Intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché le altre attività investigative messe in atto dalla polizia di Marsala per contrastare lo spaccio di droga in città sono state al centro della deposizione del commissario Carmine Massarelli (nella foto) nel processo “Angileri Gisella + 16” in corso davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte.
“Nel corso di uno dei controlli svolti nella zona del quartiere Sappusi – ha dichiarato il funzionario di polizia, che adesso svolge servizio in un’altra città – i nostri uomini hanno identificato dieci noti assuntori di stupefacenti. In un’altra occasione, trovammo Diana Romina Buffa in possesso di due dosi di eroina. Era appena uscita dall’abitazione di Angileri, ma lei disse di aver comprato le dosi per 35 euro ciascuna da un extracomunitario di cui non conosceva il nome… Grazie, poi, ad una intercettazione ambientale sull’auto della famiglia Angileri, abbiamo ascoltato dialoghi relativi ad acquisto e cessioni di droga, senza frasi criptate”. Monitorati anche i viaggi a Palermo per rifornirsi di stupefacenti da smerciare in città. Il commissario Massarelli ha parlato di “ruolo centrale” delle sorelle Angileri, che avrebbero trasformato la loro abitazione nel quartiere popolare di Sappusi in un centro di spaccio.
Alla sbarra degli imputati sono Gisella e Giusy Angileri, Salvatore Giorgio Buffa, Diana Romina Buffa, Giuseppe De Marco, Salvatore Ciaramida, Giovanni Piero Casano, Daniele Marino, Giacomo Catalano, Ignazio Monti, Vincenza Gerardi, Marcella Pizzo, Mariana Marino, Nicolò Titone, Alessia Angileri e i palermitani Daniele Testagrossa e Giuseppe Tinnirello. Tra i legali impegnati nella difesa, gli avvocati Francesca Frusteri, Giovanni Gaudino, Gabriele Pellegrino, Giacomo Frazzitta, Piero Marino e Duilio Piccione.
I fatti contestati dall’accusa sono relativi al 2012.