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08/03/2018 04:00:00

L'Italia ai 5 Stelle, ma si riprenda dialogo ed educazione

di Rossana Titone -  L'Italia si riscopre Cinque Stelle, la Sicilia è gialla.
Cappotto di un 28 a 0, un fiume che in modo inarrestabile ha trascinato con sé i vecchi politici.
E' il primo partito del Paese, può piacere o meno, è così.


Non si tratta di protesta che monta, mista alla rabbia sociale e culturale, sono segnali inequivocabili verso i partiti tradizionali che non hanno saputo rigenerarsi, ma riciclarsi usando le stesse facce dei trombati per le regionali o peggio ancora di quanti erano lì da oltre 25 anni.
Una insurrezione popolare, quasi dei moti che hanno voluto rovesciare il sistema di potere dei partiti.
Questa del 4 marzo è stata una election mood, l'umore del popolo italiano è cambiato e la frattura si è consumata. I partiti sono arrivati impreparati, i segnali sono stati lanciati da anni e il problema è stato sottovalutato.

Oggi i grillini hanno invaso i portali di tutta Italia, sono reperibili ovunque, hanno accorciato la distanza tra elettore e mondo istituzionale. Non sappiamo ancora se saranno in grado di attuare il loro programma, di portare l'Italia fuori dalla crisi e dove troveranno la copertura finanziaria per attuare le misure di cui parlano, sempre che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, conferisca il mandato esplorativo a Luigi Di Maio, ma hanno saputo accorciare le distanze.
Esulta il commissario regionale azzurro Gianfranco Miccichè, per lui la Sicilia è azzurra. Non sapevamo ancora che Miccichè fosse daltonico. Forza Italia perde.
E' sconfitta.


Non prende nessun seggio uninominale, soccombe nonostante sui territori ci siano dei parlamentari regionali, gli stessi che esultano per una vittoria: di chi? Ognuno si racconta, ancora, la sua favoletta non comprendendo che proprio questo atteggiamento ha portato i grillini a vincere.
Dal 5 novembre al 4 marzo, sono appena 4 i mesi, il centro destra governa la Sicilia e non riesce ad essere baluardo per le elezioni nazionali. Qualcosa non funziona, è bene che facciano autocritica invece di sostenere che c'è stata una grande affermazione. Se l'affermazione si chiama Renato Schifani ed Urania Papatheu i trapanesi ringraziano ma le loro facce non sono note ai più, nemmeno le azioni a sostegno di questo territorio.
Il centro destra ha fatto la sua campagna elettorale con tutti gli assessori regionali schierati in campo, il risultato è stato pessimo. Dunque, bisognerà capire che va recuperato il rapporto con il cittadino che evidentemente ha voglia di essere ascoltato.
Vergognoso l'attacco di Vittorio Sgarbi a Luigi Di Maio, si discute animatamente sul campo della programmazione e delle diversità politiche ma non si augura la morte a nessuno.


I grillini hanno spesso manifestato aggressione verbale e scarsa capacità a mantenere il dialogo su toni pacati e civili, scadendo nella offesa personale e volgare, che questo avvenga anche da altre parti politiche, che rappresentano le istituzioni, è grave e pericoloso.
L'educazione e il rispetto dovrebbero guidare chi fa politica.
Nello Musumeci dovrebbe correre ai ripari, richiamare all'ordine della forma politica Sgarbi, assessore del suo esecutivo, ovvero lasci.
La maleducazione non può essere meta per nessuno.
La politica vive uno stato terminale di dissoluzione la colpa non è da ricercare nella vittoria dei grillini ma in quelle piccole risposte che non sono state date ai cittadini.
Deve riprendere il dialogo, è questa l'unica speranza di riscatto. Ricostruire dalle fondamenta, non c'è alternativa. Si smarrisce il senso tutte le volte in cui non ci sono obiettivi di umanità, di giustizia sociale, di pace.
Si smarrisce il senso tutte le volte in cui il segretario di un partito, nello specifico Matteo Renzi, dichiara di non dimettersi nel caso di sconfitta del PD e poi però fa l'opposto contrario dettandone anche la linea.
E' questo che l'elettore non comprende, queste le cause di una disaffezione.
Manca la conseguenzialità dalle parole ai fatti. E c'è un Renzi che continua a fare gli stessi errori di sempre, personalizzare tutta l'azione politica con la sua faccia.
Succede che poi si perde...anche il senso del pudore.