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15/04/2018 06:00:00

"Aferim!", un prezioso western romeno tutto da gustare

 Il potere immane del cinema!... Vallo a pensare che, se proprio uno è fissato con  le immagini in movimento (e tiene il tempo che ci va), scavando scavando pure nell’enigmatico cinema romeno – per certi versi, figlio e fratello nostro –, si va ad imbattere in storie d’avventura sopraffina.

E se l’arte filmica romena ha, diciamo nell’ultimo decennio, guadagnato gli scenari internazionali e le ‘piste da ballo’ dei maggiori festival/rassegne – colpa di Mungiu, Serban, Sitaru, Puiu, e chi più ne ha più ne metta –, nelle cave valve delle sue radici evolutive, conserva tracce chiare che accompagnano e (quasi) giustificano la scelta di stamane. Che “Stalker”, e Tp24 con esso, vi portino a spasso per la Moldova, la Transilvania o la Valacchia, in groppa ad un destriero (ma va pur bene un testardo ronzino, come insegna Cervantes) ed a caccia della ‘Vita’.

C’è un filo di personale ricerca della spettacolarizzazione ed una personale resa drammatica che lega – ad esempio –, “Il mulino della fortuna e dell’abbondanza”, opera che Victor Iliu gira nel lontano 1956, da considerarsi forse il primo vero film ‘maturo’ della cinematografia romena. Filo che non s’interrompe e che incontra, avvolge e cuce a sé, la penosa (epica?) vicenda del solitario bandito contadino, Tudor Pantelimon (“vendicatore di torti, eroe della strada e simbolo della rivolta contro l’ingiustizia e l’oppressione”, come viene definito in calce), che il regista Dan Pita racconta meravigliosamente nel suo “Giustizia incatenata”, che è film del 1983.

Ancora rivendicazioni, celebrazioni narrative di un percorrere l’esistenza in un viaggio nel mondo (e nei mali del mondo), senza targhe di marmo e senza monumenti alla memoria.

Cose pregevoli e dimenticate, non solo dal grosso del pubblico (o dal ‘pubblico grosso’?, boh), ma anche da ciò che viene patologicamente indicato come ‘cinefilìa’. Assonanza con ceppo virale. Nostalgia di ‘due palle così’. Astrusaggine. Sbadiglio. Come la vulgata che impera, nello squagliarsi del gusto collettivo, vuole paternamente ricordarci. Ma qui, siamo su storie ‘maudit’ che intravedono, sfiorano, toccano, penetrano e – finalmente! – s’immergono in solide preghiere d’impianto fordiano. Western dell’Est, insomma.

Sì, ecco, giocateci pure con l’insensata potenza del cinema, che tanto non lo comprendete che state maneggiando pura dinamite…

 

Buona visione, domenica buonissima ed alla prossima perla scelta per voi!

 

Marco Bagarella

 

 

 

Dicono del film

 

“Aferim!” è un riuscito, interessante western romeno ambientato nei primi dell’800 il cui titolo si potrebbe tradurre con un “ben fatto”, incitazione che un padre claudicante e chiacchierone si prodiga a riferire al giovane figlio , condotto insieme a lui in missione per trovare uno schiavo, inizialmente reo di aver rubato dei soldi, poi in realtà riconosciuto colpevole di aver sedotto la moglie del capo villaggio.

Catturato con una certa facilità il docile fuggiasco, nemmeno molto colpevole, ma vittima delle circostanze, dei raggiri, e soprattutto di essere l’ultimo gradino di una gerarchia sociale che vede gli ultimi sempre colpevoli, i tre intraprendono un viaggio di ritorno che li induce ad incontri bizzarri, tra vallate vergini che il bianco e nero rende dei veri e propri paesaggi western. L’occasione propizia per un padre di snocciolare qua e là, più o meno a sproposito, vecchi detti o antiche dicerie al fine di svezzare un figlio ancora acerbo nelle attitudini e nel carattere.

Un viaggio dal sapore grottesco addentro alle barbarie gratuite perpetrate dalla razza umana a coloro che si arrendono e si dimostrano umili ed obbedienti: la più feroce natura prevaricante e ferina della razza umana che affiora e diviene lo specchio di un comportamento umano che risulta senza età, e come tale figlio di ogni epoca e dunque sempre attuale e pertinente ad ogni livello o stadio sociale.

Violenza che chiama violenza, legge del taglione che finisce per punire l’umile, la vittima sacrificale, colui che non ha davvero più nulla da perdere se non i propri genitali. Orso d'argento per la migliore regia a Berlino 2015.

 (Alan Smithee)

 

 

 

Il film in streaming gratuito

 

https://openload.co/f/Ul1gVWlEkWY

 

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