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22/02/2018 06:00:00

Sicilia, la nuova sanità non decolla

 Gioie e dolori per una sanità siciliana che non decolla. Paroloni e speranze di un rinnovamento, misto a risanamento, che non riesce a trovare la via giusta di una reale pianificazione.
Adesso, a dettare la linea sono i giudici amministrativi. Niente spoils system.
Niente nomine di altri commissari, targati Musumeci, che avrebbero dovuto sostituire quelle volute, di concerto, dall'ex assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, e dall'ex governatore Crocetta.
I commissari delle Asp sono lì e ci rimarranno ancora almeno per tutto il 2018.
A conclusione dell'era Crocetta, infatti, tutti i commissari rimasero al loro posto, tranne qualcuno che si è solo spostato di Azienda.
Nel frattempo la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha varato la riforma nazionale per la nomina dei manager.
La riforma stabilisce che i manager delle Asp, per essere tali, devono essere iscritti nell'elenco nazionale, e a sua volta la Regione di riferimento dovrà provvedere ad emanare un apposito bando.
Quindi, gli aspiranti manager, occorrerà che siano presenti nell'elenco nazionale, e dovranno possedere dei requisiti locali. Una procedura che richiederà del tempo.
Il nuovo assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, aveva chiesto un parere al Consiglio di Giustizia Amministrativa, circa la legittimità delle nomine dei commissari voluti dal governo Crocetta, d'intesa con Gucciardi, e altresì un parere sulla possibilità di nominare nuovi commissari in sostituzione dei precedenti.
I Giudici amministrativi hanno evidenziato che quelle nomine sono legittime. Il Governo Musumeci, insomma, non potrà nominare commissari di propria fiducia, potrà solamente indire il bando, quindi attingere dall'elenco nazionale.
Tempi lunghi, non quantificabili ad oggi, per una serie di ricorsi nazionali che sono stati presentati per l'elenco in questione.
Inoltre il Cga indica la strada da seguire con tre direzioni diverse: il governo Musumeci può nominare subito i nuovi direttori pescandoli dall'elenco regionale non ancora aggiornato; può nominarli dopo l'aggiornamento; potrà aspettare il completamento dell'elenco nazionale, quindi lasciare in carica i commissari che al momento operarano nelle varie Asp.

La parola passa a Razza: "Per rispetto del Consiglio non sono voluto intervenire fino alla materiale pubblicazione del parere, nonostante fossimo consapevoli della necessità, con la pubblicazione dell'elenco nazionale, di procedere come tutte le Regioni italiane ai bandi di selezione dei manager. La sostituzione dei commissari residuale rispetto alla nomina dei direttori generali, è oggi superata dal nuovo contesto normativo legato all'attuazione della riforma Lorenzin e quella dell'avvio delle procedure di nomina non è l'unica conseguenza dell'entrata in vigore dell'elenco nazionale: i nuovi commissari delle Asp di Caltanissetta e di Enna e quello dell'azienda Papardo di Messina, saranno infatti scelti da quell'elenco. Così la Sic. ilia sarà, assieme al Piemonte, la prima regione in Italia ad applicare le nuove regole".
Lascia la Sicilia Pino Zingale, Procuratore generale della Corte dei Conti, che sui conti risanati, di cui tanto ha parlato il PD, ribadisce che si è trattato di uno slogan da campagna elettorale. Un indebitamento della Sicilia che ha portato solo a coprire le spese correnti e a non realizzare nulla sul piano delle infrastrutture e delle grandi opere.
E' una Sicilia che stenta a ripartire ma il 2017 è stato l'anno in cui si è avuta una crescita di un punto percentuale per l'economia.
Sono tantissime le famiglie, circa 200 mila, che vivono in grave povertà. Lo dice il 48 Report sulla Sicilia, attraverso lo studio dell'economia della Sicilia da parte di Diste. La crisi c'è ancora, a conferma del milione di disoccupati dell'isola, del lavoro in nero, del lavoro non pagato e del precariato.
Gaetano Armao, vice presidente della Regione e assessore all'Economia parla di ripresa lenta e di pochi investimenti in Sicilia: “ Il Patto per la Sicilia è frammentato e deve essere rimodulato ed il Governo nazionale, che ha riaperto la questione del Sud, non riesce ancora a rendere operativa la clausola di salvaguardia sul vincolo del 34% delle risorse destinate agli interventi nel Mezzogiorno. Occorre investire in conoscenza, occorre puntare ad una Regione innovatrice che attragga investimenti mediante la leva fiscale e sostenga nuove iniziative imprenditoriali. La piattaforma del negoziato aperto con lo Stato sull’autonomia finanziaria ed il Documento di Economia e Finanza Regionale del Governo Musumeci vanno in questo senso”.