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25/04/2018 04:00:00

Le case abusive, il porto turistico di San Vito Lo Capo e le scelte di Musumeci

 L’Associazione Regionale aKàsa, nel perseguimento dei propri scopi statutari di tutela dei diritti dei cittadini contemperati ad una giusta politica di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, non può, che “sorridere” su quanto introdotto con la Finanziaria del Governo Musumeci sulla norma “valorizzazione dei beni del demanio marittimo regionale” rimasto dentro la legge di stabilità da approvare.

Per chi non fosse a conoscenza la gestione delle aeree del demanio marittimo, ai sensi dell’art. 3 del D.A. 319/GAB del 5/8/2016, venivano affidate, successivamente all’approvazione dei “Piani di utilizzo” della fascia costiera demaniale, del litorale marino e portuale, ai comuni costieri.

La nuova norma prevede che i beni del demanio marittimo verranno affidati mediante concessione ai privati, al fine di recuperare il patrimonio in cambio del diritto di utilizzare quel patrimonio per fini commerciali. I privati verranno individuati esclusivamente ed autonomamente con decreto dell’assessore regionale per il territorio e l’ambiente, e non è prevista la votazione dalla commissione ambiente, nessun confronto con gli Assessori dell’Economia, dei Beni Culturali e dell’Agricoltura.

Introdotta la norma, il COMUNE DI SAN VITO LO CAPO, riceve per l’affissione all’Albo Pretorio, il progetto per la realizzazione di un porto turistico presentato alla Regione Siciliana dalla società “Marina Bay” di Trapani, che vorrebbe costruirne un nuovo porto ed una zona destinata a servizi e strutture ricettive in cambio di una concessione per 48 anni, la disponibilità di un totale di 114.986 metri quadrati, di cui 64.431 di specchio acqueo, 42.839 su area demaniale marittima, 8.761 su area demaniale comunale.

In considerazioni che, ad oggi, le Procure impongono ai Sindaci la demolizione gli immobili costruiti entro i 150 mt dalla battigia del mare perché ritenute “ABUSIVE” in quanto in contrasto con le l.r. 16/76, 15/91 e successive, viene da chiedersi:
- a quale titolo la ditta “Marina Bay” potrebbe costruire in un’area con divieto assoluto di costruzione, che pone il vincolo dei 150 mt. dalla battigia del mare?
- Perché ciò che è da demolire per i PRIVATI che hanno costruito in assenza di concessione, viene concesso dall’Assessore Regionale per il territorio e l’ambiente, a PRIVATI e con fini commerciali?
- Per quale principio di trasparenza è lecito consentire che tale patrimonio costiero venga gestito autonomamente dall’Assessore Regionale per il territorio e l’ambiente?

Per fini di chiarezza e nel diritto di tutti i cittadini, a questi interrogativi, la nostra Associazione Regionale aKàsa intende comprendere bene, il limite di confine tra gli interessi pubblici e privati, confidando nel “giusto” operato delle Autorità Giudiziarie preposte alla tutela del diritto di proprietà.

Trapani, lì 24/04/18
IL PRESIDENTE
Sabina Gianquinto



Native | 2024-07-16 09:00:00
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