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21/03/2018 12:12:00

Castelvetrano. Caso Oasi, truffa da 7 milioni a Regione e Ue. I legali: “Reati prescritti”

Rischia di finire in un nulla di fatto il processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputate nove persone, tra imprenditori, tecnici e funzionari, nonché tre società (coop “Oasi”, “Sistema srl” e “Costruire srl”), per una presunta mega-truffa di circa sette milioni di euro ai danni di Regione, Ue e Patto Territoriale “Valle del Belice” nell’ambito della realizzazione di un grande complesso turistico-ricettivo a Marinella di Selinunte (“L'oasi di Selinunte Hotel & Resort” con 144 mini appartamenti e 576 posti letto). I legali della difesa, infatti, hanno affermato che “i reati sono ormai prescritti”.

Le contestazioni, infatti, risalgono al 2008-2009 e secondo la difesa, per un “fatto tecnico”, non poteva essere contestata la recidiva. E senza quest’ultima i tempi di prescrizione si accorcerebbero. Il pm Ignazia Uttoveggio ha chiesto alcuni giorni di tempo per esaminare la questione. Ed essendo un “vpo” (magistrato onorario, uno dei tanti grazie al cui lavoro la giustizia italiana riesce ad andare avanti), molto probabilmente si consulterà con il capo della Procura di Marsala, Vincenzo Pantaleo, o con il sostituto “togato” titolare dell’indagine, che è stata condotta dalla Guardia di finanza.

Nel processo, il reato di truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche è contestato a Paolo Ettore Masella Ippolito, di 56 anni, presidente del Cda di “Oasi” e secondo l’accusa anche “amministratore di fatto” della “Sistema”, alla moglie Giuseppa Claudia Ancona, di 52, vice presidente del Cda di “Oasi” e a.u. della “Sistema”, nonché ad Antonino Scaglione, di 55, del cda di “Oasi”, Antonino Russo, di 62, procuratore speciale della “Sistema”, Gaspare Secchia, di 60, professionista incaricato e firmatario della contabilità tecnica dei lavori rendicontati all’ente erogatore dei finanziamenti, Orazio La Monaca, di 60, progettista e direttore dei lavori, anch’egli firmatario della contabilità tecnica, Giovanni Giuseppe Ligambi, di 49, a.u. della “Costruire”, Santo Svizzero, di 53, ingegnere incaricato dall’Oasi della redazione del progetto di ammodernamento e ampliamento della struttura turistica e alberghiera preesistente, e a Francesco Paolo Vizzini, di 72, collaudatore dell’assessorato regionale al Turismo. Tranne quest’ultimo, che è di Palermo, gli altri sono tutti di Partanna e Castelvetrano. Legali degli imputati sono gli avvocati Gianni Caracci, Carmelo Carrara, Eugenio Brillo, Mario Accardi, Ileana Cannia, Salvatore Giovanni Di Stefano Messina, Giovanni Lentini, Vincenzo Salvo, Giuseppe Gerbino, Biagio Di Maria, Giuseppina Faugiana, Giuseppe Ippolito e Giovanni Antonio Rizzo. Nel frattempo, la difesa ha anche invocato il dissequestro dei beni (circa 5 milioni di euro tra immobili e denaro) ai quali la Guardia di finanza ha posto i sigilli lo scorso settembre. Beni sequestrati alla “Oasi società cooperativa” in liquidazione, nonché a Paolo Ettore Masella Ippolito, Giuseppa Claudia Ancona e Antonino Scaglione. Il sequestro “conservativo” è stato eseguito in esecuzione di un decreto richiesto dalla Procura regionale della Corte dei conti siciliana. “L’attività – spiegò la Guardia di finanza di Trapani - scaturisce da una pregressa indagine di p.g. condotta dalla Tenenza di Castelvetrano, all’esito della quale erano emersi profili di responsabilità sul conto della cooperativa e dei tre soci in ordine ai reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, correlati ai lavori di ampliamento e ristrutturazione della struttura alberghiera. Alla luce delle risultanze emerse, con sentenza dello scorso luglio, i Giudici della Corte dei Conti aveva già accertato in primo grado la responsabilità amministrativa solidale in capo alla società beneficiaria della provvista pubblica ed in capo alle persone che avevano concorso nello sviamento dei fondi ricevuti dagli Enti Pubblici finanziatori, condannandoli al pagamento della somma di euro 4.689.480 in favore dell’Assessorato regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, nonché di euro 416.667 in favore del Ministero dello Sviluppo Economico”. E a seguito di ulteriori approfondimenti, disposti dalla Procura regionale della Corte dei conti ed eseguiti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani sulla base di novità introdotte dal nuovo codice di giustizia contabile, i militari delle Fiamme Gialle, in settembre, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro, che ha riguardato due conti correnti bancari riconducibili a due dei tre soci (oltre 57 mila euro), nonché un complesso alberghiero a Marinella di Selinunte e un altro immobile. Il verdetto dei magistrati contabili è arrivato, insomma, prima di quello penale. La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti non ha atteso, infatti, l'esito del processo in corso davanti al Tribunale di Marsala e lo scorso luglio ha emesso il suo verdetto, riconoscendo il danno erariale di circa 5 milioni e 100 mila euro (4.689.480 di euro in favore dell'assessorato regionale al Turismo e 416.667 in favore del ministero dello Sviluppo economico).
 



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