E’ l’isola dell’abusivismo, delle case costruite deturpando chilometri di costa, degli ecomostri. Di un abusivismo diffuso da Catania a Palermo, da Licata a Triscina, e poi nelle zone a protezione speciale. In Sicilia però si parla ancora di sanatorie e condoni mascherati. L’assessore regionale all’Ambiente Totò Cordaro ha parlato giorni fa di “abusivismo di indispensabiilità” annunciando un disegno di legge che sa tanto di sanatoria. Negli anni la terminologia per nascondere la parola sanatoria è stata arricchita. Si è parlato di abusivismo dei poveri, e poi di riordino delle coste, e ancora di “indispensabilità”.
In queste settimane, che sono anche di campagna elettorale, tornano a muoversi le speranza per gli abusivi.
Cordaro ha annunciato quindi che si sta mettendo nero su bianco una legge che dovrebbe salvare quello che ha definito abusivismo di indispensabilità. Non ha approfondito molto di cosa si tratti. “Sarà la norma a definire l’abusivismo di indispensabilità seguendo le sentenze della Cassazione che hanno riconosciuto la sanabilità in circostanze di grave bisogno e di famiglie numerose senza alternative abitative pur in pendenza di ordinanza di demolizione”, ha detto l’assessore regionale. Tutti d’accordo nel governo Musumeci? Non proprio. E’ stato lo stesso presidente della Regione a chiarire che l’abusivismo è un reato e che il suo governo non “contempla” l’abusivismo di necessità o di indispensabilità.
Perchè se proprio si deve andare a guardare con logica, sostiene Musumeci, chi ha necessità non va a costruirsi mica una villetta al mare. “Al massimo occupa abusivamente alloggi pubblici o privati disabitati”. Musumeci allora vorrebbe indirizzare l’azione di governo su questo altro fronte. Quello di una legge di riforma degli Iacp che faccia chiarezza sulle occupazioni degli alloggi popolari. Niente sanatoria, assicura Musumeci, almeno al momento. Nessun condono, anche se lo stesso Musumeci all’Ars ha lasciato intendere che è quasi impossibile abbattere tutte le abitazioni abusive.
In queste settimane di campagna elettorale, prima delle elezioni politiche del 4 marzo, il tema abusivismo è entrato nelle dichiarazioni dei leader nazionali. E il primo fautore dei condoni è proprio Silvio Berlusconi che ha parlato della possibilità di una sanatoria edilizia, tanto per cambiare. “Bisogna cambiare le regole: chi deve costruire una casa o aprire un’attività commerciale, non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze. Dovrà dichiarare l’inizio dell’attività e assumersi la responsabilità di rispettare le leggi. Solo dopo verranno i controlli” ha detto l’ex premier a Radio 24. “C’è la possibilità di una sanatoria edilizia per i casi di quello che si chiama abusivismo di necessità, solo se si restringe con il massimo rigore il concetto di necessità”. E’ un condono? “Chiamatelo come volete, l’importante è che si cambino queste regole attuali. Serve per raggiungere anche quella una pace sociale che oggi non c’è tra cittadini e fisco. L’edilizia è stata bloccata dalle imposte introdotte dal governo Monti che hanno fatto perdere 550mila posti al mondo dell’edilizia”.
Dichiarazioni, quelle di Cordaro, quelle di Berlusconi, che non piacciono a Legambiente. “Dall'abusivismo di necessità all'abusivismo di indispensabilità. Sembrerebbe la battuta di un comico, purtroppo siamo di fronte sempre alla stessa farsa per raccattare qualche voto in più. In prossimità di qualsiasi tornata elettorale si torna a lisciare il pelo agli abusivi, calpestando i principi costituzionali e della legalità per raccattare i voti di chi si è costruito ville abusive” ha detto il presidente dell’associazione Gianfranco Zanna
Sono migliaia le case abusive costruite nella costa siciliana. Le demolizioni da anni sono partite in diverse città. Ma sono demolizioni che vanno molto a rilento e accompagnate da accese proteste degli ex proprietari. Tra il 2016 e il 2017 in Sicilia sono stati abbattuti appena 71 immobili abusivi. Uno dei casi più eclatanti è la città di Licata, nell’Agrigentino. Qui si contano 17 mila abusi censiti su una popolazione di 38 mila abitanti. Gli immobili raggiunti da una ordinanza di demolizione sono circa 450, di questi 300 sono stati acquisiti al patrimonio immobiliare.
Altra zona calda è Triscina, a Castelvetrano. Qui gli immobili accertati come “non sanabili” perché costruite a meno di 150 metri dalla battigia dove, dal 1976, vige il vincolo di inedificabilità assoluta, sarebbero 170, ma il numero è destinato ad aumentare. E’ un’intera frazione balneare riempita abusivamente di case Triscina, più di seimila case, edificate tutte fuorilegge. Era previsto per questo mese di febbraio l’inizio delle demolizioni di 85 case abusive. Abbattimenti dal costo di 3 milioni di euro. Ma al momento le ruspe sono ancora ferme.