di Leonardo Agate - Da un’ indagine pubblicata dai giornali risulta che coloro che vorrebbero tornare subito a nuove elezioni sono il 20 per cento; quelli che vorrebbero un governo Lega – M5S il 14 per cento; gli altri che vorrebbero governi con componenti diverse sono distanziati in fondo. La rappresentazione grafica, con i colori, rende evidente a chi vuole ragionare che la soluzione obbligata, teoricamente, è un incarico governativo a un persona indicata dai due partiti che hanno vinto alle urne: M5S e Lega.
Solo che le forze unite dei due partiti non arrivano a quel 51 per cento di deputati e di senatori, che garantirebbe il governo . Quindi, i due partiti dovranno cercare altri appoggi, che non è detto debbano essere di altri partiti interi, cosa molto difficile, ma di transfughi di altri partiti, che siano provenienti da Forza Italia o dal Pd poco importa. In politica non si fa questione di moralità, ma di effettività.
Il compromesso, detto volgarmente inciucio, è l’anima della politica, la sua realizzazione pratica.
A ben guardare la Lega e il M5S non sono molto lontani nelle aspirazioni di fondo: tutte e due le parti vogliono un cambiamento radicale, che riguarda la pubblica amministrazione, la giustizia, la politica estera e in particolare i rapporti con l’U.E., una tassazione più equa e sostenibile, un’attenzione maggiore verso le classi deboli. Quello che li divide di più è la questione dell’ordine pubblico e dell’immigrazione, che poi sono due grandi ed attuali questioni. Per Salvini, un governo più autoritario, che ce l’abbia duro, e la restrizione nel flusso degli stranieri in entrata sono prioritari; per Di Maio, la democrazia non può prescindere da decisioni prese nella Rete e l’accoglienza di extracomunitari è un dovere. Non vedo perché alla fine i due non possano fare un accordo nel senso di mettere su un governo più autorevole e di accogliere gli stranieri nei limiti delle possibilità di un’accoglienza dignitosa.
Il presidente della Repubblica è obbligato a tenere conto, nel dare l’incarico di formare il governo, di come gli italiani hanno votato; le preferenze espresse a favore dei vari partiti valgono più dell’accozzaglia di voti ottenuti dalla coalizione di centro – destra e da quella di centro – sinistra. Tanto vero che quelle alleanze pre-elettorali si stanno liquefacendo come neve al sole. Nel centro – destra gli indirizzi politici della Lega divergono da quelli di Forza Italia; nel centro – sinistra Emiliano, eminente suo rappresentante, vede con favore un accordo con Di Maio, mentre i renziani lo vedono come il fumo negli occhi
Per capirci meglio, aspettiamo le nomine dei presidenti di Camera e Senato. Ma stiamo allegri; il centro – sinistra non ci governerà più per anni e anni.