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22/02/2018 08:07:00

Processo a Sgarbi e Favuzza per diffamazione a maresciallo Teri, che depone in aula

Il maresciallo dei carabinieri Giovanni Teri, ex comandante della stazione dell’Arma a Salemi, ha testimoniato, per la seconda volta, davanti al giudice monocratico di Marsala Maria Pia Blanda, nel processo, nato dalle sue querele, che vede imputati per diffamazione ai danni del sottufficiale l’ex sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi e la sua vice Antonella Favuzza.

“Non è vero che sono amico di Pino Giammarinaro, come ha detto Sgarbi – ha affermato, in aula, il maresciallo Teri - Anzi, su Giammarinaro ho svolto indagini. I nostri rapporti, quindi, sono stati di natura istituzionale e ci diamo del lei”.

Teri si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Mariella Martinciglio. Secondo l’accusa, Sgarbi e Favuzza avrebbero “in più occasioni” rilasciato dichiarazioni “tendenti a gettare discredito sull'operato” del sottufficiale, paventando qualche rapporto o conoscenza con Pino Giammarinaro, ex deputato regionale della Dc, poi coinvolto in varie indagini. E a cui, lo scorso aprile, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani ha confiscato beni per oltre 15 milioni di euro e applicato la sorveglianza speciale. Già il 6 dicembre, in aula, l’ex comandante della stazione salemitana dell’Arma aveva sottolineato che la sua “conoscenza” di Giammarinaro era di natura investigativa. Teri, infatti, aveva svolto attività di pg nell’ambito dell'indagine poi battezzata “Salus Iniqua” e in altre che poi furono alla base del provvedimento sfociato nello scioglimento del Comune di Salemi per infiltrazioni mafiose. Indagini che Sgarbi definì “corrotte perché senza alcun riscontro oggettivo”. Nove le frasi contestate all'ex sindaco Sgarbi, solo una invece alla Favuzza, che è difesa d’ufficio dall’avvocato Edoardo Alagna. Al critico d’arte, difeso dall’avvocato Giovanni Di Giovanni, si contestano anche le dichiarazioni rilasciate a Trapani nel 2013 dopo essere stato sentito come teste nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico di Giammarinaro. In quell’occasione, durante una conferenza stampa, Vittorio Sgarbi dichiarò: “Mai nessuno delle istituzioni è venuto a dirmi di stare attento a Giammarinaro, neppure il maresciallo dei carabinieri di Salemi, che mi risulta andava a cena con Giammarinaro e che Giammarinaro veniva presentato come l’amico di Giovanni”. Ma a querelare per diffamazione Sgarbi e Favuzza, nel procedimento avviato a Marsala, non è stato solo Teri, ma anche l’ex consigliere comunale Melchiorre Angelo, che era stato eletto proprio in una delle liste a sostegno del critico d’arte. Anche Angelo, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Francesco Salvo, ha giudicato inammissibile l’accostamento tra il suo nome e quello di Giammarinaro.