Dario Safina, acque agitate dentro al Partito Democratico, tanti gli scontenti per la composizione delle liste anche in provincia di Trapani. E' scontento anche lei?
Quello che succede è dinanzi gli occhi di tutti, si sono fatte delle scelte verticistiche che non hanno tenuto conto dei dati espressi sul territorio. Ci sono delle candidature che accontentano i vicerè di turno, e questo non lo possiamo condividere. Rimane chiaro però che non c'è una alternativa in Italia al centro sinistra, voteremo PD con la convinzione che il 5 di marzo bisognerà aprire una battaglia per riportare il PD ai suoi valori fondanti.
Quindi non ci sarà un disimpegno elettorale?
Non può esserci perchè non ci può essere il disimpegno per i propri valori e per il Paese che si vuole costruire. Tradiremmo noi stessi. Certo, Davide Faraone per come si è comportato non merita il mio impegno, ma il Paese e i tanti militanti che negli anni si sono impegnati continueranno a farlo. Il 5 di marzo poi bisognerà mettere mani ad un modello di partito che oggi è diventato autoreferenziale e che non consente agli organismi locali di esprimersi. Avevo annusato il problema quando si è scelto di non fare le primarie.
Lei è un dirigente del Partito Democratico sia a livello regionale che provinciale. Ha rassegnato le dimmissioni?
Si, dalla segreteria regionale comunicandolo al segretario Fausto Raciti, che non ha potuto fare altro che prenderne atto. Al segretario provinciale, Marco Campagna, ho comunicato che mi autosospendevo dalla mia funzione di componente della direzione provinciale.
Perchè Giacomo Tranchida non è stato candidato?
Noi come componente abbiamo offerto la candidatura. Abbiamo presentato una proposta composita: alle ultime regionali abbiamo avuto tre candidati che hanno ottenuto dei risultati lusinghieri, quindi da loro bisognava partire. Andava candidato Baldo Gucciardi al proporzionale, Tranchida all'uninominale. Questa scelta non è stata presa in considerare dalla direzione nazionale che ha fatto una scelta diversa. Non posso nascondere che tra le fila dei tanti militanti c'è sconforto, tanti elettori storici pensano di non andare a votare. Bisogna adesso fare un surplus di campagna elettorale sui contenuti.
Quali saranno, allora, le condizioni che verranno poste sul tavolo provinciale e regionale dal 5 marzo in poi?
Noi chiederemo che ci sia un partito davvero plurale, ai tempi dei DS c'erano 108 federazioni e più di 90 erano guidate da ragazzi. Quando ci fu proposto di coinvolgere i democratici di sinistra abbiamo detto di sì perchè convinti di cambiare il Paese con una maggiore forza politica. Lo abbiamo fatto sacrificando anche le nostre aspirazioni che in politica ci stanno pure. Adesso porremo la questione del rispetto dell'obiettivo primario che ci eravamo dati. Qualcuno dovrà darci risposta, uno strappo si può accettare una volta, la seconda no.
Safina, quello che sarà di questa campagna elettorale si riverserà sulle elezioni amministrative di Trapani, la prossima primavera?
Continuo a dire che il centro sinistra da solo è insufficiente perchè Trapani sta vivendo una situazione senta precedenti. C'è bisogno di allargare la coalizione così da mettere in campo un'alleanza che possa mettere daccordo l'intera città. Io in questo senso penso che le energie ci possano essere.
Ha fatto bene Enzo Abbruscato a portarsi avanti?
Ha fatto bene, ha detto chiaramente che non è il candidato sindaco, ha lanciato le primarie.
Primarie sui programmi e non sulle persone, questo ha sostenuto Abbruscato...
Esatto. Deve essere un progetto vincente per la città, dobbiamo allargare la partecipazione. Il PD se ci vuole stare ci può stare in questo progetto di allargamento e può esserne il motore. E' chiaro che la situazione della città di Trapani non può essere legata alle questioni interne di equilibrio del PD. Trapani merita rispetto, prima vengono le questioni della città con un dibattito serio.
Rossana Titone