La Sanità in Sicilia non vive la sua stagione più bella, sono stati anni di annunci di un tunnel buio quasi finito, e l'ultimo rapporto dell'Istituto Demoskopika ci presenta una Regione che è penultima come speranza di vita, quintultima per possibilità di cure delle famiglie, quartultima nei servizi.
Gravi i disagi, altrettanti i disservizi, tantissimi i viaggi fuori dall'isola per trovare nelle regioni del Nord maggiori ed efficienti cure.
Questi viaggi della speranza hanno un costo altissimo che produce un buco di oltre 1,2 miliardi di euro.
Dietro la Sicilia c'è solo il Molise.
L'Indice di Performance Sanitaria pone l'Emilia Romagna come regione con i migliori livelli di assistenza e di efficienza; tra le realtà sanitarie di eccellenza ci sono le Marche, la Toscana, il Veneto e l'Umbria. Crolla di dieci postazioni il Piemonte mentre per il meridione del Paese un posto privilegiato lo meritano solamente la Puglia, l'Abbruzzo e la Basilicata.
L'ospedale Paolo Borsellino di Marsala è una struttura definita dalla Rete Ospedaliera, non ancora entrata in vigore, Dea di primo livello.
La nomenclatura non ha ancora apportato quelle migliorie che ci si aspettava, l'organico è ridotto all'osso, i medici svolgono la professione con estremo e intransigente senso del dovere, oltre i loro turni. Tuttavia non si tratta di robot.
Un'eccellenza dell'ospedale di Marsala è il reparto di cardiologia, una sinergia tra quanti lavorano nel raparto che commuove i pazienti. L'Utic è funzionante a pieno ritmo, a breve si avrà un completamento dei posti letto che saliranno da quattro a dieci. Si è normalizzato il percoso di origine che vuole l'Utic e il reparto di cardiologia vicini, così da ottimizzare le risorse umane. Non si ha ancora notizia dell'angiogrado digitalizzato che avrebbe dovuto essere acquistato. Pare che tutto sia bloccato all'interno del palazzo, la burocrazia si è fermata all'Economato. Eppure questo strumento è necessario per salvare vite. Non è mancata la volontà politica ma adesso è la burocrazia che stoppa l'acquisto di un angiografo che risulterebbe il fiore all'occhiello del nostro ospedale. Quanto ancora si dovrà aspettare? Sono già passati più di sei mesi.
Per non parlare delle situazioni limite che taluni reparti vivono. E' il caso di pediatria e di ortopedia. Il primo reparto è sotto organico da tanto tempo, i turni a cui è sottoposto il personale è stressante; per il reparto di ortopedia la situazione è ancora più drammatica: si opera solo due volte al mese. Eppure l'ospedale di Marsala per ampiezza dei locali e per sale operatorie è il più moderno di tutta la provincia.
Cosa succede allora? Il Paolo Borsellino è destinato a vivere come la Cenerentola della provincia in subordine a Trapani?
L'essere definito Dea di primo livello è una targhettina appiccicata su un pezzo di carta o è concreta realtà?
Inutile negarlo: la lotta è sempre con Trapani. Fino a quando le logiche che muoveranno gli ambienti della sanità saranno queste ci sarà molto poco da stare allegri.
Il reparto di Pneumologia è sparito. Non c'è nessuna delibera che ne abbia sancito la soppressione, nelle Rete Ospedaliera il reparto sarebbe passato da unità complessa a semplice, che in termini utili signica: reparto aperto e funzionante senza primario.
Niente da fare, i medici del reparto sono finiti uno a Trapani, una a Mazara, un altro ancora non si capisce bene se sta essere trasferito a Trapani o se è accorpato al reparto di Medicina. Quest’ultimo reparto è sotto organico, i pazienti lamentano lo scarso funzionamento e l'attesa lunga per i servizi di diagnostica.
In buona sostanza manca una organizzazione precostituita che eviti che il paziente arrivi in ospedale venga ricoverato, secondo diagnosi, presso il reparto di Medicina e poi sostare circa dieci giorni prima di essere sottoposto ad esami diagnostici.
Non è messo bene, lo sappiamo dalle tante lamentele che arrivano, il Pronto Soccorso. L'organico del Pronto soccorso non è mai stato completato, mancano i medici e quelli che ci sono coprono turni disumani. E' anche vero che al Pronto Soccorso arrivano spesso cittadini che dovrebbero passare semplicemente dal medico di base. Manca essenzialmente il territorio, non ci sono più i filtri.
Nessun reparto gode di buona salute: la Chirurgia Plastica non è nelle condizioni di operare per come dovrebbe, mancano gli anestesisti.
L'ospedale, insomma, presenta delle criticità forti nonostante ci siano stati degli interventi diretti ma che attualmente restano sulla carta.
A questo si sommano altri problemi di natura amministrativa, spesso non arriva in ospedale il rifornimento farmaceutico, non c'è la carta per lavarsi le mani.
Singolare, altrettanto grottesco, è capire come mai la Direzione Amministrativa del Paolo Borsellino e i magazzini di rifornimento si trovano a 7 km di distanza dall'ospedale? La struttura di via Salemi è così ampia da potere ospitare pure tutti i medici di base del territorio, oltre che gli uffici amministrativi.
E poi c'è il problema delle isole minori, è il caso di Pantelleria dove i tutti i medici in forza negli ospedali della provincia sono mandati a turno, per assicurare il funzionamento di quell'ospedale. Si attinge, dunque, da forze già minime.
In questo quadro si comprende bene come la Regione sia stata superata dalla Calabria, intanto continuano gli sprechi della Sanità malata, con un record di spesa non indifferente a cui Ruggero Razza, attuale assessore regionale alla Salute, dice di voler porre un freno con delle azioni che permetteranno di razionalizzare le spese. Si aprirà un focus su quelli che sono i bilanci delle Aziende sanitarie di ogni provincia.
La Rete ospedaliera dovrà essere ridefinita secondo i fabbisogni reali degli ospedali, così dice Razza. Un dato allarmante viene disegnato da un 13,5 milioni di italiani (22,3%) che hanno rinunciato a curarsi sia per motivi economici che per le lunghe liste di attesa. In condizioni di disagio economico, e non fidandosi del sistema sanitario della regione di provenienza, non hanno potuto affrontare il costo di un viaggio verso situazioni sanitarie migliori.
Un impoverimento sanitario che ha colpito tante famiglie.
Intanto c'è un diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, che costantemente non viene tutelato. Nei Pronto Soccorso si staziona per ore, spesso in barella per poi essere trasportati nei reparti di riferimento, con un personale ridotto, in ambienti non proprio accoglienti.
Sono tutte situazioni che mortificano il diritto alla cura e all'assistenza, unitamente alle lunghe liste di attesa che non si conciliano con la prevenzione e la cura.
Gli ospedali, basta farci un giro in quelli della provincia di Trapani, necessitano di investimenti strutturali di edilizia oltre a quelli di strumentistica.
Dov'è la programmazione di cui tanto si è parlato insieme agli investimenti e al risparmio reinvestito? La Sicilia paga il debito di una sanità politicizzata che passa dalle segreterie dei partiti.