E' stato un 2017 positivo per i beni culturali e archeologici siciliani. I siti gestiti dalla Regione Siciliana hanno registrato un boom di visite.
Sono stati quasi 5 milioni (4.993.983 per l’esattezza) i visitatori di musei, monumenti e siti archeologici gestiti dalla Regione, circa 600 mila in più rispetto al 2016. Il 13,66% in più.
Aumentano i visitatori, e naturalmente anche gli incassi. Complessivamente si sono incassati circa 26 milioni di euro, 3 milioni in più rispetto allo scorso anno.
Numeri che collocano la Sicilia al quarto posto in Italia per visitatori. In testa c'è il Lazio, poi Campania e terza la Toscana. Regioni che vengono trainate dai milioni di visitatori di unici siti. Il Colosseo da solo ad esempio è stato visitato da 7 milioni di persone.
A proposito di classifiche, è utile farne una per i siti siciliani.
Al primo posto in Sicilia c'è la Valle dei Templi di Agrigento, che ha staccato 867 mila biglietti nel 2017. La Valle si colloca all'ottavo posto nazionale, grazie anche ai 200 mila visitatori in più rispetto allo scorso anno. E' più visitato anche del Museo Egizio di Torino e della Reggia di Caserta. La Valle dei Templi nel 2017 ha scavalcato il Teatro antico di Taormina, che si attesta al secondo posto sull'Isola con poco più di 800 mila visitatori, 50 mila in più dello scorso anno. Terza è l'Area Archeologica Neapolis e Orecchio di Dionisio di Siracusa: 650 mila visitatori, 80 mila in più rispetto al 2016. 340 mila visitatori, l'area archeologica di Segesta (334 mila visitatori), quella di Selinunte (272 mila ingressi), che sono quindi i siti più visitati in provincia di Trapani. C'è poi il Duomo di Monreale (214 mila visite), il Castello Maniace di Siracusa (quasi 100 mila visite), il Teatro Romano di Catania (90 mila visite) e il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti di Palermo (87 mila ingressi).
Tra i musei spicca quello archologico di Agrigento, con 76 mila visitatori. E' un vero e proprio boom, con un incremento di 30 mila ingressi. Per la provincia di Trapani il museo più visitato è quello del Satiro di Mazara del Vallo, con 43 mila ingressi e 153 mila euro di incassi.
Un ottimo risultato ha incamerato il Museo Archeologico Baglio Anselmi e Parco Lilibeo di Marsala, che è passato dai 21 mila visitatori ai 40 mila del 2017 con 57 mila euro di incassi.
E' al 14° posto a livello regionale invece l'Ex Stabilimento Florio di Favignana, che ha registrato 64 mila visitatori per 284 mila euro di incassi. Restando in provincia di Trapani sono stati quasi 20 mila i visitatori del Museo Agostino Pepoli di Trapani, che hanno fruttato 24 mila euro di incassi. Le Cave di Cusa di Campobello hanno registrato infine 5765 visitatori, per 14 mila euro di incassi.
Un boom di visite e di incassi quindi. Ma il dato deve essere preso considerando anche un altro aspetto.
Nel 2017 in Sicilia sono arrivati circa 15 milioni di turisti. Un gran bel popolo che ha visitato le nostre città storiche, il nostro mare, i beni archeologici, i luoghi dell'agroalimentare. Un flusso però concentrato in 180 giorni, tra aprile e ottobre. Se poi consideriamo che la legge che regola le agenzie di viaggio in Sicilia risale al 1936 e che un museo su tre la domenica resta chiuso, si può dire che si può fare di più. Ciò che succede nei musei e nelle aree archeologiche denota un comparto non certo organizzato bene. E' vero che sono cresciuti visitatori e incassi, ma su circa 5 milioni di visitatori solo 2 milioni e 898 mila sono stati paganti. Sicindustria mette in evidenza queste criticità e sottolinea che soltanto tre strutture riescono a vivere con i ricavati dei biglietti: l'Area Archeologica dei Giardini Naxos che comprende il Teatro di Taormina e Isola Bella, la Valle dei Templi di Agrigento e Selinunte. Poi tanti siti gratuiti e altri con biglietti che non riescono a permettere alcuna autonomia, e questo si ripercuote sulla gestione e sui servizi offerti.
Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei beni culturali in Sicilia, commenta i dati del 2017 relativi agli incassi in musei e parchi archeologici dell'Isola; i visitatori sono risultati 5 milioni e gli incassi 3 milioni di euro, entrambi in crescita rispetto al 2016. Tranne che per Aidone (incassi annuali passati dai 50 mila del 2016 ai 43 mila del 2017) nel cui museo archeologico è custodita la celebre «Dea di Morgantina» restituita alla Sicilia, dopo un lungo contenzioso, dal «Paul Getty Museum» di Malibù.
«Il dato negativo di Aidone - spiega Vittorio Sgarbi - rivela come infondate siano, oltre che pretestuose, le reazioni campanilistiche della comunità locale all'idea di trasferire, prima a Palermo e poi a Roma, la Dea di Morgantina, e peraltro in un lasso di tempo, tra ottobre 2018 e febbraio 2019, in cui, praticamente, non vi sono visitatori.
Concordo sulla necessita di migliorare la viabilità che collega Aidone e Morgantina, ma spero che sia ormai chiaro che su Aidone vi è innanzitutto un problema di conoscenza. L'ipotizzato trasferimento a Roma, al Quirinale, della Dea, come fu a suo tempo per i Bronzi di Riace, significherebbe mostrare all'attenzione del mondo la Dea e dunque a richiamare ad Aidone migliaia di visitatori. Una semplice operazione di comunicazione, non uno scippo»