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09/04/2018 16:00:00

L'accademia di Piazza Loggia

di Leonardo Agate -  In Piazza Loggia stamattina, sotto un cielo sereno e un venticello primaverile, si discuteva tra amici al solito di politica, nazionale e locale. Con gli stessi amici, un tempo di discuteva di donne e di avventure.

Ora l’età ci ha reso più pensosi del bene pubblico, che sarebbe l’obbiettivo di chi fa politica o la segue.
Per quanto riguarda la scena nazionale si è osservato, da parte di Mario, che la confusione deriva dal fatto di avere due capi in certi posti importanti. L’affermazione richiedeva dei chiarimenti, che sono stati chiesti e dati dal parlante. Secondo lui, al Vaticano c’ è una certa confusione tra il papa in carica e quello dimesso ed emerito. E spiegava Mario: una collana di libri apologetica di papa Bergoglio è stata pubblicata dalle Edizioni vaticane. Prima della pubblicazione, il dirigente della Comunicazione vaticana ha chiesto al papa emerito Ratzinger di fare una densa presentazione dei libri. L’emerito ha risposto picche, giustificandosi con la mancanza di tempo, pure meravigliandosi che fra i testi inclusi nei libri ce ne fossero pure di un teologo tedesco in odore di eresia, e che sempre lo contrastò. La pubblicità di questa lettera ha fatto scalpore.
Concludeva Mario: i papi emeriti non dovrebbero esserci in accoppiata al papa vero. E tutto sarebbe più chiaro.


Accantonato il vaticano, si è passati alla presidenza della Repubblica Italiana. Anche qua, ho sostenuto Mario, ci sono un presidente, Mattarella, e un presidente non più presidente, ma emerito, Napolitano, che dice spesso pubblicamente la sua, che non sempre coincide con il pensiero del vero presidente. Continuava, il fine parlante, dicendo: “Che necessità abbiamo di avere un presidente della Repubblica e un altro non più in carica ma emerito? Così non si fa che aumentare la confusione nei cittadini”.
Giulio ha osservato: “Ma allora che ce ne facciamo dei presidenti, non più presidenti per la scadenza del mandato? Li eliminiamo per risolvere il problema?”.
L’osservazione di Giulio ha lasciato tutti a bocca aperta, per la sua acutezza e la sua portata drammatica. Franco ha rotto il ghiaccio diplomaticamente, osservando che, per togliere efficacia dirimente alle dichiarazioni dell’ex presidente, basterebbe togliergli il titolo di emerito: in tal modo la sua opinione, non più emerita, avrebbe il valore di qualsiasi altra dichiarazione di pensionato al bar.


Passando poi alla politica locale, com’è d’obbligo essendo noi marsalesi, Giacomo ha osservato che, all’incirca a metà del mandato amministrativo, il nostro sindaco Di Girolamo non ha mostrato la sua capacità organizzativa, di cui si è sempre vantato di avere avuto quando dirigeva da primario la Cardiologia all’Ospedale di Trapani. Tutti gli amici condivisero; qualcuno mise pure in dubbio che a Trapani avesse ottenuto per suo merito grandi successi. Silvano, che è cardiologo, ha ricordato come, per una serie di circostanze, Di Girolamo divenne primario in quell’Ospedale e ha spiegato anche che la primazia della chirurgia trapanese su quella marsalese é dovuta alle maggiori attrezzature tecniche che la Regione assegnò a quel nosocomio.
Comunque il passato ospedaliero del nostro sindaco ci interessava fino a un certo punto; quel che più ci premeva era l’analisi del suo operato nel suo gabinetto. Anche in questo caso, gli amici hanno convenuto che i risultati sono stati scarsi, rispetto alle speranze. Qualcuno ha sostenuto chiaramente :“Il suo operato è stato deficiente!” L’osservazione era tranciate, ma condivisa. Solo che nessuno sapeva trovare una soluzione per rendere il sindaco più operativo. Tutti mestamente osservano, a parole o nei pensieri, che ce lo dobbiamo piangere per altri due anni o pressappoco.
E’ intanto passata un’ora. L’alta accademia degli amici di Piazza Loggia ha chiuso per stamattina la sessione. Ognuno è andato via per i fatti suoi.