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19/03/2018 09:32:00

Grillo ha dato un'intervista a Repubblica, gran feeling Di Maio - Salvini

 Grillo ha dato un’intervista a Repubblica. Dice che è finita l’era dei vaffa, «ma quella degli inciuci non comincerà». Però «la specie che sopravvive, anche in politica, non è quella più forte, ma quella che si adatta meglio». 


Di Maio e Salvini si sono sentiti ancora ieri e hanno concordato un incontro, con l’idea di far partire i lavori del parlamento al più presto. Di Maio, dichiarando che alle presidenze delle camere non possono andare né i condannati né chi ha processi in corso, ha fatto un favore a Salvini che non voleva al Senato né il candidato di Berlusconi, Paolo Romani, né quello dei suoi avversari dentro la Lega, Roberto Calderoli. Ci si orienta, per il Senato, su Giulia Bongiorno (detestata da Berlusconi), e per la Camera su uno dei due tra Riccardo Fraccaroli e Emilio Carelli. Si comincia a votare venerdì prossimo.

Sul governo con i cinquestelle, negato in tv da Maroni, Salvini, sempre in tv, dice: «Niente è impossibile». Dice anche: «Di Maio porta fortuna. L’ho sentito nell’intervallo della partita e il Milan ha segnato». Sull’ipotesi di un’alleanza con la Lega, però, la base grillina sarebbe spaccata. Anche Maroni sarebbe contrarissimo a un accordo con i cinquestelle: secondo il Giornale, se si verificasse, sarebbe pronto a fare una scissione.

Berlusconi, se Salvini non lascerà il Senato a Forza Italia, è pronto a sostenere, con Mattarella, una personalità azzurra per Palazzo Chigi. È anche pronto a far uscire i suoi dalle giunte di Lombardia e Liguria, imponendo nuove elezioni nelle due regioni. Salvini è sicuro, però, che in quest’ultimo caso molti berlusconiani passerebbero con la Lega.

Qui uno stralcio dell'intervista a Grillo:

«Sono come una prostituta in una città senza marciapiedi. Non so dove collocarmi. E il mio problema, anche prima del 4 marzo, è sempre stato non digerire. Così non dormo e non mi resta che pensare, pensare, pensare, da solo con me stesso. E dico che adesso la responsabilità di tutti è dare all’Italia una visione per i prossimi vent’anni».

Sembra difficile anche un accordo minimo per far funzionare le istituzioni: a chi spetta il compito di dare un futuro al paese?

«La politica oggi è priva di narrazione, non ha un linguaggio contemporaneo, è noiosa, inconcludente. Tra vent’anni avremo una nazione di vecchi e nessuno ci pensa: tutti a chiedersi chi fa il presidente, chi il ministro, chi il premier. Servono riforme, risorse, a cominciare dalle pensioni. Un anziano ha un costo annuo superiore allo stipendio annuale di suo figlio. Dobbiamo pensare a questo, a cosa fare, non alle poltrone».

M5s è il primo partito italiano, assieme a chi può attuare quella che lei chiama la “rivoluzione”?

«So solo che non assisterete a una mutazione genetica del movimento. L’epoca del vaffa è finita, ma quella degli inciuci non comincerà».
Di Maio e Salvini però si parlano e guardano anche al Pd. Può nascere una maggioranza?

«Io sono qui per recitare, certe domande vanno rivolte ai leader. Però la specie che sopravvive, anche in politica, non è la più forte, ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po’ democristiani, un po’ di destra, un po’ di sinistra, un po’ di centro. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa. A patto che si affermino le nostre idee».
 



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