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18/03/2018 06:00:00

"El abrazo dela serpiente". Un omaggio all'Amazzonia inesplorata

Se mi giungesse, ora nell’attimo qui, uno alle spalle e – tra il giocoso e l’hitchcockiano – mi chiedesse a bruciarmi il pelo, una coppia di titoli che (negli ultimi 4/5 anni) mi ha letteralmente rapito dalla realtà e consegnato al fluire molle dell’incanto cinematografico, non avrei dubbio alcuno. La mia risposta sarebbe chiara, ferma. “Corn Island” del georgiano Ovashvili ed “El abrazo de la serpiente” di Ciro Guerra.

Non ci sono santi! Tra le decine, centinaia di ‘pellicole’ viste (alcune riviste, per capirne un tubo uguale), questi due racconti per immagini mi hanno letteralmente ficcato dentro alle storie – epiche/etiche, omeriche/dantesche, noiose/didascaliche, fate un po’ voi a gusto personale – che raccontavano. Prendete il film che Tp24 vi propone questa settimana; qualcosa che sa del “Dersu Uzala” di Kurosawa, che s’innesta in una specie di “Apocalypse now” a latitudine amazzonica e che finisce per gemmare in un’operetta morale che davvero retroillumina il rapporto tra Occidente e Tribale, tra post-industriale e pre-tecnologico, e che incanta come poche sul tema dell’esplorazione del mondo sconosciuto.

Un ‘qualcosa di ombra e luce’ che sfugge ai mille incasellamenti delle categorie cinematografiche, scivolando sulle acque torbide e fresche della nostra co(no)scienza.

 

Buona visione, a domenica prossima ed al prossimo film!

 

Marco Bagarella 

 

Dicono del film

 

Girando in un ammaliante bianco e nero, Ciro Guerra si prefigge l’obbiettivo di raccontarci una parte di mondo ancora in larga parte inesplorata come l’Amazzonia, mostrandocela dal punto di vista degli indigeni e concentrandosi sui riti, le credenze e le leggende delle persone che abitano questi posti magnifici e incontaminati. Il risultato è un’esperienza visiva e interiore di raro fascino, che non può lasciare indifferenti.

El abrazo de la serpiente racconta la storia dello sciamano Karamakate (Nilbio TorresAntonio Bolivar), ultimo discendente della sua tribù, che incontra i due scienziati ed esploratori Theodor Koch-GrunbergRichard Evans Schultes (sui diari dei quali è basato il film) a distanza di circa 40 anni l’uno dall’altro, instaurando con loro un rapporto profondo e controverso. I due scienziati, interpretati rispettivamente da Jan BijvoetBrionne Davis, si recano in Amazzonia in periodi diversi, ma accomunati dallo stesso obbiettivo, ovvero quello di cercare la yakruna, una pianta sacra e dai potentissimi poteri. Quello che per i due studiosi era cominciato come un viaggio di lavoro dagli scopi prettamente scientifici, diventerà ben presto l’esplorazione di una cultura pressoché sconosciuta e la ricongiunzione con la loro essenza più primordiale.

“El abrazo de la serpiente” è un omaggio rispettoso e approfondito a un luogo, a un popolo e alla loro storia, spesso fatta di sangue, soprusi e sopraffazione. Un film dai ritmi lenti e compassati, sempre in bilico fra realtà e sogno e su più piani temporali, quindi potenzialmente indigesto a molti. Indigesto ma pregevole, così come il ‘vero’ cinema deve sempre essere.

 

(Marco Paiano)

 

 

Il film in streaming gratuito

https://openload.co/f/F_9oJ-pjAkU

 

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