Si è riunita, ieri sera, la direzione del Partito Democratico di Marsala.
Dall'analisi del voto, la sconfitta dem era annunciata nelle ultime settimane di campagna elettorale, alla firma apposta alla mozione di sfiducia del consigliere del partito Angelo Di Girolamo.
Si mirava a fare fuori il consigliere che ha firmato la sfiducia, come lui stesso ha più volte sottolineato, perché la città vive dei disagi dettati anche dalla scarsa illuminazione, una sorta di grido di dolore per scuotere le coscienze. Un gesto forte che ha indicato il non voler rimanere a tutti i costi su una poltrona.
Angelo Di Girolamo è legato politicamente a Peppino Lupo, capogruppo all'ARS.
Dietro le lamentele su come viene gestita la segreteria del circolo di Marsala è Rino Ragona a sferrare un attacco politico chiedendone l'azzeramento, con conseguente dimissioni della segretaria Antonella Milazzo, ma si è congiuntamente chiesto l'azzeramento della Giunta.
Posizioni forti e determinate.
La Milazzo dal canto suo annuncia le dimissioni da tempo ormai, mai perfezionate. Le ultime per fine febbraio quando ad elezioni nazionali passate doveva rassegnare il mandato, così non è stato.
Dietro la richiesta di Rino Ragona temporeggia, pare che abbia deciso di convocare un'ulteriore direzione del partito per lunedì prossimo, ma nel caso di dimissioni, ha sottolineato la segretaria, si impegnerà per fare eleggere proprio Ragona che è anima critica nei confronti dell' Amministrazione Comunale.
L'attenzione poi è rivolta al sindaco, Alberto Di Girolamo, e alla sua Giunta, presenti alla direzione di via Frisella. La non comunicazione e la non partecipazione della maggioranza alle decisioni dell'Amministrazione pare essere il problema principale.
Non ci sta a queste accuse il Primo Cittadino, sostiene di avere sempre convocato la maggioranza e che poi questa non si è presentata agli appuntamenti.
Per non parlare degli attacchi che in consiglio comunale sono stati sferrati all'Amministrazione dallo stesso partito, dal capogruppo consiliare Antonio Vinci.
Da lì si comprende come non ci sia la tenuta del partito, un capogruppo che si mette di traverso all'Amministrazione che lo rappresenta e per il quale è stato eletto dovrebbe dimettersi, per essere battitore libero, senza gravare sul gruppo consiliare.
La direzione del PD diventa un processo al sindaco e alla sua Giunta, dal canto suo Di Girolamo non blinda a sufficienza i suoi componenti e non mette dei paletti.
La mozione di sfiducia firmata da Angelo Di Girolamo monstra un finto stupore.
Non sono lontani i mesi in cui, in aperta campagna elettorale per le regionali, un altro consigliere del PD, Pino Cordaro, faceva attiva campagna per un candidato di centrodestra.
Lo stesso Cordaro per le ultime elezioni politiche ha deciso di formalizzare la sua adesione a Forza Italia, in questi mesi la segreteria non ha mai redarguito i comportamenti politici né preso le distanze, ad ottobre, dal loro consigliere che distribuiva, legittimamente, santini per il centrodestra.
Insomma, le dimissioni sono state chieste in maniera chiara alla segretaria da parte di Ragona che potrebbe diventare il nuovo segretario del partito.
C'è chi borbotta, sostenendo che è l'ennesima messa in scena che vedrebbe tutti d’accordo: scongiurare Ragona segretario, perchè iper critico verso l'Amministrazione, e riconfermare per acclamazione Antonella Milazzo.