galassia che è piú grande non solo del nostro sole ma di tutta l’orbita della Terra intorno ad esso.

Abbiamo poi compreso che la nostra non è l’unica galassia dell’universo. Andromeda, il nostro vicino galattico piú prossimo, è distante milioni di anni luce. Nell’universo visibile vi sono tra cento e mille miliardi di galassie, e l’universo si sta ancora espandendo.

È in questo mondo che ora dobbiamo chiederci: cosa significa il racconto dell’ascensione di Gesú? Presenta un qualche significato letterale? Naturalmente no. È ció che mi ha mostrato Carl Sagan, uno dei nostri piú grandi astrofisici, quando provocatoriamente mi ha detto: ‘Se Gesú letteralmente fosse asceso al cielo, per quanto possa aver viaggiato alla velocitá della luce, circa trecentomila chilometri al secondo, non avrebbe ancora superato i limiti della nostra galassia’. La luce impiega piú di centomila anni a giungere da un estremo all’altro della nostra galassia. L’ascensione di Gesú, se interpretata letteralmente, ha avuto luogo solo duemila anni fa.

Lo studio delle Scritture rivelerá tuttavia che Luca sapeva di raccontare una storia basata sul racconto dell’ascensione di Elia, nel capitolo primo del secondo Libro dei Re. Luca non pretese mai che il suo scritto venisse interpretato letteralmente. Non abbiamo reso giustizia al genio di Luca interpretandolo letteralmente. Egli parlava di come il Dio che aveva incontrato in Gesú non fosse diverso dal Dio che abita nell’eternitá. Un racconto pensato per comunicare una verità non è astrofisica. Stiamo finalmente scoprendo che per i cristiani è arrivato il tempo di dirlo apertamente e onestamente.

a cura di Franco D'Amico