E’ chiusa dal 2012, e la sua riapertura non è per niente all’orizzonte. E’ lo scandalo della piscina di Gibellina, una struttura chiusa da quasi 6 anni, voluta dall’ex presidente della Provincia di Trapani, Giulia Adamo, e per cui sono stati spesi un pacco di soldi pubblici. Oggi è ancora chiusa. Nonostante le lettere e le proteste dei cittadini, nonostante tutte le rassicurazioni, di anno in anno, della politica. Niente, non nuota nessuno in piscina. Nessun corso di nuoto, nessuna lezione di acquagym. E’ chiusa, e sta andando in malora.
La chiusura della piscina di Gibellina è l’esempio dello sfascio prodotto dall’abolizione delle Province e dal limbo che si è creato nella gestione degli impianti provinciali.
Lo scioglimento della Megaservice, la società partecipata della ex Provincia di Trapani e affidataria dell’impianto non ha più permesso la manutenzione della piscina. Cosa è successo allora? La Provincia è stata abolita, ma c’è un’altra cosa con le stesse funzioni, è stata sciolta la Megaservice, non c’è nessuno che può occuparsi della piscina, e si è deciso di chiudere i battenti. Una vergogna della politica e delle istituzioni del territorio. Quando era aperta la piscina accoglieva circa 450 utenti all’anno, e per un territorio come quello del Belìce, povero di strutture ricreative, era davvero un’oasi nel deserto.
L’ex sindaco della città belicina, Rosario Fontana, nel 2015 aveva fatto alcuni sondaggi per la riapertura. Ma i costi erano, e restano troppo alti. I costi di gestione annuali sono di 90 mila euro. In più per riaprire la piscina ci vogliono dei lavori di manutenzione non indifferenti. Una struttura chiusa per tutti questi anni presenta mille problemi, ovviamente, come i danni al sistema di ricircolo dell’acqua.
Dall’ex Provincia di Trapani hanno fatto sapere che i minori trasferimenti di Regione e Stato hanno provocato questa situazione. Un po’ di tempo fa era stato indetto un bando di gara per la ristrutturazione e la gestione dell’impianto, ma la gara andò deserta.
I cittadini adesso non sanno più come far sentire le proprie ragioni, a che santo votarsi per fari riaprire la piscina. Oltre mille le firme raccolte per la sua riapertura e presentate a fine 2012 al Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valle del Belice nel corso di una seduta ad hoc tenutasi nei locali dell’aula consiliare di Gibellina.
Poi si sono rivolti all’ex presidente della Regione Rosario Crocetta. “Per dieci anni è servita ai ragazzi e agli sportivi di tutta la valle del Belice, in un territorio privo di strutture”, si legge nella lettera inviata nel 2013.
La piscina prima era gestita dalla Megaservice, l’azienda provinciale naufragata tra i debiti. Ad ottobre del 2012 non ha riaperto, dopo la tradizionale chiusura estiva. Eppure gli utenti erano circa 450, dicevamo. “La mancata manutenzione dell’impianto comporta gravi danni al sistema di ricircolo dell’acqua - fece notare l'allora consigliere provinciale Salvatore Daidone - presente ancora in vasca, mettendo a serio rischio e dispendio di denaro pubblico per la riapertura”.
Ancora oggi, a distanza di 5 anni e mezzo non si trova la soluzione per riaprire una struttura che coinvolgeva un territorio, che dava la possibilità ai ragazzi di praticare sport in strutture efficienti. Adesso niente. Il deserto. Una storia di mala politica, e di burocrazia devastante. Una storia scandalosa.