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14/04/2018 06:59:00

Casa di riposo “Giovanni XXIII”, processo per falso in bilancio all’ex commissario Genna

Falso in bilancio è il reato contestato all’ex commissario straordinario della Casa di riposo “Giovanni XXIII” Ignazio Genna, finito sotto processo davanti il Tribunale di Marsala.

L’indagine è stata condotta dalla Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, la cui sede è quasi di fronte alla struttura di assistenza per anziani, una Ipab sottoposta al controllo della Regione che ne nomina il vertice.

E frode ai danni della Regione, attuata secondo l’accusa attraverso la redazione di un falso bilancio, fu la contestazione mossa, a fine giugno 2017, dalle Fiamme Gialle, che in una nota accusavano Ignazio Genna di avere indicato nei bilanci di previsione annuali “voci attive per importi considerevoli assolutamente aleatorie e prive di ragionevole certezza, così da simulare la regolare operatività dell’Ipab Casa di Riposo ‘Giovanni XXIII’ anche ai fini dell’ottenimento di ingenti contributi pubblici, erogati in relazione alla mera prosecuzione dell’attività d’istituto”. L’indagine è stata coordinata dalla Procura, alla quale, tra l’altro, nell’agosto 2013, proprio durante la gestione di Ignazio Genna, la direzione provinciale della Uil-fpl aveva inviato un esposto a firma di Osvaldo Angileri e Giorgio Macaddino con cui si accusava l’allora commissario straordinario della casa di riposo marsalese di aver “approvato un bilancio di previsione palesemente falso, basato su entrate in massima parte inattendibili e prive di pezze di appoggio contabili”. In ottobre, Genna fece sapere di avere incaricato un legale di predisporre “denuncia-querela per calunnia e diffamazione a mezzo stampa”. Azione giudiziaria di cui non si ebbe più notizia. Si ebbe notizia dell’indagine della Guardia di finanza sulla gestione amministrativa e contabile dell’Istituto pubblico di assistenza e beneficenza. “Le attività investigative – scrissero, lo scorso anno, le Fiamme Gialle - articolatesi attraverso la compiuta disamina della documentazione tecnico-contabile dell’istituto, hanno consentito di ricostruire l’aggravamento, nel corso degli ultimi anni, del dissesto finanziario del medesimo ente e di constatare, a partire dal bilancio di previsione del 2013, l’indicazione di voci attive per oltre 2,2 milioni di euro oggettivamente aleatorie, in quanto riferite ad entrate previste in relazione alla prestazione di servizi di ricovero e di assistenza in realtà non contemplati in alcuna convenzione sottoscritta con i competenti Assessorati (Salute e Famiglia) della Regione. E’ proprio grazie a tale sovrastima dolosa, confermata dalla disamina dei successivi bilanci consuntivi, che l’Istituto ha di fatto potuto continuare ad operare, beneficiando di ulteriori erogazioni dalla Regione e dal Comune di Marsala, sotto forma di contributi c.d. ‘a pioggia’, ossia non legati alla stipula di contratti, bensì erogati in relazione alla mera prosecuzione dell’attività d’istituto. In altre parole, pur in assenza di convenzioni stipulate con altri Enti, il commissario straordinario “gonfiava” artatamente la voce ‘entrate’ dei bilanci di previsione dell’Ipab, così garantendo il pareggio di bilancio richiesto per testimoniare la vitalità e la floridità dell’Istituto e per ottenere, quindi, contributi pubblici. Nella sostanza, i requisiti per mantenere in vita l’IPAB già erano insussistenti almeno a partire dal 2013. Le indagini hanno consentito di accertare e segnalare alla locale Procura indebite erogazioni pubbliche richieste, tra il 2013 ed il 2015, per oltre 2,2 milioni di euro, di cui circa € 700.000 già elargiti dagli enti pubblici interessati”. A difendere Ignazio Genna sono gli avvocati Ignazio Bilardello e Stefano Pellegrino.



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