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17/03/2018 06:00:00

Regione, Sgarbi non molla. Musumeci alle prese con i conti della Sicilia

 Che Forza Italia in Sicilia sia nel caos lo indicano le mancate dimissioni di Vittorio Sgarbi, assessore regionale ai Beni Culturali, annunciate da una nota della presidenza dell'ARS.
Pare che la manovra sia stata ordita dal commissario azzurro Gianfranco Miccichè, notizia poi smentita dallo stesso Sgarbi, che è anche presidente dell'Assemblea Regionale.
Il critico d'arte e assessore siciliano è stato eletto alla Camera dei Deputati, pertanto il ruolo nell'esecutivo di Nello Musumeci è incompatibile.
C'è da fare una scelta. I rumor davano per scontate le dimissioni che sarebbero dovute avvenire ieri in conferenza stampa per comunicare, tra l'altro, il rientro del ritratto di Donna Franca in Sicilia.
Niente da fare, Sgarbi non si è presentato. Assente.
Non molla il ruolo in Giunta e se lo farà sarà solo per un posto di Ministro. Più facile che i marziani sbarchino nel capoluogo.
Sgarbi resta, dunque, assessore e chiede a Musumeci che sia proprio il presidente dell'isola a sollevarlo dall'incarico. Non sono all'ordine del giorno le dimissioni del roboante critico, che tira in ballo un collega di Giunta, Toto Cordaro.
Pare sia stato l'assessore al Territorio e Ambiente a fare dei passi in avanti spingendo per le dimissioni. “Mi dispiace, dice Sgarbi, non essere gradito”.

Tante grane per il governatore dell'isola che ha riunito il suo esecutivo sulle Madonie, una due giorni per fare il punto sulla finanziaria e per dettare le linee programmatiche per i prossimi mesi, che proprio facili non saranno.

La Commissione europea ha bloccato 179 milioni di euro per la Regione, fondi che servivano a fronteggiare l'emergenza dei rifiuti.
Il blocco è avvenuto in seguito al mancato progetto sul piano rifiuti.
Niente piano regionale sulla gestione, niente somma stanziata. Tutto sospeso.
I poteri speciali, che sono stati richiesti e ottenuti dal presidente della Regione, non serviranno a molto se non ci sarà a breve l'approvazione del piano rifiuti.
E non è contento Musumeci di questi poteri speciali, conferiti da Roma, per froteggiare le emergenze. Non si esclude di rivedere la possibilità di non inviare all'estero i rifiuti: questo significherebbe un aumento della Tari a carico dei cittadini, per un totale circa di 40 milioni di euro annui. L'aumento graverebbe su tutti indistintamente, anche su quei Comuni dove le percentuali di differenziata hanno raggiunto buoni livelli.

Intanto lunedì la Giunta regionale dovrebbe approvare i documenti finanziari e poi tutto passerà nelle mani dell'ARS, che dovrà fare i conti con l'esercizio provvisorio in scadenza a marzo, prorogabile di un altro mese.
Musumeci vorrebbe approvare una finanziaria tecnica ma che contenga delle misure anti spreco, come l'abolizione degli Iacp.
Su 162 enti regionali e partecipate sono solamente 51 ad avere i bilanci in regola, per le restanti ci sono delle inadempienze finanziarie.