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31/03/2018 09:06:00

Uomo condannato per stalking su ex moglie marsalese. “Voleva solo contatto con figlia"

Il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte ha condannato a 10 mesi di reclusione il 39enne tunisino Riadh Dhaoui, processato per stalking in danno dell’ex moglie, L.B., di 38 anni.

La donna ha accusato l’ex coniuge di averla tempestata di telefonate, con insulti e minacce. Aggiungendo che quando l’uomo tornava a Marsala l’avrebbe anche seguita nei luoghi in cui si recava.

Il nordafricano, legalmente separato da L.B. dal 16 maggio 2013, al telefono avrebbe minacciato sia la donna che i suoi genitori. Sempre secondo l’accusa, nei brevi periodi in cui ha fatto rientro a Marsala avrebbe più volte seguito l’ex moglie, appostandosi nei luoghi in cui questa si recava. Epoca dei fatti: febbraio 2014/marzo 2015. Il legale dell’imputato, l’avvocato Francesco Vinci, ha sostenuto che il suo cliente voleva soltanto avere un contatto la figlia minore nata dal matrimonio e che adesso ha 8 anni. Riadh Dhaoui è stato, inoltre, condannato a pagare le spese processuali, nonché il risarcimento danni alle parti civili: quattromila euro all’ex moglie, esercente la potestà sulla figlia minore, e 500 euro all’associazione Codici Onlus. “Il padre – ha sostenuto, però, l’avvocato difensore Francesco Vinci – ha soltanto reclamato il proprio diritto a vedere la figlia. Non ci sono gli elementi costitutivi del delitto di atti persecutori. Telefonava dalla Francia, dove lavorava. Ci sono i tabulati telefonici, è vero, che possono provare che i contatti ci sono stati, ma è anche vero che la parte offesa ha riferito di avere attivato sul suo cellulare l’opzione ‘rifiuto di chiamata’. E poi, al punto 3 dell’accordo di separazione consensuale tra i coniugi, è scritto che il padre avrà facoltà di telefonare alla figlia in qualsiasi giorno della settimana”. Nella sua arringa, l’avvocato Francesco Vinci ha anche sottolineato che il gip, quando la donna ha denunciato l’ex marito per sottrazione di minore, ha osservato che Dhaoui aveva solo “l’intenzione di instaurare un seppur breve contatto affettivo con la figlia”. Per questi motivi, il legale ha preannunciato che dopo aver letto le motivazioni della sentenza (queste saranno depositate entro 90 giorni) proporrà appello.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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